domenica 31 dicembre 2023

[Recensione] Sherlock Holmes e l'avventura del demone cinese - Gianfranco Sherwood

 


SHERLOCK HOLMES E L'AVVENTURA DEL DEMONE CINESE || Gianfranco Sherwood || Delos Digital || 2014 || 63 pagine

Quando Charles Wynne chiede a Sherlock Holmes di aiutarlo a sconfiggere la demoniaca entità che perseguita la propria famiglia, l'inquilino di Baker Street non dubita di poter chiarire facilmente ciò gli pare solo un banale inganno. Ma lui e il dottor Watson potranno venire a capo del mistero solo dopo una terribile notte passata nella dimora dei Wynne, sullo sfondo della cupa brughiera del Devon.

RECENSIONE

Un'indagine di Sherlock che va in trasferta nel Devon dove indagherà per scoprire se c'è la presenza di un fantasma o demone in una dimora. La storia mi ha un po' ricordato Il mastino dei Baskerville.

sabato 30 dicembre 2023

[Recensione] Sherlock Holmes sull'isola dei cani - Samuele Nava

 


SHERLOCK HOLMES SULL'ISOLA DEI CANI || Samuele Nava || Delos Digital || 2014 || 21 pagine

La chiamano Isola dei Cani, è la zona portuale di Londra e, tra banchine, acque putride, baraccamenti, ferve di una brulicante attività che non si ferma neppure di notte. Con l’oscurità dilagano i traffici illeciti, la prostituzione, gli incontri clandestini di boxe.
Ed è la morte di un lottatore irlandese a coinvolgere Sherlock Holmes in una nuova indagine. Che ci faceva un ex campione del mondo di boxe in quei sordidi bassifondi? Perché il suo corpo è scomparso dall’obitorio? Ma, soprattutto, perché Sherlock Holmes non si dà pace? Forse perché è lui il boxeur clandestino che ha messo al tappeto il campione.

RECENSIONE

Sherlock Holmes ha davvero ucciso un uomo? In questo racconto indagherà proprio su questo ma ci sarà un'altra verità.

Mi è piaciuta l'atmosfera descritta in questa storia, la zona portuale dove tutto accade di notte.


venerdì 29 dicembre 2023

[Recensione] La guardia al toro - Rex Stout

 


LA GUARDIA AL TORO || Rex Stout || Mondadori || 1990 || 210 pagine

Questa volta, per Nero Wolfe, la via delle orchidee è seminata di spine. Lungo la "via" verso l'esposizione di orchidee, il voluminoso signore rimane vittima di un incidente automobilistico, insieme con Archie Goodwin. Segno del destino? Si sa che Nero Wolfe esce di rado dalla sua casa di arenaria, e ancora più di rado si scomoda dalla sua poltrona per installarsi su un sedile di un'automobile o di qualche altro diabolico veicolo meccanico, Rimasti, dunque, in panne, Nero e Archie vengono ospitati per la notte da Thomas Pratt, proprietario di una tenuta e di una catena di motel. Nero Wolfe non se ne intende molto di bestiame, e quando in casa del suo ospite si presenta una delegazione di allevatori che insistono affinché Thomas rivenda il campione dei tori, Caesar, al signor McMillan, suo ex padrone, s'incuriosisce appena, e sorride. Ma il giorno dopo, Clyde Osgood, il quale aveva scommesso che Pratt non sarebbe rimasto in possesso di Caesar, viene trovato ucciso nel recinto del toro, e la superba bestia sta per essere bruciata, perché colpita da carbonchio. Allora la curiosità di Nero Wolfe si tramuta in vivo interesse, quindi nel sospetto che dietro Caesar ci sia un "Bruto", La morte di Bronson, uno strano tipo che era legato da interessi a Clyde, solletica definitivamente il genio intuitivo dell'investigatore che non mollerà la "guardia" finché non avrà consegnato il colpevole alla giustizia.

