giovedì 30 aprile 2020

[Recensione] Un infausto inizio - Lemony Snicket

Titolo: Un infausto inizio
Titolo originale: The Bad Beginning
Autore: Lemony Snicket
Traduttrice: Valentina Daniele
Serie: Una serie di sfortunati eventi #1
Editore: Salani
Pubblicazione: 31 dicembre 2010
Prima pubblicazione: 30 settembre 1999
Genere : romanzo per ragazzi
Pagine: 144 
Prezzo: 12 euro

Quarta di copertina
Cari lettori,
gli orfani Baudelaire sono graziosi e intelligenti, ma la loro vita, mi spiace dirlo, è piena di sfortuna. Se non sopportate storie contenenti uragani, vestiti che pungono, zuppe di cetriolo fredde, individui repellenti, allora questi libri vi getteranno nel più totale sconforto. È mio triste dovere stare sveglio di notte a indagare su questi tre sventurati giovani, ma se voi preferite dormire sonno tranquilli, vi conviene scegliere un altro genere di libro.
Con il dovuto rispetto, Lemony Snicket, IN QUESTO PRIMO TREMENDO EPISODIO i tre fratelli diventano subito tre orfani, incontrano l’individuo più viscido e malvagio del mondo, rischiano di perdere tutta l'eredità e sono guardati a vista da un uomo con due uncini al posto delle mani.

Siete sicuri di volerlo leggere?

Recensione
Ho conosciuto, credo come molti di voi, la serie di romanzi Una Serie di Sfortunati Eventi guardando il film uscito nel 2004 con quel mito di Jim Carrey che impersonava egregiamente e direi anche superbamente il perfido Conte Olaf, che voleva a tutti i costi mettere le mani nel patrimonio degli orfani Baudelaire. Ho poi adorato anche la serie tv uscita su Netflix nel 2017. Premesso ciò, potevo non iniziare a leggere il primo romanzo di questa fortunata (a discapito del titolo) serie per ragazzi creata dal geniale Lemony Snicket (nome inventato, in realtà il vero autore è Daniel Handler)?
E così ho letteralmente divorato in un giorno questo primo romanzo (il primo di tredici), Un infausto inizio, dove conosciamo gli orfani Baudelaire ai quali avvengono una marea di sventure, prime fra tutte la scomparsa dei genitori in seguito ad un misterioso incendio della loro abitazione. I tre bambini allora verranno affidati alle "cure" di un loro lontanissimo parente, il Conte Olaf appunto, che in realtà mira soltanto ad impadronirsi della loro eredità, fino a fingere un matrimonio con la più grande dei fratelli, Violet.
Che dire, romanzo piacevole e scorrevole, sicuramente leggerò anche gli altri.


[Recensione] Un delitto in Olanda - Georges Simenon

Titolo: Un delitto in Olanda
Titolo originale: Un crime en Hollande
Autore: Georges Simenon
Traduttore: Ida Sassi
Serie: Commissario Maigret #8
Editore: Adelphi
Pubblicazione: 27 febbraio 2012
Prima pubblicazione: 1931
Genere: giallo
Pagine: 146
Prezzo: 10 euro

Quarta di copertina
«Guardi...» mormorò Duclos indicando il paesaggio intorno a loro, il paesino pulitissimo dove tutto era in ordine come nella credenza di una brava massaia, il porto troppo piccolo per riuscire a turbare quell’atmosfera tranquilla e le facce serene della gente con i grossi zoccoli gialli infilati ai piedi. E continuò: «Qui tutti si guadagnano da vivere... Tutti sono felici, o quasi... E, quel che è più importante, tutti controllano i propri istinti, perché questa è la regola, è un dovere se si vuole vivere in una collettività... Pijpekamp può confermarle che i furti sono rarissimi... È vero che, se uno ruba due libbre di pane, non se la cava con meno di qualche settimana di prigione... Nota qualcosa che non va?... Qui non ci sono vagabondi!... Non ci sono mendicanti... È l’ordine istituzionalizzato...».

Recensione
Ho faticato a terminare questa indagine di Maigret, forse anche dal fatto che l'ho dovuto interrompere un paio di volte per vari motivi. O forse ha contribuito a questa "fatica" nel portarlo a termine il fatto che il nostro commissario si trova ad indagare su un omicidio in un paese a lui straniero e dove non riesce a comunicare bene con gli autoctoni. Fatto sta che alla fine trova il bandolo della matassa e risolve il caso.

mercoledì 29 aprile 2020

[Recensione] Il cane di terracotta - Andrea Camilleri

Titolo: Il cane di terracotta
Autore: Andrea Camilleri
Editore: Sellerio
Collana: La memoria #355
Pubblicazione: 23 maggio 2012 (ventiduesima edizione)
Prima pubblicazione: 1996
Serie: Commissario Montalbano #2
Genere: giallo
Pagine: 275
Prezzo: 10 euro

Quarta di copertina
Sul solito delitto di mafia, misterioso e intricato, si ritrova ad indagare il commissario Montalbano. Occhio e intelletto di giustizia, Montalbano risolve le sue inchieste, si direbbe, per affinità ambientale: è così perfettamente siciliano che ogni indizio per lui si trasforma in univoco messaggio di un codice conosciuto, da decrittare simbolo per simbolo, come una lingua arcaica che continua a parlare in forme nuove. Ma stavolta, in coda al delitto di mafia, se ne trova un altro, più conturbante e rituale: due cadaveri di giovani amanti abbracciati, nel doppio fondo di una grotta, sorvegliati da un enorme cane di terracotta. Un omicidio di cinquant’anni prima. E Montalbano indaga, con l’aiuto di una compagnia volenterosa di vecchietti: «un’indagine in pantofole, in case d’altri tempi, davanti a una tazza di caffè».

Recensione
Un Camilleri in stato di grazia, ci regala la seconda indagine del celebre commissario Montalbano il quale, stavolta, si troverà ad indagare su un doppio omicidio avvenuto ben cinquant'anni fa, al tempo della seconda guerra mondiale (la storia è ambientata nell'anno 1996 se non erro). Che dire, Dopo aver divorato piacevolmente La forma dell'acqua ed esserne rimasto molto soddisfatto, la seconda avventura del Commissario è davvero ben scritta, non ti fermi fino a quando non scopri tutta la verità e ritroviamo un Commissario sempre più immalinconito e solo (con una fidanzata sempre distante e che non riesce a capirlo fino in fondo, anche se in realtà è la persona che lo capisce più di tutti e, secondo me, anche per questo lo lascia spesso da solo, perché sa che lui ne ha bisogno per ben studiare le indagini). Camilleri, ripeto, in grande stato di grazia, spero che col terzo, Il ladro di merendine, sia rimasto a questi livelli. Godibile.

[Recensione] Todo modo - Leonardo Sciascia

Titolo: Todo modo
Autore: Leonardo Sciascia
Editore: Adelphi
Pubblicazione: 14 maggio 2014 (quinta edizione)
Prima pubblicazione: 1974
Genere: giallo
Pagine: 121
Prezzo: 10 euro

Quarta di copertina
Se dovessimo indicare una forma romanzesca capace di rivelare come si compone e come si manifesta quell’impasto vischioso del potere che la politica italiana ha avuto per lunghi anni il funesto privilegio di produrre, basterebbe rimandare alle asciutte pagine di Todo modo, alla scansione crudele dei suoi episodi, che solcano una materia informe, torbida e sinistra, quale nessun altro romanziere italiano aveva saputo affrontare. Non meraviglia dunque che questo libro, pubblicato nel 1974, possa essere letto come una guida alla storia italiana dei decenni successivi. 

