domenica 29 gennaio 2023

[Recensione] Cronosisma - Kurt Vonnegut

 


CRONOSISMA || Kurt Vonnegut || minimum fax || 2016 || 250 pagine

Nel 2001 l'universo viene colpito da una crisi di autostima e decide di non espandersi più bensì di contrarsi, tornando indietro di dieci anni. Teoricamente la grande occasione che l'umanità attende da sempre: ripercorrere il passato per non commettere più gli stessi errori. Tutti però ripeteranno ogni azione, pronunceranno perfino le stesse parole e quindi sconteranno le stesse pene. E quando, passato il decennio per la seconda volta, il tempo ricomincia a muoversi, l'umanità, assuefatta a non esercitare il libero arbitrio, vivrà una crisi ancora più profonda. Toccherà a Kilgore Trout, scrittore di fantascienza e alter ego dell'autore in diversi suoi romanzi, cercare di far rinsavire la popolazione. In Cronosisma-unione di fiction e autobiografia e ideato appositamente per essere l'ultimo romanzo della sua carriera-Vonnegut propone una critica tragicomica della società contemporanea, imbrigliata in schemi preconcetti e capace, di fronte alla libertà, di reagire soltanto con il panico. Citazioni visionarie, memorie e satira rendono Cronosisma un'opera in bilico tra l'ironia e la malinconia.

RECENSIONE

L'universo ha una crisi di autostima e decide di interrompere la sua espansione e tornare indietro di dieci anni (il cronosisma, appunto) facendo così rivivere agli esseri umani gli ultimi dieci anni e nessuno può cambiare le proprie scelte, ripentendo così anche gli stessi errori.

Vonnegut ci lascia con questo umoristico e satirico romanzo, visto che sarà la sua ultima opera che scriverà. Ma non c'è solo una storia di fantascienza, bensì il libro contiene anche aneddoti personali dell'autore, sempre raccontati con la sua lucida e mordace ironia.

State a sentire: siamo sulla terra per cazzeggiare. Non credete a quelli che vi dicono che non è così!

Le donne sono tutte psicotiche. Gli uomini sono tutti coglioni.

"Ancora e per sempre: perché dannarsi [a scrivere, n.d.r.]? Ecco la mia risposta: molta gente ha un disperato bisogno di ricevere questo messaggio: «Io sento e penso quanto te, mi preoccupo per molte delle cose di cui ti preoccupi tu, anche se la maggior parte della gente non se ne preoccupa. Non sei solo»."

Sicuramente un libro insolito, che non ti aspetti, dove l'autore in un certo senso ti parla faccia a faccia, davanti a una buona birra.


venerdì 27 gennaio 2023

[Recensione] Il club degli incorreggibili ottimisti - Jean-Michel Guenassia

 


IL CLUB DEGLI INCORREGGIBILI OTTIMISTI || Jean-Michel Guenassia || Salani || 2010 || 701 pagine

Michel ha undici anni e per evitare i litigi in famiglia va spesso a giocare a calcio balilla al "Balto", un bistrot del suo quartiere. Al "Balto" fa conoscenza di un gruppo di frequentatori davvero speciali: si chiamano Tibor, Imre, Leonid, Igor, Pavel, Sasha. Sono tutti esuli, fuggiti o cacciati dai paesi dell'Est, e si dividono fra quelli che credono ancora nel comunismo e quelli che non ci credono più. Sullo sfondo, un'intera epoca e l'atmosfera del passaggio tra anni Cinquanta e Sessanta, il Rock'n'Roll, le prime imprese nello spazio, l'inizio della Guerra Fredda... In compagnia di quegli uomini, in quella Babele di culture, Michel conosce il mondo adulto, le sue sfide e la sua complessità: gli ideali, l'amore, la morte, la nostalgia.

RECENSIONE

Questo romanzo mi è stato consigliato e sono riuscito a recuperarlo in biblioteca. Ci narra la storia di Michel, un bambino che vive a Parigi e che frequenta, tra la fine degli anni 50 e fino al 64 un club particolare perché formato da esuli dei paesi dell'Est che adorano bere, chiacchierare e soprattutto giocare a scacchi. Conosceremo pian piano le storie di ogni avventore del club e il nostro piccolo protagonista si innamorerà.

