mercoledì 6 gennaio 2021

[Recensione] The Help - Kathryn Stockett

 


THE HELP || Kathryn Stockett || Mondadori || Gennaio 2012 || 524 pagine

È l'estate del 1962 quando Eugenia "Skeeter" Phelan torna a vivere in famiglia a Jackson, in Mississippi, dopo aver frequentato l'università lontano da casa. Skeeter è molto diversa dalle sue amiche di un tempo, già sposate e perfettamente inserite in un modello di vita borghese, e sogna in segreto di diventare scrittrice. Aibileen è una domestica di colore. Saggia e materna, ha allevato amorevolmente uno dopo l'altro diciassette bambini bianchi, facendo le veci delle loro madri spesso assenti. Ma il destino è stato crudele con lei, portandole via il suo unico figlio. Minny è la sua migliore amica. Bassa, grassa, con un marito violento e una piccola tribù di figli, è con ogni probabilità la donna più sfacciata e insolente di tutto il Mississippi. Cuoca straordinaria, non sa però tenere a freno la lingua e viene licenziata di continuo. Sono gli anni in cui Bob Dylan inizia a testimoniare con le sue canzoni la protesta nascente, e il colore della pelle è ancora un ostacolo insormontabile. Nonostante ciò, Skeeter, Aibileen e Minny si ritrovano a lavorare segretamente a un progetto comune che le esporrà a gravi rischi. Il profondo Sud degli Stati Uniti fa da cornice a questa opera prima che ruota intorno ai sentimenti, all'amicizia e alla forza che può scaturire dal sostegno reciproco. Kathryn Stockett racconta personaggi a tutto tondo che fanno ridere, pensare e commuovere con la loro intelligenza, il loro coraggio e la loro capacità di uscire dagli schemi alla ricerca di un mondo migliore.

RECENSIONE

In questo romanzo troviamo tre protagoniste: due donne nere che lavorano in case di bianchi e una donna bianca che decide di raccogliere le testimonianze delle donne nere per capire e far conoscere al mondo il loro punto di vista, cosa che non era mai stata fatta prima.
Alla fine del libro c'è una breve nota della scrittrice la quale ci dice che si è ispirata nello scrivere questa opera a fatti realmente accaduti proprio nella sua giovinezza, visto che anche lei aveva, a casa, una donna nera che faceva sia da balia che da colf.
La lettura non mi è dispiaciuta, solo che tra i difetti che ho notato (al di là della stereotipizzazione della cattiva di turno, la perfida e fredda signora Hilly) quello che regna sovrano è la lunghezza: ne esce fuori una storia abbastanza stancante e annacquata, ed è un peccato davvero perché questa pecca è stata aggiustata nella trasposizione cinematografica che ovviamente ho prontamente recuperato.
In conclusione consiglio la lettura, a me la scrittrice che difende le donne di colore mi è piaciuta e lancia certamente un bel messaggio, ovvero che siamo tutti uguali, ma soprattutto che dobbiamo sempre difendere e credere ai nostri sogni.