Recensione
Ho riletto per la seconda volta quest'opera di Sciascia, credo una delle più celebri. Non saprei davvero cosa dire delle impressioni che mi ha lasciato, e non saprei nemmeno in che genere collocarlo, se semplice romanzo o anche giallo visto che avviene più di un omicidio al suo interno. Attualissima la critica feroce di Sciascia sui poteri forti (Chiesa e Stato, politica) che fa riflettere su come siamo condizionati da essi nella nostra vita e come essi non vogliono che noi ragioniamo con la nostra testa.
Il finale poi ci fa capire (senza fare spoiler) che la vita è così: non si capisce bene dove andremo a parare. Tutta la vicenda sembra irreale, ti porta ad isolarti assieme al protagonista in questo eremo sperduto nelle campagne siciliane e la figura che ti folgora è quella del sacerdote don Gaetano, acculturato prelato della Santa Chiesa Romana moderno e alienante. Il nostro partecipa a una sorta di ritiro spirituale (che di spirituale ha ben poco) e dove, nella recita del rosario, avviene un omicidio. Da quel momento in poi Sciascia ci guida in un'indagine che sembra non avere senso e forse non avere più importanza di chi ha commesso l'omicidio, perché, alla fine, siamo tutti colpevoli.

[Recensione] Sweeney Todd

Titolo: Sweeney Todd
Sottotitolo: Il diabolico barbiere di Fleet Street
Titolo originale: The String of Pearls or The Sailor's Gift
Autore: anonimo
Traduttore: A. Lamberti Bocconi
Editore: Newton & Compton
Pubblicazione: 24 gennaio 2008
Prima pubblicazione: 21 novembre 1846
Genere: horror
Pagine: 330
Prezzo: 4,90 euro

Quarta di copertina
Tra i segreti più paurosi di Londra si nasconde la storia di un misterioso assassino. Un uomo di nome Sweeney Todd, un mostro capace di occultare le sue insane passioni dietro l'insegna di un'innocua bottega di barbiere in Fleet Street. Proprio qui diverse persone scomparse sono state viste per l'ultima volta: uomini andati a ingrossare le fila dei fantasmi dopo aver incontrato Sweeney Todd. Più sanguinario di Jack lo squartatore e più crudele di Mr. Hyde, Sweeney Todd non uccide in preda a un impulso efferato o agli effetti indesiderati di un farmaco ma, con fredda determinazione, toglie la vita al prossimo per soddisfare la sua sete di denaro e per adempiere a un terrificante rituale: dopo aver smembrato il corpo delle vittime a colpi di rasoio, infatti, il barbiere di Fleet Street consegna i resti di chi ha ucciso a una complice, che provvede a occultarli grazie a uno stratagemma bestiale. Capolavoro della letteratura gotica, Sweeney Todd, con le sue gesta sanguinarie, ha anticipato il Dracula di Stoker e il Frankenstein di Mary Shelley, aggredendo le ipocrite convenzioni della letteratura e della società vittoriana. 

Recensione
La lettura di questo classico dell'Ottocento mi ha lasciato un po' stranito, nonostante sapessi già a grandi linee la trama della storia: un barbiere londinese che invece di tagliare barba e capelli taglia la gola ai suoi clienti per poi farne dei pasticci di carne da vendere in un negozio vicino.
Lo stile ricorda quello dark vittoriano, che potrebbe paragonarsi a Frankenstein o a Dracula. La storia viene narrata in terza persona e non seguiamo solo le vicende del perfido Todd ma anche dei personaggi che gli ruotano attorno e il legame di tutta la storia è quella misteriosa collana di perle che si fa appunto da fil rouge della tetra vicenda.

La storia di questo diabolico barbiere londinese non è mai esistita, è frutto di fantasia, di quel periodo vittoriano in cui si faceva a gara nel creare storie di paura. Eppure c'è chi sostiene che un simile personaggio possa essere davvero esistito; come si sa, le leggende forse nascondono un germe di verità, o no?

[Recensione] All'insegna di Terranova - Georges Simenon

Titolo: All'insegna di Terranova
Titolo originale: Au rendez-vous des Terre-Neuvas
Autore: Georges Simenon
Editore: Adelphi
Serie: Commissario Maigret #9
Pubblicazione: 23 aprile 2012
Prima pubblicazione: 1931
Genere: giallo
Pagine: 142
Prezzo: 10 euro

Quarta di copertina
«“Potete sedervi...”. «“No, grazie!” disse la donna che, tra i due, era decisamente la più nervosa: “Sarà una cosa rapida...”. «Maigret poteva vederla in faccia, illuminata dalla luce violenta di una lampada. Non ebbe bisogno di osservarla a lungo per classificarla. Del resto, gli era bastata la foto, benché si vedesse solo il busto... «Una bella ragazza, nell’accezione popolare del termine. Una ragazza dalle forme appetitose, con denti sani, un sorriso allettante e lo sguardo sempre acceso. «Più esattamente una bella troietta, provocante, avida di piaceri, sempre pronta a dare scandalo o a scoppiare a ridere in modo sguaiato»

Recensione
Dopo una pausa di due mesi riprendo con piacere a leggere una nuova indagine del commissario Maigret e sono soddisfatto della scelta.
Alla sua nona indagine il nostro commissario si trova in vacanza con sua moglie in Normandia su invito di un suo amico che vuol far scagionare un giovanotto di sua conoscenza dall’accusa di aver ucciso il capitano del peschereccio sul quale ha appena viaggiato.
Come suo modo Maigret inizia ad indagare conoscendo man mano i vari personaggi che popolano la locanda di fronte al porto e dove ci farà respirare l'aria salmastra dell'oceano Atlantico e il puzzo dei merluzzi appena pescati.
Troviamo un Maigret più cupo e solitario del solito e da solo riuscirà (e terrà per sé) la soluzione al delitto. Interessanti le due figure femminili che l'autore ci pennella, una opposta all'altra.
Una storia che potrebbe annoiare vista la quasi completa mancanza di azione, ma ricca di spunti psicologici.
A me è piaciuto, Simenon continua a stupirmi e certamente a conquistarmi.

domenica 26 aprile 2020

Classifica dei libri più venduti (26 aprile 2020)

Domenica 26 aprile 2020

Dati relativi alla settimana da lunedì 13 a domenica 19 aprile

Top 10 dei libri più venduti in Italia


1) Le storie del mistero by Lyon Gamer "Le storie del mistero" di Lyon Gamer
2) I cerchi nell'acqua by Alessandro Robecchi "I cerchi nell'acqua" di Alessandro Robecchi
3) Spillover by David Quammen "Spillover" di David Quammen
4) I leoni di Sicilia by Stefania Auci "I leoni di Sicilia" di Stefania Auci
5) La misura del tempo by Gianrico Carofiglio "La misura del tempo" di Gianrico Carofiglio
6) Harry Potter e la pietra filosofale by J.K. Rowling "Harry Potter e la pietra filosofale" di J.K. Rowling
7) La casa delle voci by Donato Carrisi "La casa delle voci" di Donato Carrisi
8) Il fuoco della vendetta by Wilbur Smith "Il fuoco della vendetta" di W. Smith, T. Harper
9) Storia della bambina perduta (L'amica geniale, #4) by Elena Ferrante "Storia della bambina perduta" di Elena Ferrante
10) Storia di chi fugge e di chi resta (L'amica geniale, #3) by Elena Ferrante "Storia di chi fugge e di chi resta" di Elena Ferrante


Classifiche per categorie

NARRATIVA ITALIANA

venerdì 24 aprile 2020

[Recensione] La ragazza del convenience store - Sayaka Murata

Titolo: La ragazza del convenience store
Autrice: Sayaka Murata
Traduttore: Gianluca Coci
Editore: edizioni e/o
Pubblicazione: 29 agosto 2018
Prima pubblicazione: luglio 2016
Genere: romanzo
Pagine: 168
Prezzo: 15 euro

Quarta di copertina
La trentaseienne Furukura Keiko è single e molto introversa. È sempre stata una ragazza strana, ragion per cui ha deciso di provare a conformarsi alle aspettative della società e della famiglia abbandonando gli studi per lavorare in un konbini, un piccolo convenience store giapponese aperto 24/7.
È qui che è impiegata da diciotto anni, con un contratto part-time. I suoi genitori e le poche amiche d’infanzia sono preoccupati per lei e sperano che presto o tardi possa sistemarsi e mettere su famiglia. Keiko, però, sembra incapace di adeguarsi alla norma, si è sempre comportata “in modo diverso”, per usare un eufemismo. Ed è con questo spirito anticonformista che paradossalmente affronta ogni cosa nell’universo circoscritto del konbini, al quale si consacra nella maniera più assoluta. Il suo posto nel mondo lo ha trovato proprio qui, dove tutto accade come se fosse scritto in un manuale ed è sufficiente attenersi alle regole per essere efficiente, la migliore commessa possibile. Finché non incontra Shiraha, un nuovo e strambo collega trentacinquenne in cerca di moglie, il quale è convinto che il mondo si sia fermato all’epoca preistorica…

Per Keiko potrebbe trattarsi dell’occasione per lasciare il suo amato konbini e creare finalmente una famiglia, soddisfacendo le aspettative dei suoi cari? O il mondo del konbini, con le sue precisissime regole e il suo singolare valore simbolico, avrà la meglio?

