giovedì 9 aprile 2020

[Recensione] Avventura nell'Artico - Arthur C. Doyle

Titolo: Avventura nell'Artico
Sottotitolo: Sei mesi a bordo della baleniera Hope
Titolo originale: Dangerous Work: Diary of an Arctic Adventure
Autore: Arthur Conan Doyle
Traduttore: Davide Sapienza
Editore: UTET
Pubblicazione: 29 novembre 2016
Prima pubblicazione: 1 settembre 2012
Genere: diario, viaggio
Pagine: 256
Prezzo: 20,90

Quarta di copertina
Nel 1880 il giovane Arthur Conan Doyle, ancora studente universitario, si imbarca quasi per caso come medico di bordo sulla baleniera Hope, diretta al Polo Nord: i lunghi mesi che seguiranno, tra cacce sanguinose, animali feroci, esplorazioni, tempeste e comiche disavventure, cambieranno la sua vita per sempre.
Avventura nell’Artico è il diario in cui Conan Doyle racconta le sue esperienze in quelle regioni remote e sconosciute, un personale romanzo di formazione tra i ghiacci del Polo. E quando non bastano le parole, aggiunge minuziose illustrazioni: disegna barche, marinai, balene, orsi polari, panorami e tramonti tracciati a colori nei momenti di tranquillità, cullato dal rollio placido della nave. Di pagina in pagina, il libro rivela una doppia anima: è un diario di viaggio, che ricostruisce la prassi della caccia alle balene, la quotidiana lotta per la sopravvivenza dei marinai e l’interesse crescente per il mito dell’Artico, ancora tutto da conquistare; ma è anche un’opera già dal sapore letterario, fonte d’ispirazione per romanzi e racconti. Un vero e proprio scrigno di immagini e suggestioni, in cui il futuro inventore di Sherlock Holmes custodirà per sempre la dimensione epica della giovinezza e l’archetipo di ogni avventura: «Dietro di noi il riverbero luccicava debolmente sino a svanire e io avevo visto, probabilmente per l’ultima volta, a parte nei miei sogni, l’oceano di Groenlandia».


«Forse Conan Doyle non si vedeva come uno scrittore all’epoca, ma le sue parole, spesso scritte con le mani gelate su una nave beccheggiante, mostrano già lo spirito di un narratore» - Bill Streever, The New York Times

Recensione
Questo libro è una perla perché ci da la possibilità di leggere il diario originale dello scrittore Conan Doyle, il creatore del detective più famoso al mondo Sherlock Holmes, che a 20 anni decise di imbarcarsi sulla Hope, una baleniera, come medico di bordo. Non solo troveremo il diario dell'autore ma anche i disegni che lui stesso faceva durante questa straordinaria avventura nei freddi mari artici. Inoltre sono presenti due articoli su questa impresa e anche un racconto di Sherlock Holmes che tratta dell'omicidio di un capitano di una baleniera, ovvero Il capitano della Pole Star.

Scoprire questo lato avventuroso di Conan Doyle è stato intrigante e interessante, il giovane medico decide a 20 anni di prendersi una pausa dalle fatiche da studente e si imbarca, per sostituire un collega, su una baleniera. Certo le descrizioni di come venivano trucidate le povere foche (prese letteralmente a bastonate in testa), uccelli e balene non è entusiasmante (uccidono anche gli orsi polari) e quindi sconsiglio la lettura agli amanti degli animali. Quello che emerge e colpisce è quel genuino spirito di avventura che avevano quei marinai e che lo stesso Conan riesce a trasmetterci, quel senso di voglia di superare e scoprire l'ignoto che è sempre insito in ognuno di noi esseri umani. Credo che gli unici scrittori che abbiano avuto esperienze su una baleniera siano stati Conan Doyle e Herman Melville se non erro.

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