lunedì 1 marzo 2021

[Recensione] L'ispettore Cadavre - Georges Simenon

 


L'ISPETTORE CADAVRE || Georges Simenon || Adelphi || 1 aprile 1999 || 153 pagine

Per tutti, dalle vecchiette appostate dietro le tendine smosse ai ragazzini che poco prima lo avevano superato girandosi a guardarlo con insolenza, lui era l’intruso, l’indesiderabile. O, peggio ancora, era qualcuno di cui non ci si poteva fidare, venuto da chissà dove a fare chissà che cosa. Sarà stato anche per via di quegli sguardi che lo spiavano, ma il commissario, che camminava con le mani sprofondate nelle tasche del pesante cappotto, si sentiva come uno di quegli squallidi personaggi tormentati da un vizio segreto che si aggirano nei paraggi della porte Saint-Martin o altrove con le spalle curve e lo sguardo sfuggente, rasentando le case per prudenza alla vista di un agente della Buoncostume. Era forse un riflesso della triste figura di Cavre? Ebbe quasi voglia di mandare a prendere la sua valigia dai Naud, di salire sul primo treno e di andare dal giudice Bréjon per dirgli: «A Saint-Aubin non mi vogliono... Suo cognato se la sbrogli da sé...».

RECENSIONE

Il commissario Maigret si trova ad indagare fuori Parigi, in un paesino piccolo di provincia, invitato in maniera non ufficiale da un suo amico giudice: un ragazzo è stato travolto da un treno, ma ben presto il Nostro scoprirà che era stato prima ucciso e poi gettato sui binari.

Ritrovo un Maigret silenzioso, chiuso in sé, meditabondo e non pare interessargli più di tanto scoprire la verità del delitto ma preferisce, come sempre, lasciarsi assorbire dalle personalità degli abitanti e dei presunti protagonisti della sua indagine. Un Maigret che non sembra più lui, quasi si sdoppia, quasi si lascia andare. Ma dopo qualche capitolo di "sbandamento" ritorna ad essere quell'acuto investigatore che non può fare a meno di essere (ce l'ha nel sangue), spinto anche dal fatto che non è l'unico ad indagare al caso: difatti segue e incontra spesso una sua vecchia conoscenza, l'ispettore Cavre che lui ha soprannonimato Cadavre (cadavere) per il suo aspetto lugubre, doppiogiochista. Lo infastidisce il fatto che questo collega lo anticipa nelle mosse e nei ragionamenti, arrivando sempre prima di lui, ma vedremo che gli manca una dote indispensabile a un vero segugio e che ha solo Maigret: il sesto senso che ti porta a capire come si sono svolte davvero le cose. Solo il commissario riesce ad inzupparsi delle reazioni e dei ragionamenti dei protagonisti della vicenda, riuscendo a ricostruire cosa li ha spinti a compiere determinate azioni.

Riconfermo che leggere Simenon è sempre un piacere, era uno scrittore appassionato e che riesce a farti appassionare alle indagini.