Recensione
Keiko è una ragazza single trentaseienne che lavora da quasi diciotto anni in un kombini, una sorta di minimarket aperto 24/24, e la sua vita scorre tranquilla e "normale" fino a quando non entra nella sua vita Shirama, un nuovo arrivato che lavora svogliatamente e che si ribella in continuazione alla società e al piccolo mondo che lo circonda. Keiko è considerata dalla sua famiglia una ragazza che non si è ancora trovata un marito e che lavora part time, quindi sogna per lei che si sistemi il prima possibile. Anche le sue poche amiche non fanno che chiederle quando si sistema, insomma, Keiko viene vista dagli altri e dal mondo come una persona diversa, particolare, direi anormale. Lei vive in un suo mondo, anzi lei vive per il kombini in cui lavora, lo sente così forte che quando non lavora la sua vita ugualmente è scandita con i ritmi del suo lavoro.

[Recensione] Scompartimento per lettori e taciturni - Grazia Cherchi

Titolo: Scompartimento per lettori e taciturni
Autrice: Grazia Cherchi
Curatore: Roberto Rossi
Editore: Minimum Fax
Pubblicazione: 30 marzo 2017
Prima pubblicazione: 4 aprile 1997
Genere: saggio
Pagine: 345
Prezzo: 15 euro

Quarta di copertina
Recensioni e interviste, premi letterari, la vita di tutti i giorni nei libri e i libri dentro la vita di tutti i giorni: Scompartimento per lettori e taciturni è tutto questo. Grazia Cherchi visse per la letteratura incarnando una voce autorevole e libera, cercando di proporre al pubblico e alle case editrici un nuovo filtro critico. Collaboratrice editoriale e scout – tra le sue scoperte, Stefano Benni, Alessandro Baricco e Massimo Carlotto – rifiutò sempre di figurare nelle giurie di premi letterari, verso i quali non nutriva alcuna fiducia, restando invece un’accesa sostenitrice del giudizio dei lettori. Dai suoi articoli emerge la personalità di una grande donna prima che di una grande giornalista, una lettrice militante con un’unica missione: far scoprire il piacere della lettura a tutti senza distinzioni.

Recensione
Interessante questa raccolta di recensioni e interviste della critica letteraria Grazia Cherchi, forse poco conosciuta dalla maggior parte dei lettori italiani ed è davvero un peccato. In questa pregevole opera la Cherchi ci presenta tantissimi autori e libri, ma soprattutto ho apprezzato la sua personalità che traspare e permea ogni suo scritto.
Consigliato agli appassionati lettori.

[Recensione] La ballerina del Gai-Moulin - Georges Simenon

Titolo: La ballerina del Gai-Moulin
Titolo originale: La Danseuse du Gai-Moulin
Autore: Georges Simenon
Traduttore: P. N. Giotti
Editore: Adelphi
Serie: Commissario Maigret #10
Pubblicazione: 23 gennaio 2012
Prima pubblicazione: aprile 1931
Genere: giallo
Pagine: 148
Prezzo: 10 euro

Quarta di copertina
«Nell’oscurità il locale è vasto come una cattedrale. Si ha il senso di un vuoto immenso. I radiatori emanano ancora un certo tepore ... Delfosse accende un fiammifero. Si fermano un secondo per riprendere fiato, per calcolare il percorso che devono compiere. E all’improvviso il fiammifero cade, mentre Delfosse lancia un grido acuto ... Anche Chabot ha scorto qualcosa. Ma non è riuscito a distinguere bene ... Sembrava un corpo disteso sul pavimento, accanto al bar ... Dei capelli nerissimi...».

Recensione
La cosa che mi ha spiazzato di questa indagine di Maigret è stato il fatto che il nostro caro commissario di polizia appare praticamente a metà libro, per poi fingere di venire arrestato per far uscire fuori i veri colpevoli. Anche se, durante la prima parte, egli già appare diverse volte in brevi camei e, per chi lo conosce, viene descritto solo fisicamente (ad esempio l'uomo dalle spalle larghe). Dopo diversi mesi riprendo così a leggere un altro giallo di Maigret di quel grande scrittore che è Simenon, e devo dire che le indagini fuori porta del nostro commissario iniziano a piacermi quasi più di quelle parigine. In questo caso ci troveremo dentro un presunto omicidio di un uomo ricco, furti, doppi giochi, agenti segreti, ballerine di night club e tante bugie.

giovedì 23 aprile 2020

[Recensione] La casa per bambini speciali di Miss Peregrine - Ransom Riggs

Titolo: La casa per bambini speciali di Miss Peregrine
Titolo originale: Miss Peregrine's Home for Peculiar Children
Autore: Ransom Riggs
Traduttrice: Ilaria Katerinov
Serie: Miss Peregrine. La casa dei ragazzi Speciali #1
Editore: Rizzoli
Collana: Narrativa straniera
Pubblicazione: 2 novembre 2011
Prima pubblicazione: 7 giugno 2011
Genere: fantasy
Pagine: 383
Prezzo: 14 euro

Quarta di copertina
Quali mostri popolano gli incubi del nonno di Jacob, unico sopravvissuto allo sterminio della sua famiglia di ebrei polacchi? Sono la trasfigurazione della ferocia nazista? Oppure sono qualcosa d'altro, e di tuttora presente, in grado di colpire ancora? Quando la tragedia si abbatte sulla sua famiglia, Jacob decide di attraversare l'oceano per scoprire il segreto racchiuso tra le mura della casa in cui, decenni prima, avevano trovato rifugio il nonno Abraham e altri piccoli orfani scampati all'orrore della Seconda guerra mondiale. Soltanto in quelle stanze abbandonate e in rovina, rovistando nei bauli pieni di polvere e dei detriti di vite lontane, Jacob potrà stabilire se i ricordi del nonno, traboccanti di avventure, di magia e di mistero, erano solo invenzioni buone a turbare i suoi sogni notturni. O se, invece, contenevano almeno un granello di verità, come sembra testimoniare la strana collezione di fotografie d'epoca che Abraham custodiva gelosamente. Possibile che i bambini e i ragazzi ritratti in quelle fotografie ingiallite, bizzarre e non di rado inquietanti, fossero davvero, come il nonno sosteneva, speciali, dotati di poteri straordinari, forse pericolosi? Possibile che quei bambini siano ancora vivi, e che - protetti, ma ancora per poco, dalla curiosità del mondo e dallo scorrere del tempo - si preparino a fronteggiare una minaccia oscura e molto più grande di loro?

