lunedì 15 novembre 2021

[Recensione] Mio fratello rincorre i dinosauri - Giacomo Mazzariol

 


MIO FRATELLO RINCORRE I DINOSAURI || Giacomo Mazzariol || Einaudi || 2016 || 176 pagine

Mi chiamo Giacomo Mazzariol, ho diciotto anni. Vivo in una cittadina del Veneto con i miei genitori, le mie sorelle Chiara e Alice e mio fratello Giovanni. Io sono il secondogenito, Giovanni è il più piccolo; ci togliamo sei anni. Ci sono alcune cose che dovete sapere, di Giovanni. Lui è uno che, se va a prendere il gelato e gli chiedono: "Cono o coppetta?", risponde: "Cono!", e se io gli faccio notare che poi il cono non lo mangia dice: "Be', neanche la coppetta la mangio!" Giovanni è uno che paga, prende il resto e lo butta via con lo scontrino. È uno che ruba il cappello a un barbone e scappa. Che ama i dinosauri e il rosso. Che va al cinema con una compagna di classe, torna a casa e annuncia che si è sposato. Che balla in mezzo alla piazza, da solo, al suono della musica di un artista di strada, e uno dopo l'altro i passanti cominciano a imitarlo: Giovanni è uno che fa ballare le piazze. Per lui il tempo è sempre venti minuti, mai più di venti minuti: se uno va in vacanza per un mese, è stato via venti minuti. Ogni giorno va in giardino e porta un fiore alle sorelle, e se è inverno e non ne trova, porta loro foglie secche. Giovanni sa essere estenuante, logorante. Giovanni ha dodici anni e un sorriso più grande dei suoi occhiali. È molto meno bravo di me in matematica, però è più simpatico. Giovanni ha un cromosoma in più.

RECENSIONE

Non è la prima volta che leggo una sorta di autobiografia, anche se in questo caso si parla non solo di se stesso ma della vita quotidiana col fratellino speciale Giovanni detto Gio, nato con un cromosoma in più, e mi sono sempre piaciute. In questo caso è il modo in cui è stata scritta che mi ha fatto storcere il naso: troppo da teenager, con dialoghi stupidini (e sinceramente avrei tolto molte pagine assolutamente non inerenti al tema trattato). L'autore è giovane, mi pare diciottenne, è quindi lo giustifico, ma la cosa che mi fa un po' indispettire è che è stato aiutato da uno scrittore, Fabio Geda, nello stilare questo libro e, caspita, poteva certamente aiutarlo di più. Ma, non fraintendetemi, a me sta simpatico Giacomo, l'autore, perché mi ricorda la mia adolescenza, le mie scelte sballate, i miei primi amori, la vita quotidiana fatta di alzate mattutine, scuola, studio, divertimento con gli amici (io purtroppo non ho fratelli quindi lo invidio molto).
Ripeto, mi spiace per come è stato scritto, una migliore revisione avrebbe fatto bene a questo libro. Peccato davvero. Comunque ve lo consiglio ugualmente, da un bellissimo messaggio: bisogna superare le nostre paure, e confidare sempre negli affetti della nostra famiglia, fratelli e sorelle, mamma e papà, perché ci vogliono bene e vogliono solo il nostro bene. E poi il rapporto di complicità che hanno i due fratelli è davvero bello.

Gio era libero, ma più di ogni altra cosa era libertà. Lui era libero in tutti i modi in cui avrei voluto essere libero io. Gio era tornato a essere il mio supereroe. E non avrebbe più smesso di stupirmi.