lunedì 15 giugno 2020

[Recensione] Nata dal vulcano - Tanith Lee

Titolo: Nata dal vulcano
Titolo originale: The Birthgrave
Autrice: Tanith Lee
Traduttrice: Viviana Viviani
Serie: Birthgrave #1
Editore: Nord
Pubblicazione: marzo 1996
Prima pubblicazione: giugno 1975
Genere: fantascienza, fantasy
Pagine: 438
Prezzo: 10 euro

Quarta di copertina
Svegliarsi nel cuore di un vulcano, dopo aver riposato per ere immemorabili, e scoprirsi l’unica erede di una civiltà perduta. Emergere in un mondo alieno, dalle strane usanze e
dai costumi ancora più strani e scoprirsi dotata di poteri che sembrano magia, ma che forse sono gli attributi di una sconosciuta eredità stellare...
Chi è la donna nata dal vulcano? E qual è il mondo nel quale si è destata? Un mondo dai costumi barbari, dagli splendidi templi, dalle incredibili battaglie, con un cielo dove brillano costellazioni straniere, tra le quali sono in viaggio astronavi sconosciute? Questa è la storia di una donna, ed è anche la storia di una speranza e di un sogno che sembrano

perdersi nell’immensità degli spazi: attraverso scontri e battaglie, la donna che sembra in grado di risanare i malati, di guarire le ferite, e perfino di risuscitare dalla morte, cerca la propria identità e la propria origine attraverso un mondo di scienza perduta e di superstizioni, un mondo sul quale incombe sempre più vicina l’ombra che viene dalle stelle. 

Recensione
Questo romanzo viene etichettato come fantascienza, quando di essa al suo interno ce n'è quasi nulla (tranne nel finale e qualche pallido accenno durante il romanzo), quando in realtà è certamente un fantasy. La protagonista è una donna che si risveglia all'interno di un vulcano, senza memoria del suo passato. Una donna che parrebbe essere particolare, una sorta di dea con poteri immensi, tanto che crede di aver risvegliato lei il vulcano. Per tutta la storia questa donna vive tante avventure, si sposta in continuazione, prova ad amare l'uomo rude di turno che la tratta come uno zerbino, e alla fine scopriamo (più o meno) chi ella sia. E poi scopro che questa opera è la prima di una trilogia. Aridaje!
Che dire, trama insulsa, caratterizzazione della protagonista e delle altre apparizioni da dimenticare, tante pagine di vuoto totale e di noia cosmica, risoluzioni di alcuni eventi a dir poco ridicole, ad un certo punto ti chiedi cosa diamine stai leggendo e continuo a chiedermelo fino ad oggi che l'ho terminato. Stavo per abbandonarlo, ma ho voluto resistere fino alla fine, restando deluso anche dello spiegone finale (farcito con dischi volanti). Peccato davvero.