Io ho apprezzato soprattutto l'amicizia che Michel instaura col misterioso fotografo (poi scopriremo la sua identità verso la fine) che fin da subito lo spinge a credere in se stesso e nei suoi sogni (in un certo senso ha sostituito quel deficiente di suo fratello maggiore), ed è una storia godibile e che fa riflettere. Nella prima parte si arranca un po' nella lettura, ma dopo le vicende diventano più interessanti e ti appassioni e affezioni sempre più al piccolo protagonista che, purtroppo, assisterà alla separazione dei genitori. In sordina la vera protagonista rimane la guerra che ha fatto solo danni a tutti: agli amici esuli che hanno abbandonato mogli e figli, la prigionia di alcuni, la morte di altri, le vendette, i dolori e i traumi che non si potranno mai più cancellare.


martedì 24 gennaio 2023

[Recensione] L'ultima morte di Peppe Bortone - Marco Tiberi

 


L'ULTIMA MORTE DI PEPPE BORTONE || Marco Tiberi || People || 2020 || 176 pagine

«Come muore Peppe Bortone non muore nessuno.» Nell’epoca d’oro del cinema di genere italiano lo sapevano tutti. Ma poi sono arrivati gli anni Ottanta, al cinema i filoni sono finiti e Peppe non ha più saputo come guadagnarsi il pane. Non potendo più morire, ha provato a tirare a campare e si è reso conto di non essere in grado. Lo ha salvato una soap opera, una storia senza finale che va avanti giorno dopo giorno, destinata a durare per sempre. Ma nulla è davvero per sempre, nemmeno la lunga serialità…

RECENSIONE

Peppe Bortone ha lavorato nel cinema come comparsa dove interpretava il tizio che moriva nei film western. Poi i tempi sono cambiati e si è dovuto adeguare, facendo l'attore in una soap opera dove interpreta un sacerdote. Quando scoprirà che nel copione il suo protagonista è destinato a morire, riflette sulla sua vita, sulle sue amicizie, sui suoi amori e affetti.

Bel romanzo scritto da Marco Tiberi che consiglio, ha uno stile interessante e ti tiene incollato alle pagine.


venerdì 20 gennaio 2023

[Recensione] Avete il gabbiano Jonathan Listerine? - Stefano Amato

 


AVETE IL GABBIANO JONATHAN LISTERINE? || Stefano Amato || Editrice Bibliografica || 2013 || 112 pagine

“Cerco un libro di cui non conosco né titolo né autore”: grazie al cielo esiste il libraio, figura mitologica che tutto sa e tutto ricorda! Legge tutte le recensioni pubblicate, ricorda ogni copertina fin nei minimi dettagli, può elencare in ordine cronologico (o alfabetico, su richiesta) l’intera produzione di Andrea Camilleri. O perlomeno questo è quanto si aspettano i visitatori di una libreria di provincia ‒ che potrebbe essere qualunque libreria italiana – incontrati dall’Apprendista Libraio.

Una galleria esilarante di personaggi che raccoglie, in ordine sparso: il cliente con cane (“è buonissimo”) sbrana-tascabili, madri alla ricerca di un libro per un ragazzo di cui non conoscono i gusti (“ehm, è mio figlio”), o la signora “Scusi-c'è-un-errore” (“Mi hanno regalato il nuovo della Rowling, ma siccome non c'è Harry Potter vorrei cambiarlo”). Gaffe o strafalcioni non risparmiano nessuno, classici o bestseller che siano: tutti finiscono ugualmente tritati dalla cattiva memoria di clienti sbadati, magari alla disperata ricerca di “libri popcorn” (pop-up) per bambini. Arricchito da contenuti non ancora pubblicati online e qui raccolti per la prima volta, il libro nasce dal celebre blog dell’Apprendista Libraio, ormai diventato dalla sua nascita un piccolo punto di riferimento per tutti coloro che amano i libri (anche se, ogni tanto, neanche loro si ricordano né autore né titolo!).

RECENSIONE

L'autore raccoglie, in questo libro, alcune divertenti situazioni che sono accadute nella libreria dove lui lavora. Clienti che chiedono libri dai titoli sbagliati, altri che gli fanno perdere tempo e poi non comprano nulla, altri che credono che il libraio abbia letto tutti i libri esposti e si stupiscono che non sia così.
CLIENTE: Ciao, cerco un libro ma non mi ricordo né la casa editrice né l'autore. Conosco solo il titolo.
LIBRAIO: Di solito basta. Qual è?
CLIENTE: Poesie.