RECENSIONE

Ritorno a leggere le imprese dell'investigatore privato Nero Wolfe (del quale avevo già letto la raccolta Non credo agli alibi) e stavolta non lo troviamo seduto comodamente nel suo salotto ma in trasferta per via di un'esposizione delle sue preziose orchidee ma avviene un incidente con l'auto guidata dal fido suo braccio destro Archie Goodwin e finiscono ad avere a che fare con un toro. Fortunatamente non si faranno del male, ma il toro verrà ucciso e così il nostro Nero dovrà indagare su chi è stato a farlo fuori.

Devo ammettere che ero scettico all'inizio quando conobbi questo investigatore, troppo chiuso in se stesso, non amante della folla, ma col tempo si apprezza la sua intelligenza e i colpi di genio. E per fortuna c'è Archie che ci fa sorridere e stempera un po' certe lunghe elucubrazioni.




[Recensione] Novecento - Alessandro Baricco

 


NOVECENTO || Alessandro Baricco || Feltrinelli || 1994 || 62 pagine

Il Virginian era un piroscafo. Negli anni tra le due guerre faceva la spola tra Europa e America, con il suo carico di miliardari, di emigranti e di gente qualsiasi. Dicono che sul Virginian si esibisse ogni sera un pianista straordinario, dalla tecnica strabiliante, capace di suonare una musica mai sentita prima, meravigliosa. Dicono che la sua storia fosse pazzesca, che fosse nato su quella nave e che da lì non fosse mai sceso. Dicono che nessuno sapesse il perché.

RECENSIONE

Quarta opera che leggo di Baricco, col quale ho uno strano rapporto. Non saprei ancora definire il suo stile, mi lascia sempre con una strana sensazione, non so se succede anche a te. Ho conosciuto questo autore leggendo prima Mr Gwyn (altra opera strana) e poi Seta che fino ad oggi resta l'unica opera che mi è piaciuta di lui. Poi lessi Smith & Wesson che, con Novecento, fa parte del genere versione teatrale e non mi era piaciuto per nulla. Con Novecento non posso dire che non mi sia piaciuto, sicuramente un palmo superiore a Smith & Wesson, ma non mi ha ne incantato ne convinto. Credo che i monologhi teatrali non facciano per me.

sabato 23 dicembre 2023

[Recensione] L'isola - Aldous Huxley

 


L'ISOLA || Aldous Huxley || Mondadori || 1998 || 416 pagine

Naufragato sulle coste inaccessibili dell'immaginaria isola di Pala, un viaggiatore del nostro tempo fa conoscenza con una cultura che si avvicina alla perfezione. Gli abitanti dell'isola, infatti, quasi completamente isolati da ogni contatto con l'esterno, hanno tentato di realizzare un progetto di società ideale, basata sul superamento di ogni complesso, sull'ampliamento della consapevolezza e sulla fusione armonica con la natura. Ma anche questa moderna, solare Utopia è destinata a venire travolta dalla barbara violenza della «civiltà» moderna. Scritto nel periodo in cui l'autore stava realizzando esperimenti con la Mescalina, L'isola, nel suo duplice aspetto di romanzo e di saggio, in netta contrapposizione al precedente romanzo di Huxley Il mondo nuovo, nel quale il futuro era invece rappresentato nella sua drammatica conflittualità tra dilemmi sociali ed esistenziali.

RECENSIONE

Il protagonista, Will, naufraga su un'isola inaccessibile (dell'Oceano Indiano), Pala, dove i suoi abitanti vivono in una piccola società di ispirazione buddista e dove vige la libertà sessuale, una famiglia con più genitori, dove si praticano lo yoga e l'ipnosi e dove si assume anche la moksha (che loro definiscono medicina) che è una sostanza allucinogena che può far toccare il paradiso e anche l'inferno.

Difficile dare una collocazione letteraria a questa opera, perché si "spaccia" per romanzo ma può anche definirsi un saggio su questa utopica società auto-creatasi dall'isolamento in cui vive e che ripudia la nostra società dominata dal consumismo e dalle guerre.

