"E questo," aggiunse il Direttore sentenziosamente "questo è il segreto della felicità e della virtù: amare ciò che si deve amare. Ogni condizionamento mira a ciò: fare in modo che la gente ami la sua inevitabile destinazione sociale."
Fin da piccoli si viene sottoposti all'ipnopedia: vengono fatti ascoltare dei suggerimenti all'infinito registrati su nastro durante il sonno, di modo che si possano imprimere in maniera inconscia nel cervello dei bambini e, presto, giovani adulti e infine adulti. Una vera e propria manipolazione dei cervelli in modo non violento e raffinato. Un altro tipo di persuasione viene donata a queste persone, quella chimica: il soma. Infatti in questo Stato totalitario non si fuma né ci si alcolizza, e quando ci si sente giù (può capitare!) basta assumere alcune compresse di soma e si cade in uno stato di beatitudine, se viene preso in dosi maggiori provoca anche visioni, e a differenza delle droghe del nostro presente, non danneggia minimamente il cervello e non ha conseguenze nefaste nel nostro corpo.
In questa società utopica dunque, non si conoscono i sentimenti, ed è tutto superorganizzato: nulla è fuori posto, è tutto calcolato al millesimo. Ma una domanda resta: cosa significa essere felici? E questo stato idilliaco di vita verrà presto a scontrarsi con un incidente: un selvaggio, cresciuto in un'isola a parte, entra in questa società e riflette così: ”Ma io non ne voglio di comodità. Io voglio Dio, voglio la poesia, voglio il pericolo reale, voglio la libertà, voglio la bontà. Voglio il peccato.»
«Insomma» disse Mustafà Mond «voi reclamate il diritto di essere infelice.»
«Ebbene, sì» disse il Selvaggio in tono di sfida «io reclamo il diritto d'essere infelice.»
«Senza parlare del diritto di diventar vecchio e brutto e impotente; il diritto d'avere la sifilide e il cancro; il diritto d'avere poco da mangiare; il diritto d'essere pidocchioso; il diritto di vivere nell'apprensione costante di ciò che potrà accadere domani; il diritto di prendere il tifo; il diritto di essere torturato da indicibili dolori d'ogni specie.»
Ci fu un lungo silenzio.
«Io li reclamo tutti» disse il Selvaggio finalmente.”
Quando la società idilliaca, utopica, si scontra con la sua vera natura, con la vera realtà, tutto va a pezzi: e si capisce che si stava vivendo non in un paradiso, ma in una dittatura mascherata da utopia.
Ahimè, ci siamo scordata la sorte del tacchino. Quando un uccello impara a ingozzarsi a sufficienza senz'essere costretto a usare le ali, rinuncia al privilegio del volo e se ne resta a terra, in eterno.
n Huxley è chiara l'ispirazione alla teoria di Pareto: ogni società è divisa in governanti e governati, perché è sempre un'elite a governare.
Potrei ancora esporre tantissimi altri argomenti e tematiche, ma non vorrei dilungarmi troppo. Anzi, vorrei caldamente invitarvi a leggere questo capolavoro.
In questa versione che ho letto vi è un altro testo dello stesso autore, Ritorno al mondo nuovo, che non è assolutamente il seguito ma una raccolta di pensieri riguardanti le tematiche che sono state affrontate nel suo romanzo, alcune di un'attualità sconcertante. Ammirevole la preparazione scientifica e sociologica di Huxley. Vi consiglio di soffermarvi sulla parte in cui parla dei dittatori, inclusa la strategia usata da Hitler.
Il messaggio che Huxley, per concludere, ci vuole lasciare è certamente questo: educhiamoci alla libertà, e teniamo gli occhi aperti perché ci sarà sempre qualcuno che avrà la tentazione di volerci sottomettere.