I 10 tipi di cliente con cui un libraio non vorrebbe mai avere a che fare

Quella che segue è una classifica dei tipi di cliente che noi librai non vorremmo mai vedere avvicinarsi al bancone. Attenzione, non è un elenco di persone sgradevoli. Al contrario, magari fuori da una libreria sono adorabili; sono mariti, mogli, figli premurosi. Persone informate, attente. A volte lettori forti con gusti letterari superiori alla media. Fuori dalla libreria si potrebbe anche fare una chiacchierata, o prendere un caffè o una birra insieme, chissà. 
Fuori dalla libreria, appunto. Dentro, il discorso è un altro.

1) La nonna o la zia che deve comprare un regalo per il nipote (le quali cercano un libro che deve durare in eterno, e deve essere educativo, divertente, emozionante, irresistibile).

2) Il tizio che si ferma davanti all'ingresso e sembra pensare "toh, una libreria", entra, e si avvicina al bancone con un'espressione perplessa nel volto (e non si ricorda mai né il titolo, né l'autore, men che meno la casa editrice e il genere o la trama, al massimo il colore della copertina).

3)  Il necrofilo (ovvero il cliente che non aspetta altro che la morte di un autore per comprare il suo libro, ma dev'essere morto da poco sia ben chiaro).

4) Il cliente "tenente Colombo": impossibile liberarsi di lui, sembra non voler più uscire dalla libreria. Ti chiede un libro, se non ce l'hai sta per uscire ma rientra e fissa la copertina di un libro. E tu già sai che non se ne andrà presto e infatti inizierà a farti domande su domande mettendo alla prova la tua resistenza.  

5) Lo scorreggione (e ci sono pure quelli che si scaccolano tranquillamente, puliscono le orecchie, grattano le ascelle, ruttano, ecc.).

6) Quello fissato con le buste di plastica (ovvero il cliente che vorrebbe la busta anche se compra solo una penna). 

7) L'impiccione (ovvero quel cliente che da consigli libreschi al tuo posto).

8) Il conoscente occasionale (che quando ti incontra fuori dalla libreria non smette di parlarti di libri o autori).

9) Il cliente "perché" (sono clienti che si potrebbero accostare ai bambini curiosi, mettono in dubbio qualunque cosa esca dalla tua bocca e vogliono sapere il motivo di tutto).

10) Il cliente Moleskine.


Tratto dal libro "Avete Il gabbiano Jonathan Listerine?" di Stefano Amato



lunedì 16 gennaio 2023

[Recensione] Il castello - Franz Kafka

 


IL CASTELLO || Franz Kafka || Mondadori || 2018 || 364 pagine

In una gelida sera d’inverno l’agrimensore K. giunge in un villaggio dominato da una collina su cui sorge un immenso castello. È la dimora del misterioso Conte, governatore e despota di tutto il territorio. K. intende fare delle terre del Conte la sua casa ed esercitare qui la sua professione: un progetto semplice, ma realizzarlo si rivelerà più arduo di qualunque previsione. Pubblicato postumo e incompiuto nel 1926, Il Castello è un’opera di infinita suggestione che offre una rappresentazione indimenticabile della condizione dell’uomo, schiacciato da un’autorità, divina o terrena, infinitamente più potente di lui e inevitabilmente destinato a non raggiungere mai la propria meta.

RECENSIONE

Un agrimensore arriva in un villaggio governato da un misterioso Conte e si scontra con la burocrazia e con il rigido ordine sociale lì presente.

