martedì 8 marzo 2022

[Recensione] La caverna - José Saramago

 


LA CAVERNA || José Saramago || Feltrinelli || 2016 || 345 pagine

La vicenda è incentrata su un'onesta famiglia di poveri artigiani composta da Cipriano Algor, vasaio, la figlia Marta, e il genero Marçal, guardiano in prova presso il Centro, un luogo misterioso, fulcro di ogni attività economica e amministrativa. La vita procede normalmente, con il vasaio che consegna a scadenze regolari le sue stoviglie al magazzino del Centro, finché un giorno, inaspettatamente e senza alcuna avvisaglia che potesse far presagire qualcosa, il Centro annulla il suo ordine per le ceramiche di Cipriano, gettandolo nell'angoscia di un futuro improvvisamente fosco. A quel punto Cipriano e la figlia decidono di cimentarsi in un nuovo progetto da sottoporre al Centro: statuette d'argilla raffiguranti diversi personaggi. Contro ogni previsione, il Centro accetta, ordinandone mille e duecento... 

RECENSIONE

Che Saramago sia un gigante della letteratura mondiale non credo ci siano dubbi, e non solo perché ha vinto il premio Nobel per la letteratura. Anche in questa opera non si smentisce, stavolta si avvicina al genere post apocalittico che abbiamo già incontrato nel suo celebre romanzo Cecità (attualmente tra le mie opere preferite dell'autore portoghese). In questa opera ci presenta una famiglia semplice e normale dove il padre fa il vasaio, la figlia aspetta un bambino e il genero lavora come guardiano presso il Centro, una labirintica e misteriosa città fortezza. Ma un giorno questo quadro idilliaco si interrompe: al vecchietto viene vietato di vendere le sue stoviglie e così, assieme alla figlia, decidono di costruire delle statuine d'argilla a forma di clown, d'infermiera, di personaggi che ricordano il passato.

Anche in questo caso ciò che conta non è la storia in sé, ma l'approfondimento psicologico dei personaggi che ci vengono divinamente descritti in questa storia, i loro stati d'animo, i loro pensieri più profondi. C'è anche un bella denuncia verso quei sistemi di governo autoritari che non hanno morale e pensano solo al profitto e a spegnere la fantasia. emerge una spersonalizzazione dell'umanità, quasi costretta a uniformarsi ad un unico modo di pensare, dove i libri sono stati dimenticati e considerati inutili. Come un profeta Saramago ci avverte che se ci lasciamo distrarre dai divertimenti del nostro tempo presto dimenticheremo il nostro passato, e perderemo il senso da dare alla vita e alla società in cui siamo vissuti, sempre più simili a robot che pensano solo a soddisfare i loro bisogni, perdendo l'anima (e infatti questo romanzo ci ricorda il mondo di 1984 e di Fahrenheit 451).

Lo stile di Saramago, che ormai conosco, non è per tutti facilmente accessibile: lui non utilizza la punteggiatura nei dialoghi ma solo le virgole, quindi chi non è abituato a questo stile di scrittura potrebbe avere difficoltà a capire chi sta parlando in quel momento. Devo anche ammettere che ho impiegato molto tempo per portare a termine questa lettura, un mese circa, che ho spesso interrotto.