mercoledì 9 giugno 2021

[Recensione] Maruzza Musumeci - Andrea Camilleri

 


MARUZZA MUSUMECI || Andrea Camilleri || Sellerio || 31 ottobre 2008 || 151 pagine

La storia comincia a Vigàta nel gennaio del 1890. Gnazio ritorna dall'America dopo 25 anni di assenza. Ci era andato a lavorare giovane perché in paese era rimasto solo. Sapeva solo "arrimunnari "gli alberi, ma alla perfezione tanto da essere assunto a New York come giardiniere. Poi, una brutta caduta da un pino, i soldi dell'assicurazione e il ritorno a Vigàta con un piccolo gruzzolo, sufficiente a comprare un pezzo di terra. Se ne era innamorato subito Gnazio, perché al centro di quella terra, stretta tra ciclo e mare, troneggiava un ulivo secolare, la gente diceva che aveva più di mille anni. La terra era rinata con le sue amorevoli cure, rivoltata e bagnata, popolata di animali, abbellita da una costruzione tirata su pietra su pietra e ora a 45 anni Gnazio era desideroso di farsi una famiglia. È l'esperta di erbe e guarigioni, la vecchia Fina, a trovargli una moglie, Maruzza Musumeci, bella come il sole. Chi sa perché quella ragazza non aveva mai trovato marito. Forse per certe sue stramberie? Le nozze, poi i figli. La famiglia di Gnazio e Maruzza cresce, prima nasce Cola, poi Resina, dalla voce ammaliante, poi Calorio e Ciccina, e cresce anche la casa... Una favola in cui si intrecciano mito e storia, ma anche arte, architettura, astrologia. Una fantasia sconfinata imbrigliata nel racconto di una vita vissuta intensamente.

RECENSIONE

Di Andrea Camilleri avevo letto solo i libri riguardanti le indagini del commissario Salvo Montalbano e Maruzza Musumeci è la prima opera del Maestro che leggo fuori dalla serie di Montalbano, nonostante si cita la celebre Vigàta. Potrei definire questa opera una sorta di favola siciliana, e la cura in cui è stata scritta nel tipico siciliano inventato da Camilleri meriterebbe solo quello la lode.

In breve il protagonista, Gnazio, dopo aver lavorato per oltre venti anni in America, ritorna nella sua amata Sicilia e qua, dopo aver faticosamente costruito la sua casa e aver coltivato un bell'orto, decide di trovarsi moglie. Sarà la sensale (la vicina di casa esperta nelle cure con le erbe) ha trovargli Maruzza Musumeci, una bellissima donna che sembra essere uscita da una favola la quale nasconde un piccolo segreto: è forse una sirena?

Camilleri, come spiegherà nel libro, si è ispirato a questa storia da un racconto, un cunto (un racconto di solito fiabesco, con eventi magici), che gli fece un contadino anziano quando lui era bambino, e trattava proprio di una storia d'amore tra un viddàno (contadino) e una sirena.

Devo essere sincero: non mi ha stupito e meravigliato come la maggior parte dei lettori dichiarano nelle loro recensioni, anzi, la storia in sé mi è sembrata abbastanza banale (alla fine, non accade nulla di quello che uno potrebbe immaginare) che racconta appunto la vita quotidiana di questa storia che nascerà tra i due protagonisti e che continuerà coi figli. Null'altro. La scrittura, ripeto, è nel dialetto ideato da Camilleri e potrei capire che chi non è siciliano avrà abbastanza difficoltà ad interpretarla. Peccato, mi sarei aspettato molto di più. A me ha deluso. Ciò non significa che non darò altre occasioni di lettura a Camilleri fuori da Montalbano.