Recensire questa ultima opera (purtroppo incompiuta) di Kafka non è facile, vista la complessità della vicenda e le mille interpretazioni che ne possiamo ricavare. Il protagonista, K. (non conosceremo mai il suo nome) fin da subito si ritrova addosso mille problemi intanto di accettazione (mettono pure in dubbio che lui sia lì per sbaglio) del suo lavoro, e viene sbalzato continuamente da un luogo a un altro, e la sua presenza è subito vista con sospetto e diffidenza da tutti. Più K. fa domande, più tenta di raggiungere almeno un delegato del Conte, più non ottiene nulla o quasi. E in tutta la vicenda respiriamo un'atmosfera cupa, disorientante, alienante, disturbante a tratti, fino all'assurdo. A me è sembrato come se il protagonista si trova in un labirinto e non ha nessuna speranza di uscirne fuori. Gli abitanti non lo aiutano per nulla, anzi, sono tutti impauriti dal Potere (del Conte, della burocrazia, delle regole, degli ordini, ognuno ci può vedere qualunque cosa) e invece di aiutarlo lo scoraggiano, gli consigliano anzi di andarsene, da solo fastidio la sola sua presenza, figurarsi la presunzione di incontrare il Conte o chi ne fa le veci. Anche quando incontra il sindaco del paese non riuscirà a cavare un ragno dal buco. Durante la lettura non fai altro che respirare un'aria di estraneità, di smarrimento, come se la vita alla fin fine non abbia alcun senso e più combatti per ottenere qualcosa più ti ritrovi punto e accapo. Emerge una forte incomunicabilità col mondo e i suoi personaggi, un'impotenza verso le istituzioni che ti chiudono le loro porte e non ti lasciano alcuna speranza per il futuro anche immediato.

Capisco che a molti questa lettura potrà sembrare ostica, noiosa, inconcludente, ripetitiva, addirittura illeggibile, ma credo sia proprio questa l'idea che l'autore voleva trasmettere, ovvero che è inutile lottare contro il Potere, alla fine vincerà sempre lui e tu rimani sono un inutile e arrugginito ingranaggio che gira da solo.


Riflessione sul fenomeno del libro del principe Harry

Come di consueto, almeno una volta alla settimana mi faccio un giretto in libreria, e la settimana scorsa avevo visto il famoso libro confessione del principe Harry. Ieri ci sono andato e, udite udite, non c'era neanche una copia. Ora capisco che ognuno di noi è libero di leggere qualunque tipo di libro desideri, inclusi quelli di Fabio Volo o di Bruno Vespa, ma il fatto che questo libro in Italia sta letteralmente andando a ruba mi fa riflettere molto e mi fa capire che la storia che gli italiani leggono poco non è proprio vera, visto che appena c'è un fenomeno del momento (ai tempi era Il Codice da Vinci di Brown) tutti si fiondano ad assicurarsene una copia che poi venga letta o meno poco importa, l'importante è prenderla. Non lo so, a me questi fenomeni mi fanno sorridere e sicuramente ai librai e alle case editrici farà piacere guadagnare finalmente qualcosina più del solito, però resta il fatto che io, da lettore maturo e consapevole dell'importanza che la cultura riveste per ciascuno di noi e per la crescita della nostra società civile, mi spaventa. Mi spaventa perché, alla fin fine, quello che colpisce la gente sono gli scandali, i pettegolezzi, le chiacchiere di quartiere, quella morbosa voglia di spiare nelle finestre del vicino, quella voglia malata di capire cosa fanno gli altri nelle proprie mura domestiche. E un po' mi rattrista, perché quando esploderà questa momentanea bolla di celebrità del libro best seller del principino minore, tutto tornerà nella quiete di prima, e le persone che passeggiando vedranno una libreria, invece di entrare per comprare un libro diranno (ho assistito personalmente ieri a questo episodio): "Scusate, vendete penne qua?"

[Recensione] I newyorkesi - Cathleen Schine

 


I NEWYORKESI || Cathleen Schine || Mondadori || 2008 || 285 pagine

Al riparo dal traffico e dal trambusto cittadino dell'Upper West Side, vicino a Central Park, c'è un piccolo quartiere tranquillo, lontano dai grattacieli e dalle residenze importanti. È qui che vivono Jody, Polly, Simon, Everett, e tanti altri. Uomini e donne diversi per età, cultura, professioni, sogni e delusioni, ma accomunati dal fatto di avere un amico: a quattro zampe. E così, complici le passeggiate con i loro cani, persone spesso sole, riservate, talvolta un po' eccentriche, che mai si sarebbero incontrate altrimenti, si conoscono, stringono amicizia o si innamorano, a volte si lasciano. Tutto sullo sfondo di una New York magica e reale al tempo stesso che è la vera, suggestiva protagonista di questo romanzo raffinato e soffuso di lieve malinconia, una città alla quale la Schine dedica in queste pagine la sua più bella lettera d'amore.

