mercoledì 22 aprile 2020

[Recensione] Creatura del fuoco - Ian Watson

Titolo: Creatura del fuoco
Titolo originale: The Fire Worm
Autore: Ian Watson
Traduttrice: Marina Visentin
Editore: Mondadori
Collana: Urania #1599
Pubblicazione: 23 ottobre 2013
Prima pubblicazione: 1988
Genere: fantascienza, horror
Pagine: 238
Prezzo: 9 euro

Quarta di copertina
Che un rettile fiammeggiante esista davvero a Tynemouth, e che spii dalle caverne inviando segnali paranormali sotto la crosta sottile d’Inghilterra, sembra la trama di un romanzo. Invece lo psichiatra John Cunningham deve ricredersi e ascoltare molto attentamente i discorsi di Tommy, un paziente schizofrenico che comincia a raccontargli un’esistenza precedente. Il medico-scrittore si trova di fronte a un’ipotesi sconcertante: che una leggenda locale, la Creatura di Lambton, non sia affatto il frutto di una fantasia malata ma degli esperimenti parabiologici compiuti da Raimondo Lullo. Con conseguenze molto pericolose per il mondo di superficie…

Recensione
Prima opera di Ian Watson che leggo.

Di tanto in tanto sento il bisogno di spulciare e leggere un bell'Urania (per chi non lo sapesse, è una collana di romanzi e/o racconti di fantascienza che esce ogni mese in edicola e curata dal grande Giuseppe Lippi, purtroppo da poco scomparso) e stavolta ho pescato un romanzo di Ian Watson, un autore inglese celebre per aver scritto la sceneggiatura cinematografica del film A. I. Intelligenza Artificiale. Egli pubblicò questo romanzo nel 1988 e in Italia era ancora inedito, fino a questa pubblicazione del 2013 con la traduzione di Marina Visentin.

Il protagonista è uno psicologo, John Cunningham, il quale utilizza una terapia di regressione ipnotica sui suoi pazienti per capire la cause dei loro traumi e provare così a liberarli da essi. Tale tecnica si chiama TVP (Terapia delle Vite Precedenti) che consiste nell' analizzare le loro vite precedenti, una sorta di reincarnazione/confessione. John ha un suo lato nascosto, una sorta di alter-ego scrittore che chiama Jack, il quale scrive romanzi horror ispirandosi ai casi che segue da psicologo e arricchendoli con la sua fantasia. Quando inizierà a seguire il paziente Tony Smith verrà a galla un misterioso mostro di fuoco, una sorta di leggenda che si tramanda di generazione in generazione.

Questo romanzo, come capita spesso agli autori di fantascienza, era prima un racconto dal titolo "Jingling Geordie's Hole" che poi Ian decise di espandere sotto forma di romanzo. Ahimè, secondo me era meglio che lo lasciava come racconto e basta perché, purtroppo, la narrazione ben presto risulta poco fluida e piena di personaggi descritti minuziosamente e poi dimenticati, e passaggi e fatti che quasi nulla avranno a che fare con la storia che lentamente (molto lentamente) ci viene via via dipanata tra una seduta e l'altra.
Purtroppo la storia risulta caotica, allungata, spesso noiosa (difatti viene spesso la tentazione di saltare alcune pagine, purtroppo) e prevedibile. Ho apprezzato il clima horror che permea (quasi) tutto il romanzo, quel misterioso mostro che non si capisce bene come possa esistere, e sicuramente rientra anche nel genere fantascientifico visto il continuo viaggiare indietro nel tempo nelle diverse reincarnazioni del povero Tony. Viene spesso richiamata la tematica dell'AIDS (io stesso ho pensato che il mostro non sia altro che la paura degli uomini verso questo terribile virus molto presente negli anni 80).
Poteva fare molto meglio Watson ed è un peccato, perché si evince tutta la sua cultura, le pagine ne sono permeate ma ha adottato uno stile che risulta poco ispirato.

Voglio concludere citando questa critica degli studiosi John Clute e Peter Nicholls su Ian Watson: "la sua narrativa, a volte obiettivamente ardua nella sua complessità, può essere vista come una vivace rivolta contro l'oppressione intellettuale e politica, ma anche come una dichiarazione dei limiti - almeno per quanto riguarda gli esseri umani - del concetto di realtà".

Naturalmente leggerò altre sue opere, perché mi ha molto incuriosito.

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