Questo fu l'ultimo romanzo che scrisse Huxley (nel 1962 lo terminò) e si dice abbia fatto ricorso proprio alla mescalina quando lo scrisse. Ripeto, non è facile definire questa opera, se dovessi valutarla come romanzo allora avrebbe molti punti deboli e noiosi, perché contiene tanti discorsi e tratta diversi argomenti sicuramente interessanti ma senza una vera e propria trama alla lunga ti stancano (anche perché i diversi dialoghi presenti sono un pretesto per spiegare i vari aspetti di questa società utopica).

Bellissimo il messaggio di una società ecologica, rispettosa quindi della Natura, anche se poco veritiero visto che alla fine (come succede anche in questa storia) il progresso entrerà di prepotenza (colpa del maledetto petrolio presente nell'isola).


venerdì 15 dicembre 2023

[Recensione] Spia contro spia - Dusko Popov

 


SPIA CONTRO SPIA || Dusko Popov || Sellerio || 2018 || 448 pagine

«Mi fermai a un tavolo dove si giocava al baccarà. Tra i giocatori riconobbi una delle mie bète noire, un lituano dall'aspetto insignificante ma molto ricco, di nome Bloch, particolarmente spavaldo. Non so cosa diavolo mi prese, forse fu il fatto che c'era Fleming alle mie spalle, ma quando Bloch proclamò "banque ouverte!", annunciai con il tono più freddo e distaccato: "Cinquantamila dollari"». Erano soldi che servivano a finanziare un'operazione. Verosimilmente fu questo stile, questo suo modo di fare la spia (e che spia: uno dei più celebri agenti doppi del Novecento) che convinse Ian Fleming a costruire il suo James Bond sul modello vivente di Popov. Nome in codice Triciclo, Dusko Popov è un bon vivant, bello e ricco intellettuale serbo che studia a Friburgo. Uno di quelli che si illudevano di seppellire Hitler con una risata, finirà nelle mani della Gestapo da cui si salva a stento. Riparato a Belgrado, tempo dopo, un ufficiale dell'Abwehr, il controspionaggio tedesco, lo nota e gli propone il reclutamento. Lui è fermamente antinazista ma la prospettiva lo tenta. Così accetta l'arruolamento, prendendo però subito contatto con l’MI6 inglese. E qui comincia la vita da spia raccontata in questo libro: in giro per il mondo, sempre sul filo del rasoio e sempre amando le donne, doppiogiochista ma leale fino alla fine con gli amici. Una carriera con almeno un paio di grandi colpi che hanno inciso nella guerra. «Un classico dello spionaggio» ha detto Graham Greene di "Spia contro spia", perché davvero sembra la trama di un perfetto romanzo di spionaggio. Dusko sa scrivere: gaio, sapiente nel creare la tensione, ironico. Il suo romanzo di una vita sembra il racconto paradossale e frizzante di Ian Fleming, ma corretto da Le Carré. La gaudente leggerezza è quella di James Bond, la metodica professionalità quella di Smiley.

RECENSIONE

Questa biografia mista a romanzo è stata scritta da una vera spia, il doppio agente segreto Dusko Popov, che ha operato durante la Seconda guerra mondiale e che ha ispirato Fleming per James Bond.

Devo ammettere che mi aspettavo una lettura diversa, non dico che non mi sia piaciuta ma spesso mi ha annoiato. Popov ci descrive bene gli intrighi di palazzo dietro la guerra, ha rischiato più volte la vita e lo stesso suo fratello e alcuni suoi amici e colleghi non ce l'hanno fatta (di certo avere a che fare con i nazisti non è come fare una passeggiata). Interessante soprattutto la parte riguardante Pearl Harbor dove Popov ha avvertito con molto anticipo gli americani dell'imminente attacco ma è stato palesemente ignorato e non sa spiegarsi il perché, visto che potevano salvarsi tante vite.

