martedì 28 marzo 2023

[Recensione] Ruggine - Anna Luisa Pignatelli

 


RUGGINE || Anna Luisa Pignatelli || Fazi Editore || 2016 || 151 pagine

Ruggine è un racconto che si inserisce magistralmente nel solco di una tradizione narrativa illustre. Libro dalla lingua evocativa, quasi poetica, narra la storia di emarginazione di una donna ormai anziana in un paese di poche anime, grette e crudeli, protagoniste di vicende aspre e orizzonti senza speranza. Sullo scenario di una Toscana letteraria e allo stesso tempo autentica, gli abitanti del piccolo nucleo al centro del dramma, commetteranno ogni tipo di angheria ai danni della donna, vittima suo malgrado di una vera e propria persecuzione a causa del suo passato. Il mistero di Ruggine, chiamata così per l’attaccamento a Ferro, un gatto che ora è l’unica compagnia di una vita altrimenti desolata, ruota attorno a un fatto torbido riguardante il proprio figlio, da tempo rinchiuso in una casa di cura per il suo comportamento violento. Da allora, nonostante i soprusi subiti, Ruggine è il demonio, la strega da cui guardarsi, messa al bando dalla comunità per la sua condotta illecita e punita per il suo atteggiamento schivo e fatalmente remissivo. Nonostante l’innocenza e la rassegnata accettazione di un destino avverso, la condanna sarà senza appello e ad emergere sarà unicamente la grande solitudine della donna fino allo straziante, paradossale epilogo nel rovesciamento di ogni senso di pietà e di giustizia.

RECENSIONE

La protagonista di questo romanzo è una signora anziana che come unico compagno ha accolto un gatto selvatico, Ferro, e pian piano conosceremo la sua storia, la morte del marito, un figlio problematico che le ha causato tanti traumi (abusava di lei) e per questo è stato messo in una casa di cura psichiatrica. La signora viene emarginata da tutti i paesani perché vista come una strega, non a caso le hanno dato il soprannome di Ruggine, sia perché sta attaccata al gatto come appunto la ruggine al ferro, ma anche perché viene considerata come un oggetto ormai destinato ad essere cestinato, non più utile.

L'autrice ci narra con maestria gli ultimi anni di vita di questa signora, della sua vita solitaria e ben ci descrive questa sua rassegnazione a un destino contrario, dove non trova solidarietà neanche con i vicini di casa che sperano che la signora lasci questo mondo per allargare la loro libreria. E ti immedesimi in lei, ogni violenza che ha subito è un colpo di coltello che ti arriva al cuore, ti prende allo stomaco, ti spinge a farle compagnia, a rassicurarla. A me ha ricordato mia nonna che, vedova come lei, stava ore e ore ad osservare dietro la porta le persone che passavano dalla strada e commentava su ognuna di esse, come se si rivedesse nelle loro vite, quasi invidiando la loro giovinezza e spensieratezza.

La stessa Tamara, l'universitaria che viene di tanto in tanto a farle compagnia, è una doppiogiochista, una sorta di spia, ma la signora si è affezionata a lei come una figlia. La storia che ci pennella la Pignatelli è una scrittura tagliente, ripeto, e ci mostra quanta cattiveria spesso si nasconde dietro persone che tutti noi, a prima vista, reputiamo "per bene".