RECENSIONE

Come sia finito a leggere questo romanzo non lo so neanche io, perché l'ho trovato davvero per caso e forse complice la copertina ma soprattutto il fatto che sia ambientato a New York mi hanno spinto a leggerlo, perché alla fine noi lettori onnivori siamo spinti sempre dalla curiosità. E ti trovi di fronte a un romanzo corale, dove ci sono diversi protagonisti che ruotano attorno allo stesso quartiere nell'Upper West Side, a due passi da Central Park, e proprio lì le loro vite si intrecciano, perché queste persone hanno tutte una cosa che le lega: hanno un compagno di vita a quattro zampe! E al parco più famoso al mondo si incontrano e fanno amicizia. Così conosciamo Jody, insegnante di musica che ha un pittbull di nome Beatrice, Polly che è redattrice e ha un fratello, George, che fa il barista e il loro cane si chiama Howdy (che in realtà non era loro ma del precedente inquilino dell'appartamento che purtroppo era morto e lo aveva lasciato lì da solo, povero cucciolo!), poi abbiamo Geneva, amica di Polly, Emily la figlia di Everett che fa girare la testa a Jody, Doris l'insegnante di matematica che ha un SUV e odia i cani (soprattutto quando trova la pipì sul marciapiede dove ha parcheggiato il suo macchinone), e altri personaggi più o meno secondari.

E poi la vera protagonista rimane naturalmente New York, piena di contraddizioni e di cose strane, ma sempre una delle città anzi metropoli che continua ad affascinare ognuno di noi. La storia che si srotola ai nostri occhi ha una certa leggerezza, nulla di speciale, l'autrice ci narra le vite di persone semplici, che si innamorano e si lasciano, che attraversano le difficoltà che la vita ci presenta, che ridono e piangono, insomma, ognuno di noi potrebbe tranquillamente rispecchiarsi in loro.

La cosa che mi ha lasciato perplesso sin dall'inizio è stata il fatto che non c'è un solo protagonista e con l'avanzare della lettura un po' ti disaffezioni ai diversi protagonisti, perché poi devi ricordare quello che ha fatto l'altro e nel frattempo rimane in sospeso l'altro ancora eccetera. Per il resto senza lode ne infamia, come si suol dire. Ma se amate New York e i cani allora dovete leggerlo.


lunedì 9 gennaio 2023

[Recensione] Tutti i figli di Dio danzano - Haruki Murakami

 


TUTTI I FIGLI DI DIO DANZANO || Haruki Murakami || Einaudi || 2000 || 128 pagine

Sei incontri che possono cambiare il corso di un'esistenza, o che promettono una via d'uscita dal dolore, la cura di una ferita, la decifrazione di un mistero, o addirittura la salvezza di una città intera. Un uomo abbandonato dalla moglie parte per l'isola di Hokkaido per consegnare un pacchetto alla sorella di un collega. Cosa contiene il pacchetto? Forse il vuoto che sente dentro, quella "bolla d'aria" per cui la moglie lo ha lasciato. In una località di mare una ragazza stringe amicizia con un pittore la cui unica vera passione è accendere falò sulla spiaggia. Qual è la forma del fuoco? Quale il modo di ottenere un fuoco veramente libero?

RECENSIONE

Altra raccolta di racconti dell'autore giapponese Haruki Murakami che leggo con piacere. Stavolta questi racconti hanno tutti un punto in comune: si parla o si accenna al terremoto avvenuto a Kobe nel 1995 (è la città natale dello scrittore). Un altro punto che accomuna questa raccolta è la malinconia dei vari protagonisti, che solo gli autori giapponesi sanno rendere in modo perfetto e quasi magico.
«Per quanto uno possa andare lontano, non può fuggire da se stesso. È come un'ombra che ti segue sempre.»