Recensione
Ho scelto di leggere questo romanzo per caso, forse incuriosito dalla copertina. E l'ho divorato in due giorni! L'autore ci narra la storia del giovane Jacob, sedicenne, il quale è molto affezionato a suo nonno che gli narra delle storie incredibili che ha vissuto quando aveva la sua età, storie in cui sono protagonisti dei bambini speciali. Purtroppo dopo un incidente suo nonno scompare e lui decide di scavare nel suo passato, per capire se quelle storie erano vere o inventate. Dopo vari indizi decide di partire con suo padre in un'isola del Galles e così potrà indagare su questo misterioso orfanotrofio in cui suo nonno aveva vissuto da ragazzino. E in questa isola la sua vita cambierà per sempre.

[Recensione] Di cosa parliamo quando parliamo di amore - Raymond Carver

Titolo: Di cosa parliamo quando parliamo di amore
Titolo originale: What We Talk About When We Talk About Love: Stories
Autore: Raymond Carver
Editore: Einaudi
Pubblicazione: 26 maggio 2015
Prima pubblicazione: 20 aprile 1981
Genere: racconti
Pagine: 138
Prezzo: 11 euro

Quarta di copertina
Di cosa parliamo quando parliamo d'amore? Parliamo di un bicchiere di gin che si rovescia in una stanza dove discutono due coppie stanche. Parliamo di vecchi amici che forse per noia, forse per altro, commettono senza rendersene conto un delitto terribile. Parliamo di pasticceri a cui non hanno ritirato torte di compleanno. Parliamo di gesti che sembrano insignificanti, e invece sono in grado di restituire a ogni vita tutta la grazia nascosta dietro la banalità della cattiveria e della paura. I diciassette racconti che hanno reso Raymond Carver un autore di culto: l'espressione più limpida di una scrittura che con miracolosa semplicità arriva sempre al cuore delle cose.

Recensione
Prima opera di Carver che leggo, mi è capitata questa raccolta di racconti dell'autore. La prima impressione che ho avuto è che mi ha ricordato vagamente lo stile di Haruki Murakami, anche se sono due scrittori completamente diversi ma li accomuna questa passione per il dettaglio, per la descrizione di particolari che potrebbero sembrare anche troppo banali. Sono 17 racconti brevi, che si divorano velocemente. Caratteristica comune è che resti col fiato sospeso e ti chiedi: e quindi? Che voleva dire? Ti lascia spiazzato, insoddisfatto, e questa cosa mi ha infastidito. Forse l'autore con questo stratagemma ci vuole consegnare il messaggio che la vita è così: resta incomprensibile.

[Recensione] Le assaggiatrici - Rosella Postorino

Titolo: Le assaggiatrici
Autrice: Rosella Postorino
Editore: Feltrinelli
Collana: I Narratori
Pubblicazione: 11 gennaio 2018
Premio vinto: Campiello 2018
Genere: romanzo
Pagine: 288
Prezzo: 17 euro

Quarta di copertina
La prima volta che entra nella stanza in cui consumerà i prossimi pasti, Rosa Sauer è affamata. "Da anni avevamo fame e paura", dice. Con lei ci sono altre nove donne di Gross-Partsch, un villaggio vicino alla Tana del Lupo, il quartier generale di Hitler nascosto nella foresta. È l'autunno del '43, Rosa è appena arrivata da Berlino per sfuggire ai bombardamenti ed è ospite dei suoceri mentre Gregor, suo marito, combatte sul fronte russo. Quando le SS ordinano: "Mangiate", davanti al piatto traboccante è la fame ad avere la meglio; subito dopo, però, prevale la paura: le assaggiatrici devono restare un'ora sotto osservazione, affinché le guardie si accertino che il cibo da servire al Führer non sia avvelenato. Nell'ambiente chiuso della mensa forzata, fra le giovani donne s'intrecciano alleanze, amicizie e rivalità sotterranee. Per le altre Rosa è la straniera: le è difficile ottenere benevolenza, eppure si sorprende a cercarla. Specialmente con Elfriede, la ragazza che si mostra più ostile, la più carismatica. Poi, nella primavera del '44, in caserma arriva il tenente Ziegler e instaura un clima di terrore. Mentre su tutti - come una sorta di divinità che non compare mai - incombe il Führer, fra Ziegler e Rosa si crea un legame inaudito.

Recensione
Ho letto questo romanzo della Postorino perché scelto nel gruppo di lettura del mio paese, quindi non è stata una mia spontanea scelta averlo fra le mani. L'autrice ci narra le vicende di una ragazza, Rosa, che è stata scelta come assaggiatrice di Hitler: praticamente erano un gruppo di donne che dovevano assaggiare tutto il cibo destinato al dittatore tedesco per evitare che venisse avvelenato, quindi queste donne rischiavano di morire ogni volta che aprivano bocca in poche parole. Durante la narrazione conosceremo le altre sue compagne di sventura e una storia d'amore che sboccerà (più o meno) tra Rosa e una SS.

Se devo essere sincero mi sarei aspettato molto di più da questo romanzo, mi è parso che dopo un certo punto la storia avesse perso di mordente e di interesse, tramutandosi in una sorta di harmony. Questo mi ha fatto abbassare il voto, altrimenti avrei anche dato tre stelline senza problemi. Il finale è incommentabile.

[Recensione] La balera da due soldi - Georges Simenon

Titolo: La balera da due soldi
Titolo originale: La Guinguette à deux sous
Autore: Georges Simenon
Traduttrice: Eliana Vicari
Editore: Adelphi
Serie: Commissario Maigret #11
Pubblicazione: 27 febbraio 2012
Prima pubblicazione: 1931
Genere: giallo
Pagine: 146
Prezzo: 10 euro

Quarta di copertina
«Una notte... Saranno state più o meno le tre... Camminavamo in rue... No, il nome della via neanche glielo dico... Una strada qualsiasi. Da lontano vediamo una porta che si apre... C’era una macchina accostata al marciapiede... Un tizio esce spingendone un altro... Anzi no, non è che lo spinga... Immagini uno che si porta a spasso un manichino e vuole farlo camminare come se fosse un vecchio amico!... Lo ficca in macchina, si siede al volante... Il mio socio mi lancia un’occhiata e siamo già sul paraurti posteriore... Non per niente allora mi chiamavano il Gatto!... Giriamo per un sacco di strade... Il tizio che guida ha l’aria di cercare qualcosa, di essersi sbagliato... Alla fine arriva al canale Saint-Martin, e allora capiamo cosa cerca... Ha indovinato anche lei, eh?... Il tempo di aprire e richiudere la portiera, e il corpo era già a mollo...»

Recensione
Stavolta il nostro commissario dovrà indagare su ben due omicidi il primo dei quali più datato e misterioso e gli viene rivelato da un condannato a morte il quale però non gli dice il nome dell'assassino ma gli indica che lo potrà incontrare in una balera o osteria a sud di Parigi, lungo la Senna, frequentata nei fine settimana da un gruppetto di borghesucci benestanti. Per risalire al colpevole o ai colpevoli il nostro buon commissario inizierà ad indagare le vite e le abitudini di questi protagonisti in apparenza felici e scoprirà che le loro vite non sono quel che sembrano ma nascondono mille fragilità.

