IL METODO DI MAIGRET || Leonardo Sciascia || Adelphi || 2018 || 191 pag.
Nel 1961, quando ancora Simenon era confinato fra gli scrittori di serie B, Sciascia, dopo aver dichiarato che i suoi romanzi valevano ben più di quelli dell'école du regard, aggiungeva: «... e forse anche qualcuna delle avventure del commissario Maigret ha più diritto di sopravvivenza di quanto ne abbiano certi romanzi che, a non averli letti, si rischia di sfigurare in un caffè o in un salotto letterario». Questione di chiaroveggenza, certo. E di perspicacia, come quando, sempre nel 1961, scriveva: «Maigret è l'elemento cui la realtà reagisce: una specie di elemento chimico che rivela una città, un mondo, una poetica». Ma anche di passione per un genere – la letteratura poliziesca – da sempre frequentato: con una spiccata simpatia per il «modulo», scaturito da Poe, che del giallo fa un rigoroso cruciverba narrativo, un gioco ingegnoso.
Quel che in questo libro scopriamo è che sin dai primi anni Cinquanta Sciascia ha anche costantemente indagato la letteratura gialla, quasi volesse chiarire a se stesso le ragioni della sua passione e costruire una sorta di mappa, una genealogia degli autori più amati – Chesterton, Agatha Christie, Erle Stanley Gardner, Rex Stout, Simenon, Geoffrey Holiday Hall e altri ancora. Offrendoci così trascinanti riflessioni e insieme gli indizi indispensabili per individuare le ascendenze dei protagonisti dei suoi gialli: dal capitano Bellodi del Giorno della civetta all'ispettore Rogas del Contesto, al brigadiere Lagandara di Una storia semplice.
RECENSIONE
Leonardo Sciascia ha sempre amato ed è sempre stato affascinato dal genere letterario denominato "giallo" e tra gli autori che prediligeva un primo posto aveva certamente Georges Simenon, celebre per averci regalato le indagini del commissario Maigret. In questo saggio vengono raccolti diversi articoli di Sciascia non sono su Simenon e su quello che lui pensava del genere poliziesco, ma anche di altri autori come Chesterton, Agatha Christie, Erle Stanley Gardner, Rex Stout e Geoffrey Holiday Hall.
Non solo tutti articoli ma un mix di prefazioni, brevi recensioni, o riflessioni su opere di determinati giallisti che ci fanno capire meglio il pensiero che Sciascia nutriva per il genere.
Interessante la sottolineatura che fa Sciascia sul fatto che il giallo letterario nasce addirittura nella Bibbia, vedi il caso di Caino e Abele o vedi il libro di Daniele.