 I racconti presenti in questa raccolta sono i seguenti sei:

Atterra un Ufo su Kushiro

Paesaggio con ferro da stiro

Tutti i figli di Dio danzano

Thailandia

Ranocchio salva Tokyo

Torte al miele

Di tanto in tanto Murakami inserisce nelle sue opere dei personaggi onirici e animaleschi che diventano, in un certo senso, la coscienza del protagonista con la quale si confronta in dialoghi stimolanti (come non ricordare l'uomo pecora), in questo caso accade con un ranocchio che si fa trovare a casa di un impiegato e che, insieme, possono scongiurare il terribile terremoto a Kobe che sta per arrivare.


giovedì 5 gennaio 2023

[Recensione] La mummia che fuggì dal museo - Emanuela Nava

 


LA MUMMIA CHE FUGGÌ DAL MUSEO || Emanuela Nava || Salani || 2003 || 124 pagine

Se visitate un museo egizio e vedete una mummia nel suo sarcofago, pensate a quanto deve annoiarsi lì immobile da migliaia di anni. E infatti una moglie di Faraone pensa bene di fuggire trovando rifugio da una vecchia balia magica, con lo stagno del suo giardino pullulante di coccodrilli, simbolo della fertilità. All’inizio la figura fasciata provoca solo spavento in Isa e nel suo fidanzatino Medi, ma poi le bende cadranno ad una ad una e l’amore tramuterà la rinsecchita Faraona in un’appassionata, vitalissima, sfrenata donna moderna.

RECENSIONE

Naturalmente è una lettura per bambini quindi è normale che non può piacere a un adulto come a loro. Ho apprezzato alcune idee, ma facilmente da dimenticare.

mercoledì 4 gennaio 2023

[Recensione] La sindrome di Sherlock Holmes - Samuele Nava

 


LA SINDROME DI SHERLOCK HOLMES || Samuele Nava || Delos Digital || 2014 || 50 pagine

Sherlock Holmes, la tua fama di ucciderà, rendendoti immortale!
Un uomo giace morto nel suo studio. Indossa una mantellina Inverness, un cappello deerstalker, e dalle labbra tumefatte pende una pipa Calabash ridotta in briciole da una pestata dell'assassino. Verrebbe da chiedersi chi ha ucciso Sherlock Holmes, ma a volte l'abito non fa il morto e la giusta domanda da porsi è: si può morire della sindrome di Sherlock Holmes?

RECENSIONE

Una persona appassionata dalle letture del detective Sherlock Holmes così come era successo a Don Chisciotte che leggeva romanzi cavallereschi si impossessa in tutti i sensi del personaggio che ama al punto da vivere come lui. E questo tizio verrà trovato morto. Quindi, chi meglio del vero Sherlock Holmes potrà fare luce sul delitto?

Altro apocrifo sul Nostro detective scritto davvero bene. Consigliato.


martedì 3 gennaio 2023

[Recensione] Sherlock Holmes e l'avventura della spia austriaca - Gianfranco Sherwood

 


SHERLOCK HOLMES E L'AVVENTURA DELLA SPIA AUSTRIACA || Gianfranco Sherwood || Delos Digital || 2014 || 53 pagine

Sherlock Holmes affronta il più feroce serial killer della storia! La più difficile e rischiosa indagine del detective inglese.
Londra, settembre 1888. Mentre Jack lo Squartatore insanguina i vicoli dell'East End, Scotland Yard brancola nel buio. Tocca quindi a un riluttante Sherlock Holmes mettersi sulla pista del più feroce serial killer della storia. Dopo una lunga e rischiosa indagine, forse la più difficile di tutte per l'inquilino di Baker Street, giustizia sarà finalmente fatta. Ma a prezzo di una verità atroce.

RECENSIONE

Stavolta non mi ha preso questo racconto, non so se avete avuto anche voi la mia stessa sensazione. Ciò non toglie che l'autore scrive benissimo, su questo non ci sono dubbi.


lunedì 2 gennaio 2023

[Recensione] Non buttiamoci giù - Nick Hornby

 