Stavolta sono riuscito a capire chi potesse essere il colpevole del primo omicidio, forse intenzionalmente quasi evidente a un occhio attento, ma la bellezza di questo romanzo sta nel fatto non tanto del giallo in sé da svelare, bensì nella maestria di Simenon nel raccontarci i comportamenti e gli animi di questi borghesi insoddisfatti della vita che evadono nell'alcool, nelle belle donne, nella bella vita.

mercoledì 22 aprile 2020

[Recensione] Gli orrori di Omega - Robert Sheckley

Titolo: Gli orrori di Omega
Titolo originale: The Status Civilization
Autore: Robert Sheckley
Traduttore: Mario Galli
Editore: Mondadori
Collana: Urania Collezione #034
Pubblicazione: novembre 2005
Prima pubblicazione: 1960
Genere: fantascienza
Pagine: 230
Prezzo: 4,90 euro

Quarta di copertina
Questa è la storia di Will Barrent, che esiliato dalla Terra piomba in quel mondo d'incubo che è Omega. È un pianeta di fuorilegge, che ha una sua particolare religione, una sua precisa idea sugli svaghi, una sua assurda organizzazione sociale in base alla quale solo l'assassino più abile, più feroce, e più fortunato, in un mondo fatto di assassini, può aspirare alla ricchezza e al potere. Un mondo in cui le proprietà della vittima vengono per legge ereditate dall'uccisori. E su questo mondo Will Barrent cerca disperatamente i ricordi che gli hanno tolto, la ragazza che l'ha salvato dalla morte per due volte, e la speranza di poter un giorno tornare sulla Terra nonostante le terribili astronavi di pattuglia orbita attorno a Omega. Quando riuscirà ad arrivare sul suo pianeta, si troverà fronte a qualcosa più pericoloso ancora dei «Giochi» di Omega: i suoi ricordi, il suo condizionamento di terrestre, ma soprattutto l'esasperato conformismo di una civiltà che si è arrenata al raggiungimento della perfezione meccanica.

Recensione
Mi spiace molto che simili capolavori restino sconosciuti alla maggior parte dei lettori, molti dei quali li snobbano per il solo fatto che cotali lavori rientrano nel genere fantascientifico. Ve lo dico col cuore: non sapete cosa vi perdete...

[Recensione] Amok - Stefan Zweig

Titolo: Amok
Titolo originale: Der Amokläufer
Autore: Stefan Zweig
Traduttore: Emilio Picco
Editore: Adelphi
Collana: Piccola Biblioteca #509
Pubblicazione: 5 febbraio 2014 (settima edizione)
Prima pubblicazione: 1922
Genere: racconto
Pagine: 105
Prezzo: 10 euro

Quarta di copertina
Amok è una parola malese. Indica «una follia rabbiosa, una specie di idrofobia umana... un accesso di monomania omicida, insensata, non paragonabile a nessun’altra intossicazione alcolica». Lo sa bene la voce narrante di questa tesa novella – un medico dai tanti conti in sospeso: con la giustizia, con la professione, con la propria vita ormai annientata. E su una grande e rumorosa città natante che fende l’Oceano Indiano, e ricorda la non meno fatale nave della Novella degli scacchi, una confessione simile a un delirio ricrea davanti ai nostri occhi un mondo coloniale che «divora l’anima e succhia il midollo dalle ossa», scatenando forze capaci di scardinare in un attimo ordinate esistenze. Un mondo febbrile dove si scontrano la protervia di una donna di imperiosa bellezza, convinta che tutto si compri col denaro, e la divorante passione di un uomo cui i tropici e la solitudine hanno sviato la mente e i sensi. La nave va verso un’Europa ormai crepuscolare, verso una conclusione ineluttabile, lontano dalla giungla e dalla città d’acqua in cui i due hanno giocato una partita dall’esito segnato sin dal primo incontro: «Nel giro di un’ora, da che quella donna era entrata nella mia stanza, mi ero buttato la vita alle spalle lanciandomi alla cieca nel furore dell’amok».

Recensione
Amok è uno dei più celebri racconti dello scrittore austriaco Stefan Zweig che scrisse nel 1922.
Il protagonista è un passeggero della nave Oceania, in viaggio da Calcutta a Napoli, il quale incontra un dottore che fuma solitario quando di notte non c'è nessuno in giro. Il dottore narrerà al passeggero di provenire dalle Indie Orientali Olandesi in cui vi ha lavorato per sei anni in uno sperduto villaggio e di come un giorno bussò alla sua porta una donna inglese che gli chiedeva una interruzione di gravidanza da fare in segreto per non rovinare la sua reputazione (visto che era sposata ma era rimasta incinta dal suo amante) in cambio di un'alta somma di denaro. A quel punto al medico gli prende l'amok (dal malese una follia rabbiosa, una specie di idrofobia umana... Amok è una sindrome culturale tipica del sud-est asiatico, caratterizzata da una improvvisa esplosione di violenza che spinge chi ne è colpito a uccidere prima i familiari e poi, correndo all’impazzata, tutti coloro che incontra sulla sua strada; la violenza può essere scatenata da una qualche perdita familiare o da insulti subiti. Per sindrome culturale si intende un quadro clinico che unisce disturbi somatici e psichici, con un significato particolare e tipico di un certo spazio culturale o gruppo etnico”. ) e vedremo che questa sua ossessione non gli porterà nulla di buono dal momento in cui si rifiuterà di farla abortire in cambio di qualcos'altro.

Prima opera di Zweig che leggo e devo dire che ha una prosa e uno stile baroccheggianti, riesce a intessere una storia intensa e viva, coinvolgente fin dall'inizio. Di per sé la storia che ci narra potrebbe apparire anche banale, sennonché il suo stile e il modo di narrarcela la rende avvincente e melodrammatica e ricca di eleganza.

[Recensione] Creatura del fuoco - Ian Watson

Titolo: Creatura del fuoco
Titolo originale: The Fire Worm
Autore: Ian Watson
Traduttrice: Marina Visentin
Editore: Mondadori
Collana: Urania #1599
Pubblicazione: 23 ottobre 2013
Prima pubblicazione: 1988
Genere: fantascienza, horror
Pagine: 238
Prezzo: 9 euro

Quarta di copertina
Che un rettile fiammeggiante esista davvero a Tynemouth, e che spii dalle caverne inviando segnali paranormali sotto la crosta sottile d’Inghilterra, sembra la trama di un romanzo. Invece lo psichiatra John Cunningham deve ricredersi e ascoltare molto attentamente i discorsi di Tommy, un paziente schizofrenico che comincia a raccontargli un’esistenza precedente. Il medico-scrittore si trova di fronte a un’ipotesi sconcertante: che una leggenda locale, la Creatura di Lambton, non sia affatto il frutto di una fantasia malata ma degli esperimenti parabiologici compiuti da Raimondo Lullo. Con conseguenze molto pericolose per il mondo di superficie…

Recensione
Prima opera di Ian Watson che leggo.

Di tanto in tanto sento il bisogno di spulciare e leggere un bell'Urania (per chi non lo sapesse, è una collana di romanzi e/o racconti di fantascienza che esce ogni mese in edicola e curata dal grande Giuseppe Lippi, purtroppo da poco scomparso) e stavolta ho pescato un romanzo di Ian Watson, un autore inglese celebre per aver scritto la sceneggiatura cinematografica del film A. I. Intelligenza Artificiale. Egli pubblicò questo romanzo nel 1988 e in Italia era ancora inedito, fino a questa pubblicazione del 2013 con la traduzione di Marina Visentin.

[Recensione] L'ombra cinese - Georges Simenon

Titolo: L'ombra cinese
Titolo originale: L'ombre chinoise
Autore: Georges Simenon
Traduttrice:  Rita de Letteriis
Editore: Adelphi
Serie: Commissario Maigret #13
Pubblicazione: 29 febbraio 2012
Prima pubblicazione: 1932
Genere: giallo
Pagine: 143
Prezzo: 10 euro

Quarta di copertina
«Su un angolo della scrivania c’era, aperto, il bollettino della polizia con le foto segnaletiche di una ventina di ricercati. Quasi tutte facce dai tratti bestiali, che portavano il marchio della depravazione. «“Ernst Strowitz, condannato in contumacia dal Tribunale di Caen per aver ammazzato una contadina sulla strada per Bénouville...”. «E la postilla, in rosso: «“Pericoloso. Gira sempre armato”. «Un tipo destinato a vender cara la pelle. Maigret, tuttavia, avrebbe preferito aver a che fare con lui piuttosto che con quel vischioso grigiore, con quelle storie di vicende familiari, con quel delitto ancora inesplicabile ma che sospettava atroce».

Recensione
Maigret deve indagare sull'assassinio di un imprenditore ucciso da un colpo di pistola al cuore e ben presto si renderà conto che attorno alla sua vita ruotano tre donne: la sua ex moglie, la sua attuale e la sua amante.

