lunedì 28 settembre 2020

[Recensione] La ragazza dello Sputnik - Haruki Murakami

 


LA RAGAZZA DELLO SPUTNIK | Haruki Murakami | Einaudi | 19 marzo 2013 | 216 pagine

Sumire è una ragazza impulsiva, disordinata, generosa, con il mito di Kerouac e della scrittura. Myu è una donna matura, sposata, molto ricca e molto bella. Sumire ama Myu come non ha mai amato nessun ragazzo. E Myu parrebbe provare lo stesso sentimento, ma uno schermo invisibile sembra separarla dal sesso, e forse dal mondo. Riusciranno a incontrarsi o si perderanno senza lasciare traccia come lo Sputnik, condannato a vagare nello spazio per sempre? A raccontarci la storia è un giovane senza nome, prima studente, poi maestro elementare, innamorato di Sumire innamorata di Myu. E così i destini dei nostri tre protagonisti s'inseguono ma non si congiungono mai, simili a satelliti alla deriva per l'eternità.

RECENSIONE

Ho già detto ed è risaputo, per chi mi segue da anni, che Murakami Haruki è uno dei miei autori preferiti. Anche questa sua opera lo conferma e non lo smentisce. E difatti scelgo di leggere un suo romanzo o una sua raccolta di racconti quando trascorro un periodo no oppure quando sento il bisogno della sua voce narrante. E fino ad oggi non mi ha mai deluso. Anzi, mi ha sempre ricaricato.
Ne La ragazza dello Sputnik ritroviamo la tematica dell'amore già descrittaci in Norwegian Wood, ma affrontata con più distacco. Sarebbe interessante leggere le opere di Haruki in ordine di pubblicazione, per notare come di volta in volta egli diventi sempre di più uno scrittore onirico e fuori dal comune, per poi consacrarsi con quel capolavoro che è 1Q84 che consiglio di non leggere come primo approccio all'autore. Anche in questa opera Haruki non disdegna di scandagliare il mondo dei sogni e delle ombre celato nelle pieghe del suo personale Io, in un omaggio di amore estremo per la scrittura e confidando più sulle immagini che essa può riprodurre piuttosto che sulla loro reale presa sulla realtà.
Ne La ragazza dello Sputnik, i personaggi vengono lasciati alla deriva, così come i satelliti nello spazio, si sfiorano, non si incontrano mai e l'amore tra essi è posto in luogo al di là del confine che possono raggiungere. Inoltre, ogni loro esperienza quotidiana è così dilatata che le immagini dei tre protagonisti sfiorano ciò che gli sta intorno, mentre nuotano nelle loro personali zone d'ombra.
Nella primavera del suo venticinquesimo anno, Sumire si innamorò per la prima volta nella vita. Fu un amore travolgente come un tornado che avanza inarrestabile su una grande pianura. Spazzò via ogni cosa, trascinando in un vortice, lacerando e facendo a pezzi tutto ciò che trovò sulla sua strada, e dietro non si lasciò nulla. Poi, senza aver perso nemmeno un grado della forza, attraversò il Pacifico, distrusse senza pietà Angkor Wat e incendiò una foresta indiana con le sue sfortunate tigri. In Persia si trasformò in una tempesta del deserto e seppellì sotto la sabbia un’esotica città-fortezza. Fu un amore straordinario, epocale. La persona di cui Sumire si era innamorata aveva diciassette anni più di lei ed era sposata. E come se non bastasse, era una donna. E’ da qui che tutto cominciò, ed è qui che tutto (o quasi) finì.
Così inizia questo romanzo che tratta di un amore lesbico. Parte leggero e spensierato, poi ci proietta in un dramma misterioso. La storia è raccontata da un amico di Sumire, suo compagno d’università e poi insegnante elementare. A quell’epoca Sumire lottava con tutte le sue forze per diventare una scrittrice. Ma a discapito della totale dedizione e della forte determinazione, non ci riusciva. Sumire era incapace di scrivere alcunché avesse un inizio e una fine.
Quello che scriveva “sembrava un patchwork fabbricato da un gruppo di donne ostinate che hanno tutte gusti diversi e diverse difficoltà e che lavorano insieme in silenzio”. Non aggiungo altri dettagli alla trama per evitare spoiler. Ho percepito, in questa opera di Haruki, non solo una strana piega horrorifica, ma anzi una piacevole riflessione spirituale. Myu è certamente il personaggio più misterioso di tutti. Potrei definirla "la ragazza che non sa amare". Il narratore "il ragazzo che non poteva essere amato" e Sumire "la ragazza che voleva essere scrittrice ma non ci riusciva".
Il romanzo è un viaggio d’educazione sentimentale. Apparentemente l’amore è la cosa più semplice, ma quello che ci sembra vicino si rivela lontano e inafferrabile. Murakami ci mostra che le cose su questo terreno non sono affatto semplici.
Il finale per me è di una delicatezza e tristezza fino ad oggi mai raggiunti dall'autore. Ma non posso dire altro.