giovedì 12 agosto 2021

[Recensione] Corro perché mia mamma mi picchia - Giovanni Storti, Franz Rossi

 


CORRO PERCHÉ MIA MAMMA MI PICCHIA || Giovanni Storti, Franz Rossi || Mondadori || 5 novembre 2013 || 204 pagine

Siamo abituati a vederlo insieme agli inseparabili Aldo e Giacomo, ma in questo libro Giovanni Storti si presenta in una veste insolita, maglietta e pantaloncini, e ci parla della sua più grande passione fuori dal palco, quella per la corsa. Lo fa alla sua maniera, con la consueta ironia, con un intreccio di leggerezza e profondità.
Alternandosi nel racconto con Franz Rossi, compagno di avventure e di allenamenti, Giovanni, instancabile «assaggiatore di corse», pronto a sfidare il caldo come il freddo, a correre di giorno e di notte, a qualsiasi latitudine o altitudine, ci spiega come ha scoperto, o meglio riscoperto, questa vena atletica.
Dalle fughe infantili per sottrarsi alle ciabattate materne a una pratica ritrovata, non tanto per motivazioni salutistiche, quanto perché la corsa ha il fascino di una vera arte.
Ci addentriamo così, in compagnia dei due protagonisti, negli itinerari delle gare più coinvolgenti, sentiamo con loro la fatica ma anche il piacere di misurarsi con se stessi e con gli altri, la gioia di superare i propri limiti.
E soprattutto impariamo a guardare con curiosità ed emozione i luoghi e l'umanità che si incontrano lungo il tragitto. Si aprono davanti a noi scorci di una Milano, quella dei Navigli, dei parchi e della Montagnetta di San Siro, lontana dall'affannata metropoli dell¿immaginario collettivo; una città in cui la poesia «si nasconde negli interstizi della praticità, così come il cielo azzurro negli scampoli rubati al grigio della cappa che ci avvolge». Ma correre significa anche immergersi nella ricchezza e nel mistero della natura, come nei maestosi paesaggi alpini o nei grandiosi scenari islandesi. O scoprire popoli e culture, come nel vivace affresco di Marrakech, città dalle atmosfere contrastanti dove «povertà e bellezza vanno di pari passo» e «i roseti crescono in aiuole contornate da immondizia».
Naturalmente è in agguato, a ogni riga, l'imprevisto più assurdo e grottesco, che può assumere il volto di un bellicoso rottweiler, spuntato dal nulla durante un allenamento sulle dolci colline del Bolognese, o quello dei tanti personaggi surreali, tutti da scoprire, che si succedono nelle varie tappe, come i corridori belgi che si fermano a giocare in spiaggia con le «formine », per non parlare di Aldo, che fa capolino qua e là, fino all'improbabile atto di eroismo vantato da Giovanni con il salvataggio di due compagni di disavventura nella foresta di Pititinga, in Brasile.
Dietro il «runner» dilettante, insomma, emerge sempre la stoffa del campione di comicità. E, nell'alternarsi delle due voci, tra riflessioni e battute, la corsa diventa una suggestiva metafora della vita.

RECENSIONE

Finalmente riesco a leggere il libro scritto dal comico Giovanni Storti assieme all'amico di corse Franz Rossi dove si parla, naturalmente, della loro grande passione: la corsa. Essendo anche io, come loro, un appassionato runner (non professionista ma, come loro, un dilettante allo sbaraglio!) mi sono ritrovato in molte situazione che ci narrano, anche se, a differenza loro, ancora non ho partecipato a nessuna gara (cosa che vorrò fare in un vicino futuro). Le parti narrate da Giovanni sono quelle più comiche, ma le parti narrate da Franz sono pure interessanti, ci trovi sempre molte utili informazioni e soprattutto ascolti dalla loro viva voce appassionata le loro esperienze di corsa.

Tutti e tre ci chiediamo: perché corriamo? Beh, perché ci piace! Alcuni diranno che lo fanno per dimagrire, ma se lo si fa solo per quello non si è capito nulla della corsa, visto che è molto di più. Quanto è vero: chi corre vede il mondo, il viaggio, in un altro modo: ogni volta che vai in un paese nuovo non fai che cercare strade in cui potresti correre, vero? Non ho ancora avuto la fortuna, come gli autori, di girare così tanto nel mondo, spero di poterlo fare al più presto e poter così anche io sperimentare nuove piste!

Correre è bello, ma come ogni cosa non bisogna esagerare, che poi son dolori!