Anche stavolta ho azzeccato il colpevole e anche per questo ho scelto tre stelle invece di quattro, ma per il resto l'intreccio resta appassionante e pieno di colpi di scena (alcuni un po' telefonati). Si può uccidere per soldi o per odio, in questo caso per entrambe le cose.

martedì 21 aprile 2020

[Recensione] Morti favolose degli antichi - Dino Baldi

Titolo: Morti favolose degli antichi
Autore: Dino Baldi
Editore: Quodlibet
Collana: Compagnia Extra
Pubblicazione: 5 maggio 2010
Genere: saggio
Pagine: 396
Prezzo: 16 euro

Quarta di copertina
Il libro racconta i casi di morte più ammirevoli, impressionanti ed esemplari tratti dall’antichità greca e latina. Sono qui raccolte come in un repertorio le morti di poeti, filosofi, re, eroi, condottieri, imperatori, inventori, atleti, popoli interi e città.
Perché questo interesse ai modi di morire dell’antichità?

Perché gli antichi, ignari di quello sterile attaccamento alla vita che caratterizza l’epoca moderna, avevano elaborato forme classiche, canoni e modelli per morire in modo significativo: cioè in modo ambizioso, elaborato e appropriato per la vita di ciascuno. Sapevano gli antichi che la morte non è qualcosa che viene da fuori a prenderci e portarci via, ma è ancora pienamente dentro la vita, ci rappresenta e ci rappresenterà per sempre. 

Recensione
Interessante saggio che raccoglie la narrazione di morti favolose, strane, buffe, tragiche, misteriose e divine. L'autore infatti ci illustrerà le morti di poeti, atleti, pensatori, re, condottieri, tiranni, imperatori, popoli, città, eserciti ma anche celesti sparizioni, selvaggi omicidi, suicidi controvoglia, morti per mano dei parenti, morti improvvise per cause naturali, suicidi a testa alta e dulcis in fundo quasi morti, quasi vivi.

[Recensione] Le palline di zucchero della Fata Turchina - Piero Dorfles

Titolo: Le palline di zucchero della Fata Turchina
Sottitolo: Indagine su Pinocchio
Autore: Piero Dorfles
Editore: Garzanti
Collana: Saggi
Pubblicazione: 22 novembre 2018
Genere: saggio
Pagine: 185
Prezzo: 16 euro

Quarta di copertina
Le avventure di Pinocchio è uno dei libri più noti al mondo: ogni anno si aggiungono nuove versioni teatrali, cinematografiche e a fumetti. I protagonisti - da Lucignolo al Grillo Parlante, da Mangiafoco al Gatto e la Volpe - sono entrati nell'immaginario collettivo a simboleggiare vizi e virtù del nostro paese. Ma qual è il segreto del suo successo? Perché il burattino nato dalle mani di Geppetto è diventato così popolare? Riportandoci come per incanto a spasso tra il Paese dei Balocchi e l'osteria del Gambero rosso, Piero Dorfles ci dimostra come in fondo non possiamo fare a meno di questo burattino perché in lui ci riconosciamo, perché è il simbolo del nostro essere stati giovani, monelli e incoscienti. Noi lo amiamo così tanto perché rappresenta tutto quello che, diventati adulti, a lungo rimpiangiamo: l'essere liberi, senza senso del dovere né complessi di colpa. In altre parole, perché Pinocchio siamo noi, e rappresenta quello che siamo stati, quello che crescendo siamo diventati, e insieme le nostre aspirazioni più profonde per quello che saremo.

Recensione
Piero Dorfles, critico letterario, analizza il romanzo di Collodi, Pinocchio, in modo preciso e facendo emergere interessanti curiosità e collegamenti letterari nonché tematiche che a una lettura superficiale non ci avresti fatto caso. Ho apprezzato lo studio scientifico che ha fatto il professore, tanto è vero che a fine libro egli ha inserito una completa bibliografia su questo suo studio.
Consigliato se vuoi approfondire in modo letterario e scientifico il celebre capolavoro di Collodi.

[Recensione] Il viaggiatore - Stig Dagerman

Titolo: Il viaggiatore
Titolo originale: Dikter, noveller, prosafragment
Autore: Stig Dagerman
Traduttore: Gino Tozzetti
Editore: Iperborea
Collana: Narrativa #23
Pubblicazione: 17 marzo 2014 (settima edizione)
Prima pubblicazione: 1 gennaio 1991
Genere: racconti
Pagine: 140
Prezzo: 9,50 euro

Quarta di copertina
Anarchico viscerale incapace di accontentarsi di verità ricevute, vulnerabile e malato di “simpatia”, Dagerman appartiene alla famiglia dei Kafka e dei Camus, dei ribelli alla condizione umana. “Sua colpa fu l’innocenza”, lascia scritto come epitaffio nel Viaggiatore, la colpa di chi ha scelto di non venire a patti con la vita, non riuscendo a perdonare a se stesso neppure di aver fatto della sua disperazione un’opera d’arte. “Le grandi tragedie”, dice un suo personaggio, “sono già tutte accadute nel passato”, quelle che restano oggi sono soltanto “tragedie minori”. E “tragedie minori”, appunto, sono quelle che esplora in questi racconti, momenti di epifania in cui i protagonisti, quasi tutti adolescenti e bambini, sono costretti a riconoscere che la “grande tragedia” dell’ingiustizia del mondo si incarna nella loro piccola quotidianità, e li ha marchiati per sempre, relegandoli nel lato ombra della vita. Un giorno, come spiragli di fuga, compaiono nella loro esistenza i simboli di un destino diverso: un’auto da Stoccolma, una scacchiera da viaggio, un berretto da liceale, un lord che cerca l’acqua verde. Ma l’illusione del riscatto rende ancora più amara e ineluttabile la sconfitta: per Dagerman, come per i suoi personaggi, è “troppo tardi” per la felicità. La libertà, l’amicizia, il calore appartengono a un mondo in cui saranno sempre degli estranei: come i fuochi della notte di San Giovanni brillano lontano, dall’altra parte della baia, dove loro semplicemente “non esistono”.

Recensione
Questo libro raccoglie dei racconti brevi dello scrittore svedese Stig Dagerman, morto suicida a soli 31 anni. Il tema centrale - a mio modesto parere - di questa raccolta è la tragedia: il bambino che viene per sbaglio ucciso mentre attraversa la strada (Uccidere un bambino) o la nonna traumatizzata dalla guerra (A casa della nonna) per citarne un paio. Lo stile di Stig è impregnato di solitudine e tristezza, in ogni racconto emerge la povertà dell'uomo (sia fisica che spirituale), e non a caso quasi tutti i protagonisti sono dei bambini (che guardano il mondo con ancora innocenza).

L'uomo che ama trova una conchiglia sulla spiaggia. Quando la porta all'orecchio non sente né il mare né il vento né gli angeli, ma la sua stessa voce che canta: Ti amo. Non ha mai udito niente di così bello.

[Recensione] Frankenstein - Mary Shelley

Titolo: Frankenstein
Sottotitolo: Ovvero il moderno Prometeo
Titolo originale: Frankenstein; or, The Modern Prometheus
Autrice: Mary Wollstonecraft Shelley
Editore: Crescere
Genere: fantastico, horror
Pubblicazione: 1 gennaio 2004
Prima pubblicazione: 1818
Pagine: 224
Prezzo: 7,90 euro

Quarta di copertina
Un giovane esploratore scrive alla sorella Margareth degli avvenimenti che si susseguono e della storia incredibile di un naufrago che si presenta come dottor Victor Frankenstein di Ginevra. Il dottor Frankenstein inizia il suo racconto narrando della sua infanzia e della scomparsa precoce della madre ammalata di scarlattina. Caduto in un trauma psicologico, Frankenstein coltiva un sogno impossibile: creare un essere umano più intelligente e di lunga vita. Dopo aver assimilato conoscenze mediche insperate comincia a studiare la decomposizione dei cadaveri, acquisendo la conoscenza che gli permetterà di generare una creatura vivente da materia inanimata. Comincerà per il dottore un incubo fatto di follia ed omicidi da parte del mostro che ha generato ,ed una lunga caccia per vendicarne le gesta seguendo le sue tracce per tutto il mondo, fino al Polo Nord, dove qui incontra il capitano Walton, e qui finisce il racconto di Frankenstein. Walton scrive un'altra lettera alla sorella, in cui le racconta la morte dell'amico Victor e di come egli avesse promesso di continuare la sua impresa per uccidere il mostro...