Consigliato a chi ha amato James Bond o i libri di spionaggio.


sabato 9 dicembre 2023

[Recensione] Sherlock Holmes e il mistero della slitta - Enrico Solito

 


SHERLOCK HOLMES E IL MISTERO DELLA SLITTA || Enrico Solito || Delos Digital || 2014 || 67 pagine

Firenze, 1904: Holmes e Watson prendono una vacanza affittando una villa nella parte nord della città, a ridosso delle colline e delle residenze del Re e dei maggiorenti fiorentini. Ma si imbattono in una strana storia, fatta di preti dallo strano carattere, di slitte russe distrutte, e di uno scrittore  americano rapinato: Mark Twain. La morte aleggia nel buio: e non è la cosa peggiore.

RECENSIONE

In questa storia il nostro Sherlock Holmes andrà in trasferta: dalla nebbiosa Londra alla soleggiata Firenze e incontrerà lo scrittore Mark Twain.

Non mi ha entusiasmato più di tanto questa storia.


mercoledì 6 dicembre 2023

[Recensione] Il cammino immortale - Jean-Christophe Rufin

 


IL CAMMINO IMMORTALE || Jean-Christophe Rufin || Ponte alle grazie || 2013 || 208 pagine

Con oltre un milione di visitatori dal 2005 ad oggi, Santiago di Compostela è senza ombra di dubbio la meta di pellegrinaggio più gettonata dei nostri tempi. Tra viandanti, mistici, coppiette in scarpe da ginnastica e turisti seduti sui sedili di comodi pullman, il medico e autore di best seller J.C. Rufin affronta il suo personale "apprendistato del vuoto". Ottocento chilometri da Hendaye, all’estremo sudovest della Francia, fino alla maestosa Cattedrale di San Giacomo. Un lungo tragitto raccontato con piglio demistificante, ironico, intenso.
Tra dettagli concreti, riflessioni storiche e religiose e il desiderio di smascherare gli impostori degli ultimi chilometri, l’autore restituisce al Cammino per antonomasia la sua verità. Si tratta di una verità fatta di organizzazione capillare ed esasperante improvvisazione; di fango, case sbilenche e meravigliose coste battute dalle onde; di Giacomei ingabbiati in una lunga sequenza di mode e tic e solitari alla ricerca di se stessi. È un percorso che può cominciare ovunque, e finire nella piazza dell’Obradoiro o tra le pagine di un libro. Perché anche se la maggiore caratteristica del Cammino è far dimenticare in fretta le ragioni per cui si è partiti, la strada continua ad agire su chi l’ha percorsa. Lo fa lentamente, in maniera sottile e discreta, come è nel suo stile. Un’ "alchimia dell’anima" che non necessita di spiegazioni. Basta partire, lungo i sentieri o sulla carta poco importa. Come Rufin ben sa, il Cammino immortale è fatto per chi va alla ricerca di niente. Tranne la voglia di continuare ad andare.

RECENSIONE

Da sempre ho avuto il fascino e la curiosità di intraprendere il famoso Camino (di Santiago) e devo ammettere che dopo aver letto questo libro mi ha fatto incrementare questa voglia/desiderio che spero un giorno di poter realizzare. L'autore è francese ed è un medico oltre ad essere un membro della prestigiosa Académie française (una sorta di Accademia della Crusca) ma soprattutto è uno dei fondatori di Medici senza frontiere, la famosa organizzazione umanitaria non governativa focalizzata sul fornire soccorso sanitario ed assistenza a persone in tutti i luoghi del mondo in cui il diritto alla cura non è garantito.

In questo libro l'autore ci narra gli 800 km di strada che farà rigorosamente a piedi fino a giungere alla Cattedrale di san Giacomo, in Spagna. E lo fa a modo suo: con ironia, con simpatia, narrandoci soprattutto le disavventure che ha vissuto, gli incontri che ha fatto, la fatica che a un certo punto si fa sentire (soprattutto ai piedi pieni di vesciche e alla schiena), dandoci anche degli ottimi consigli su dove alloggiare e cosa visitare. Un'esperienza che lo ha cambiato, che ancora oggi spesso gli torna alla mente, ricorda un determinato tramonto o un determinato incontro che ha fatto in quel viaggio quasi mistico.

Consigliato a chi ama viaggiare e vivere la vita con spirito di avventura.