lunedì 8 maggio 2023

[Recensione] Le piccole libertà - Lorenza Gentile

 


LE PICCOLE LIBERTÀ || Lorenza Gentile || Feltrinelli || 2021 || 316 pagine

Oliva ha trent'anni, una passione segreta per gli snack orientali e l'abitudine di imitare Rossella O'Hara quando è certa di non essere vista. Di lei gli altri sanno solo che ha un lavoro precario, abita con i genitori e sta per sposare Bernardo, il sogno di ogni madre. Nessuno immagina che soffra di insonnia e di tachicardia, e che a volte senta dentro un vuoto incolmabile. Fa parte della vita, le assicura la psicologa, e d'altronde la vita è come il mare: basta imparare a tenersi in equilibrio sulla tavola da surf. Ma ecco arrivare l'onda anomala che rischia di travolgerla. Dopo anni di silenzio, la carismatica ed eccentrica zia Vivienne – che le ha trasmesso l'amore per il teatro e la pâtisserie – le invia un biglietto per Parigi, dove la aspetta per questioni urgenti. Oliva decide di partire senza immaginare che Vivienne non si presenterà all'appuntamento e che mettersi sulle sue tracce significherà essere accolta dalla sgangherata comunità bohémienne che fa base in una delle più famose librerie parigine, Shakespeare and Company. Unica regola: aiutare un po' tra gli scaffali e leggere un libro al giorno. Mentre la zia continua a negarsi, Oliva capisce che può esserci un modo di stare al mondo molto diverso da quello a cui è abituata, più complicato ma anche più semplice, dove è possibile inseguire un sogno o un fenicottero, o bere vino sulla Senna con un clochard filosofo. Dove si abbraccia la vita invece di tenersene a distanza, anche quando fa male. E allora, continuare a cercare l'inafferrabile Vivienne o cedere al proprio senso del dovere e tornare a casa? E soprattutto: restare fedele a ciò che gli altri si aspettano da lei o a se stessa? Quando tante piccole libertà finiscono per farne una grande, rinunciarci diventa quasi impossibile.

RECENSIONE

Oliva ha dei bellissimi ricordi di sua zia Vivienne: l'unica persona che l'ha fatta innamorare di qualcosa come l'arte del teatro e della pasticceria, peccato che è una zia eccentrica che non si è più fatta vedere da anni ormai e sa solo che vive a Parigi. Oliva ha una vita ordinaria, fa un lavoro normale, sta per sposarsi con un avvocato e vive ancora a casa dei suoi genitori. Ma un giorno riceve un invito proprio dalla sua zia preferita a passare un weekend a Parigi e le promette di rivelarle delle notizie importanti: e così, felice di rivedere la sua zia, decide di partire. Da quando metterà piede a Parigi, però, una serie di avvenimenti porteranno la nostra protagonista a riflettere su se stessa e conoscerà una bella comunità di ragazzi che lavorano e vivono nella mitica libreria inglese Shakespeare and Company, coi quali nascerà una bellissima amicizia e che le cambieranno la vita.

Questo romanzo mi è piaciuto, molto scorrevole e piacevole, e ci fa riflettere sul fatto che spesso accettiamo di vivere in modo passivo la vita, mentre dovremmo provare a capire quali sono le passioni che ci rendono vivi.
Avere una passione ti fa sentire vivo, ti dà una ragione per stare al mondo, è una risorsa cui puoi attingere sempre.

La zia è la vera protagonista della storia, nonostante non la vediamo: non si fa trovare agli appuntamenti che di volta in volta da alla nipote (e alla fine scopriremo anche il perché). Ma ogni volta lascia un indizio che porterà Oliva a riflettere su se stessa, riuscendo pian piano a riprendere in mano la sua vita, che stava vivendo ormai come uno zombie.

“Hai diritto di tradire le aspettative.” […] “Le aspettative appartengono agli altri, non a te. Sei libera di essere ciò che credi. Devi smettere di fare quello che gli altri credono giusto per te, se ti fa stare male. Solo tu puoi sapere per cosa sei fatta, e una volta che l’hai scoperto dovrai insegnarglielo.”

“Se non hai niente di stravagante, è perché non sei sincero. Che peccato vedere tutte queste persone recitare una parte! Voler far credere di essere normali, senza un difetto, gli uni uguali agli altri. Come se esistesse la “normalità”. Mi pare una tale perdita di tempo, un tale spreco della potenzialità della vita. Come se potessimo calcare questo palcoscenico in eterno e ci fosse data sempre una seconda opportunità. Ora te lo posso garantire, non è così.”

La zia fa capire a Oliva che spesso noi cerchiamo di soddisfare le aspettative degli altri, mentre dovremmo capire cosa desideriamo intimamente, anche se poi certe decisioni potrebbero non essere condivise ad esempio dai nostri genitori.

"Essere sinceri è l’unico modo di essere."

Poi vogliamo parlare dell'ambientazione? Parigi, la meravigliosa Parigi, e la libreria inglese Shakespeare and Company che è una vera e propria istituzione a Parigi (vende libri in inglese). La protagonista ci dormirà e leggerà un libro al giorno.

"E ora, cosa devo fare? Domanderei infine.

Solo gli stupidi dispensano consigli, […]. Se proprio sei in dubbio, chiedi ai libri.

Dobbiamo essere liberi di essere chi vogliamo e lasciare gli altri liberi di essere chi vogliono.

Lo consiglio a chi ama Parigi e i libri.