Recensione
Era da anni che desideravo accostarmi a questo celebre romanzo gotico e in questi giorni ce l'ho fatta. Tutti conosciamo il dottor Frankenstein che crea un mostro (non ci verrà mai detto il nome) assemblando parti diverse di cadavere umano e tale mostro, dapprima buono, diventa pericoloso e cattivo. Personalmente ho in mente la versione cinematografica Frankenstein Junior (regia di Mel Brooks con uno scoppiettante Gene Wilder) che però è una parodia comica del romanzo della Shelley.

Il dottor Frankenstein diventa medico e scienziato e decide, dopo molti studi ed esperimenti, di crearsi una propria creatura: e ci riesce! Dalla materia inerte tira fuori la vita, insomma, il dottore prova a sfidare Dio e vediamo ben presto che questo suo esperimento gli si ritorcerà pesantemente contro.
In sintesi egli diventa cattivo perché non viene accettato, si sente diverso dagli esseri umani e quindi destinato a vivere da solo. E alla fine del romanzo ti ronza questa domanda: chi era davvero il mostro della storia? Il creatore o la creatura?

[Recensione] Il caso Saint-Fiacre - Georges Simenon

Titolo: Il caso Saint-Fiacre
Titolo originale: L'Affaire Saint-Fiacre
Autore: Georges Simenon
Traduttore: Giorgio Pinotti
Editore: Adelphi
Serie: Commissario Maigret #14
Pubblicazione: 29 febbraio 2012
Prima pubblicazione: gennaio 1932
Genere: giallo
Pagine: 148
Prezzo: 10 euro

Quarta di copertina
«La contessa di Saint-Fiacre teneva ancora la faccia tra le mani. Era rigida, immobile, come la maggior parte delle altre vecchie. «“Ite missa est... La messa è finita...”. «Solo allora Maigret capì quanto era stato angosciato. Quasi non se n’era reso conto. Senza volerlo sospirò di sollievo [...]. «Ancora tre persone... Due... Qualcuno spostò una sedia... Rimaneva solo la contessa, e Maigret ebbe un fremito d’impazienza... «Il sacrestano, che aveva concluso il suo compito, gettò uno sguardo alla signora di Saint-Fiacre, e un’espressione dubbiosa gli si dipinse sul volto. In quel medesimo istante il commissario avanzò. «Giunti accanto a lei, rimasero entrambi stupiti di quell’immobilità e cercarono di vedere il volto che le mani giunte continuavano a nascondere. «Turbato, Maigret le sfiorò una spalla. Il corpo vacillò, come se fino a quel momento fosse stato sorretto da un filo, poi rotolò a terra e rimase inerte. «La contessa di Saint-Fiacre era morta».

Recensione
Il commissario Maigret riceve un biglietto anonimo il quale annuncia un delitto che avverrà nella chiesa del suo paese natale, Saint-Fiacre. Maigret allora, incuriosito, decide di assistere alla Messa ed effettivamente una persona a lui cara muore: si tratta della contessa di Saint-Fiacre, per la quale suo padre ha lavorato in passato come intendente del castello. Sembra un delitto perfetto, chi sarà stato il colpevole?

lunedì 20 aprile 2020

[Recensione] Oltre l'inverno - Isabel Allende

Titolo: Oltre l'inverno
Titolo originale: Más allá del invierno
Autrice: Isabel Allende
Traduttrice: Elena Liverani
Editore: Feltrinelli
Pubblicazione: 9 novembre 2017
Genere: romanzo
Pagine: 304
Prezzo: 9,90 euro

Quarta di copertina
Lucía, cilena espatriata in Canada negli anni del brutale insediamento di Pinochet, ha una storia segnata da profonde cicatrici: la sparizione del fratello all’inizio del regime, un matrimonio fallito, una battaglia contro il cancro, ma ha anche una figlia indipendente e vitale e molta voglia di lasciarsi alle spalle l’inverno. E quando arriva a Brooklyn per un semestre come visiting professor si predispone con saggezza a godere della vita.
Richard è un professore universitario spigoloso e appartato. Anche a lui la vita ha lasciato profonde ferite, inutilmente annegate nell’alcol e ora lenite solo dal ferreo autocontrollo con cui gestisce la sua solitudine; la morte di due figli e il suicidio della moglie l’hanno anestetizzato, ma la scossa che gli darà la fresca e spontanea vitalità di Lucía restituirà un senso alla sua esistenza.
La giovanissima Evelyn è dovuta fuggire dal Guatemala dove era diventata l’obiettivo di pericolose gang criminali. Arrivata avventurosamente negli Stati Uniti, trova impiego presso una facoltosa famiglia dagli equilibri particolarmente violenti: un figlio disabile rifiutato dal padre, una madre vittima di abusi da parte del marito e alcolizzata, un padre coinvolto in loschi traffici.

Un incidente d’auto e il ritrovamento di un cadavere nel bagagliaio della macchina che saranno costretti a far sparire uniranno i destini dei tre protagonisti per alcuni lunghi giorni in cui si scatena una memorabile tempesta di neve che li terrà sotto assedio.

Recensione
Prima opera che porto a termine di lettura della Allende, visto che qualche anno fa avevo iniziato e poi abbandonato Eva Luna. Ho acquistato questo romanzo perché mi ispirava il titolo, non conoscevo nulla della trama.

domenica 19 aprile 2020

Classifica dei libri più venduti (19 aprile 2020)

Domenica 19 aprile 2020

Dati relativi alla settimana da lunedì 6 a domenica 12 aprile

Top 10 dei libri più venduti in Italia


1) Spillover by David Quammen "Spillover" di David Quammen
2) I cerchi nell'acqua by Alessandro Robecchi "I cerchi nell'acqua" di Alessandro Robecchi
3) La misura del tempo by Gianrico Carofiglio "La misura del tempo" di Gianrico Carofiglio
4) Il fuoco della vendetta by Wilbur Smith "Il fuoco della vendetta" di W. Smith, T. Harper
5) I leoni di Sicilia by Stefania Auci "I leoni di Sicilia" di Stefania Auci
6) Harry Potter e la pietra filosofale by J.K. Rowling "Harry Potter e la pietra filosofale" di J.K. Rowling
7) Storia della bambina perduta (L'amica geniale, #4) by Elena Ferrante "Storia della bambina perduta" di Elena Ferrante
8) Storia di chi fugge e di chi resta (L'amica geniale, #3) by Elena Ferrante "Storia di chi fugge e di chi resta" di Elena Ferrante
9) La fiamma nel buio by Michael Connelly "La fiamma nel buio" di Michael Connelly
10) Profezie Che cosa ci riserva il futuro by Sylvia Browne "Profezie" di S. Browne, L. Harrison


Classifiche per categorie

NARRATIVA ITALIANA

giovedì 16 aprile 2020

[Recensione] Viaggio intorno alla mia camera - Xavier de Maistre

Titolo: Viaggio intorno alla mia camera
Titolo originale: Voyage autour de ma chambre
Autore: Xavier de Maistre
Traduttore: Carmelo Geraci
Editore: Moretti &Vitali
Collana: Il castello di Atlante
Pubblicazione: 1 dicembre 1999
Prima pubblicazione:1794
Genere: diario, biografico
Pagine: 258
Prezzo: 15,49