NON BUTTIAMOCI GIÙ || Nick Hornby || Guanda || 2006 || 308 pagine

La notte di Capodanno, in cima a un palazzo di Londra, si incontrano per caso quattro sconosciuti. Non hanno nulla in comune, tranne l'intenzione di buttarsi giù, ognuno per i suoi buoni motivi. Martin è - o meglio, era - un famoso conduttore televisivo, che si è giocato carriera, famiglia e reputazione andando a letto con una quindicenne. Farla finita, per lui, è una scelta logica e razionale. I suoi metodici preparativi vengono interrotti dall'arrivo di Maureen, una donna che ha dedicato la sua vita a un figlio gravemente disabile, e che ha deciso di farla finita. La terza a salire sul tetto è Jess, un'adolescente sboccata e straordinariamente molesta. Vuole buttarsi perché il ragazzo di cui è invaghita non vuole più saperne di lei. L'ultimo è l'americano JJ, un musicista fallito che vive per il rock e la sua ragazza. Ma la sua band si è sciolta, e lei lo ha piantato. Dopo una discussione accesa e stralunata i quattro aspiranti suicidi finiscono per scendere dal tetto, ma per le scale, e imprevedibilmente tutti insieme, uniti da un'intima complicità impensabile fino a qualche ora prima. Poiché nello scenario incerto che ora si apre loro, il compito non facile di ricominciare a vivere dovrà essere affrontato, inevitabilmente, all'interno di un'improvvisata ed eterogenea comunità...

RECENSIONE

Siamo a Londra alla vigilia di un nuovo anno quando quattro persone decidono di farla finita e di gettarsi da un palazzo, ma iniziano a conoscersi e a parlare fra di loro e decidono di rinviare l'insano gesto a una data futura, di modo che nel frattempo si daranno una seconda chance. L'autore è stato molto bravo a delinearci, mano a mano, le vite e i profili dei quattro personaggi che avevano deciso di farla finita, scoprendo così le loro fragilità che è come se descrivesse le nostre vite. Non puoi non affezionarti a Martin, a Maureen, a Jess e a JJ. Ognuno di loro ha una vita noiosa, oppure ripetitiva, oppure piena di scandali, ma la cosa che li accomuna, alla fine, è la loro stessa fragilità: nessuno è perfetto in questa vita, e forse questo li porterà a ripensare se stessi, ai loro rapporti interrotti coi genitori, al fatto che in fondo la vita va vissuta, nonostante spesso ci rema tutto contro.

Chissà se le persone qualche volta in vacanza sono tristi? Secondo me succede, perché hanno tanto tempo per pensare.


domenica 1 gennaio 2023

[Recensione] Il regno di vetro - Lawrence Osborne

 


IL REGNO DI VETRO || Lawrence Osborne || Adelphi || 2022 || 265 pagine

Sarah è in fuga dagli Stati Uniti. Con sé ha un malloppo di duecentomila dollari che scottano. Sbarcata a Bangkok, si sistema in un fantomatico complesso residenziale, il Kingdom, quattro torri di ventuno piani, ciascuna collegata alle altre per mezzo di passaggi chiusi da porte di vetro che solo la chiave di sicurezza in possesso di ogni residente può aprire. Ma dietro un vetro, specchio delle nostre paranoie, si è sempre sotto stretta sorveglianza – e il rifugio può rivelarsi una prigione. Fuori tira aria di sommossa: anche il regime che domina il paese è di vetro. In quello spazio chiuso, di un lusso e un edonismo avvelenati, la protagonista farà conoscenza con tre altre donne: una cilena che prepara manicaretti, un’inglese con uno strano marito e una domestica più strana ancora, e una specie di prostituta eurasiatica d’alto bordo. Siamo tra i «farang», gli stranieri viziati e viziosi, malvisti dalla popolazione locale e da sempre sottoposti all’impietosa indagine radiologica dell’autore, che con questi elementi miscela un cocktail torbido e insinuante. Si procede così, con tutti i sensi tesi e un po’ alterati, nei meandri infidi e pieni di pericoli del «Regno», fino alle ultime pagine dove Osborne, erede accreditato di Graham Greene, sfodera a sorpresa un finale degno di Ballard. E il lettore, che credeva di avere a che fare col più classico dei thriller esotici, si trova immerso con sgomento in una imprevedibile ghost-story.

RECENSIONE

Una ladra fugge da New York a Bangkok dove decide di vivere in un grattacielo. Ma sarà davvero un rifugio quello che trova o diventerà la sua prigione?

In questa storia i protagonisti sono i segreti: essi si possono custodire per sempre? O qualcuno riuscirà a scoprirli e a prenderceli? Quello che ci regala Lawrence Osborne è un thriller insolito, che inizia con lentezza come le nuotate che si concede Sarah, la protagonista della storia, ormai quasi certa di stare al sicuro in quel complesso residenziale, ma la sua generosità (come ad esempio l'aver accettato la donna delle pulizie) la metterà ben presto nei guai con un finale spiazzante e triste.