Quarta di copertina
Questa nuova traduzione del Voyage autour de ma chambre e della Expédition nocturne autour de ma chambre di Xavier de Maistre – accompagnata dalla traduzione della brillante prefazione di Joseph de Maistre all’edizione pietroburghese del Voyage del 1811 – ripropone al godimento e alla meditazione dei lettori le pagine di un autore che certamente possiede in som­mo grado il requisito tolstoiano della “comunicatività”, e il cui stile, come quello di tutti i classici, è «nuovo e antico, natural­mente contemporaneo di tutte le epoche». Ritenuto in passato ora un flâneur ora un umorista, Xavier de Maistre manifesta in realtà in queste pagine una dimensione ben più complessa e profonda: se la fanta­sticheria e l’umorismo sono aspetti caratteristici del Voyage e della Expédition nocturne – qui tradotta da un testo in parte nuo­vo, recentemente scoperto – la personalità e gli interessi dell’autore vi appaiono ben più ricchi e articolati; e se è vero che «nel­l’area intermedia tra le emozioni superfi­ciali e le passioni oscure dell’anima egli era re», non è men vero che la sua umanità tendeva a realizzarsi con lo strumento let­terario così com’era, cioè tutta intera.

Recensione
Un giovane ufficiale di stanza ad Alessandria, fratello minore del celebre Joseph (famoso per Le serate di Pietroburgo), Xavier de Maistre venne arrestato nel 1790 per aver partecipato a un duello. Per punizione viene messo in quarantena a Torino e nei quarantadue giorni di forzata inattività e di noia che ne seguirono compose senza alcuna velleità letteraria questa breve opera che, pubblicata cinque anni dopo, venne immediatamente salutata come un piccolo capolavoro.

Consigliato da un amico, ho deciso di leggere questo piccolo capolavoro sconosciuto ai più scritto alla fine del 1700. La storia è autobiografica, infatti ci descrive i viaggi sia fisici ma soprattutto mentali di questo giovane soldato obbligato a restare chiuso in quattro mura ma libero di spaziare con la sua fantasia. Così parte dallo scrittoio per giungere ai quadri appesi, ci descrive il suo servitore e quello che vede dalla finestra, fino ai suoi amori passati. Questa edizione contiene anche una sorta di seguito, ovvero Spedizione notturna nella mia camera, che mi è piaciuto di meno. 

[Recensione] L'allegra apocalisse - Arto Paasilinna

Titolo: L'allegra apocalisse
Titolo originale: Maailman paras kylä
Autore: Arto Paasilinna
Traduttore: Nicola Rainò
Editore: Iperborea
Collana: Narrativa #189
Pubblicazione: 5 febbraio 2011
Prima pubblicazione: 1992
Genere: umoristico, romanzo
Pagine: 315
Prezzo: 16 euro

Quarta di copertina
La Terra non ci sopporta più. E basta un'enorme sbronza collettiva a New York per i festeggiamenti del nuovo Millennio e uno sciopero dei netturbini di Manhattan a scatenare una disastrosa catastrofe ecologica. Ah, mondo infame! Sarà arrivata l'Apocalisse? Parigi è finita sotto sei metri d'acqua e i pesci si aggirano per le strade e i caffè di Montparnasse, a San Pietroburgo esplode una centrale nucleare, nel mondo stravolto si scatena la Terza guerra mondiale, mancano le fonti di energia e l'economia globale è crollata. Ma in mezzo ai boschi del Kainuu, nella Finlandia centrale, Asser Toropainen, un vecchio comunista "grande bruciachiese", in punto di morte ha destinato tutti i suoi beni per costruire un tempio. E tutt'attorno quest'improbabile santuario è cresciuta una comunità silvestre di gente laboriosa e gaudente che vive di caccia pesca e giardinaggio, in autarchia e prosperità, indifferente alla catastrofe universale. Un gruppo di strampalati personaggi paasilinniani tanto geniali quanto testardi, che naviga in mezzo ai marosi di un pianeta che va in malora con l'incoscienza di un'Utopia senza tempo. Paasilinna immagina un passato e un futuro nemmeno così lontani, contemplando la vanità delle ideologie e del consumismo, e le farneticazioni della nostra civiltà inutilmente complicata. E se l'Apocalisse deve venire, che venga pure. Paasilinna non è certo il tipo da farsene un problema.

Recensione
Prima opera che leggo di Arto Paasilinna.

In mezzo ai boschi del Kainuu, nella Finlandia centrale, Asser Toropainen, un vecchio comunista "grande bruciachiese", in punto di morte ha destinato tutti i suoi beni per costruire un tempio. E tutt'attorno quest'improbabile santuario è cresciuta una comunità, grazie a suo nipote Eemeli, di gente laboriosa e gaudente che vive di caccia pesca e giardinaggio, in autarchia e prosperità, indifferente alla Guerra Mondiale che si sta scatenando.

Come ho già ribadito all'inizio, questa è la prima opera che leggo di Arto e la prima in assoluto di un autore finlandese. Certamente lo stile dell'autore è umoristico, sarcastico (cose che apprezzo sempre), ma a me non ha colpito, anzi, spesso mi ha annoiato. Avevo scelto questo romanzo dal titolo visto che siamo tutti, in questo periodo, confinati a casa per la quarantena da questo terribile virus (Covid-19), era anche un modo per sdrammatizzare la situazione. La storia contiene eventi bizzarri e surreali (uno tra tutti: l'operazione di bypass a un orso malato di cuore) ma, ripeto, non mi ha fatto sbellicare dalle risate e neanche sorridere. Peccato, davvero.

[Recensione] Bartleby lo scrivano - Herman Melville

Titolo: Bartleby lo scrivano
Titolo originale: Bartleby, the Scrivener: A Story of Wall Street
Autore: Herman Melville
Traduttore: Gianni Celati
Editore: Feltrinelli
Pubblicazione: 27 giugno 2015
Prima pubblicazione: dicembre 1853
Genere: racconto lungo
Pagine: 110
Prezzo: 8,50

Quarta di copertina
Bartleby lo scrivano, apparso nel 1853, tra i più bei racconti dell'epoca moderna, parla di un comico scrivano che rivendica l'ozio e il silenzio, contro tutte le pressioni dell'utilitarismo americano. Imitato, meditato e tradotto da alcuni dei massimi scrittori contemporanei, come Borges, Beckett, Michel Leiris, Georges Perec, Italo Calvino (che intendeva dedicargli l'ultima delle sue Lezioni americane), è anche una parabola sul lavoro di scrivere destinata a sconvolgere molte idee. La traduzione di Gianni Celati ce lo restituisce in tutta la sua freschezza, con una umoristica adesione ai tic di Bartleby (per esempio la sua celebre frase: "Avrei preferenza di no"). Inoltre Celati presenta un suo studio sull'esilarante scrivano, la versione delle lettere di Melville nel burrascoso periodo di passaggio da Moby Dick a "Bartleby", ed un elenco ragionato delle varie interpretazioni del racconto.

Recensione
Avevo già letto il capolavoro di Melville, Moby-Dick or, the Whale e mi sono avvicinato con molto piacere a questo suo racconto lungo.

Siamo a New York (precisamente a Wall Street) e qua il narratore, avvocato, assume un taciturno ragazzo di nome Bartleby come copista nel suo ufficio. I primi giorni sembra essere affidabile ed instancabile, fino a quando arriva un giorno in cui egli si rifiuta di svolgere dei compiti che il suo capo gli assegna.

Questo racconto si interroga sull'essenza della nuova società statunitense. Lo scrivano Bartleby pian piano decide di annullarsi, sottraendosi agli ordini ricevuti, fino ad essere arrestato. Sicuramente l'avvocato rappresenta la Legge, mentre lo scrivano colui che disubbidisce ad essa rispondendo sempre: "preferirei di no!". Melville ci descrive così un'acuta analisi di una trasgressività individuale, destinata a infrangersi contro la società americana.