giovedì 1 aprile 2021

[Recensione] La strada - Cormac McCarthy

 


LA STRADA || Cormac McCarthy || Einaudi || 2014 || 220 pagine

Un uomo e un bambino viaggiano attraverso le rovine di un mondo ridotto a cenere in direzione dell'oceano, dove forse i raggi raffreddati di un sole ormai livido cederanno un po' di tepore e qualche barlume di vita. Trascinano con sé sulla strada tutto ciò che nel nuovo equilibrio delle cose ha ancora valore: un carrello del supermercato con quel po' di cibo che riescono a rimediare, un telo di plastica per ripararsi dalla pioggia gelida e una pistola con cui difendersi dalle bande di predoni che battono le strade decisi a sopravvivere a ogni costo. E poi il bene piú prezioso: se stessi e il loro reciproco amore. Nell'insuperabile creazione di McCarthy, la post-apocalisse assume il volto realistico di un padre e un figlio in viaggio su un groviglio di strade senza origine, dentro una natura ridotta a involucro asciutto, fra le vestigia paurosamente riconoscibili di un mondo svuotato e inutile. 

RECENSIONE

Ho letto per la terza volta questo romanzo e riconfermo quello che pensavo nelle due letture precedenti: capolavoro!

la storia ci narra di un padre e di suo figlio che cercano di sopravvivere in un mondo distrutto da un misterioso cataclisma apocalittico (forse prodotto dall'uomo in una guerra atomica, non viene mai specificato o detto chiaramente) e affronteranno tanti pericoli, rischiando più volte di essere uccisi dai predoni che, accecati dalla fame, non disdegnano di diventare cannibali. L'ombra della morte è presente in ogni pagina del romanzo, i due protagonisti percorrono strane deserte, deturpate, grigie, foreste morte e bruciate, cenere ovunque, acqua quasi sparita, nessun tipo di animale vivo ma solo scheletri bruciati. Le poche persone ancora vive che incontreranno sono tutte (o quasi) ostili e non c'è spazio per la pietà. Ma ci sono le eccezioni: quando ad esempio incontrano un vecchio cieco lo invitano a cenare insieme attorno al fuoco, segno che l'umanità, quella buona, esiste ancora nonostante tutto.
Il padre sa di essere malato, sputa sangue, ma farà di tutto per proteggere suo figlio e di portarlo a una chimerica salvezza impersonata nel raggiungere la costa. 

Cormac McCarthy utilizza uno stile duro e semplice, diretto, dove i dialoghi sono scarni. Tutta la storia è pregna di una drammaticità incredibile, dove ogni pagina temi che qualcosa di brutto possa accadere ai nostri protagonisti. L'amore che ha il padre verso questo figlio è forse il tema centrale del racconto, un amore quasi viscerale che sostituisce quello materno, visto che la madre li ha abbandonati preferendo fuggire via da quel brutto destino. 

Ce la caveremo, vero, papà?
Sì. Ce la caveremo.
E non ci succederà niente di male.
Esatto.
Perché noi portiamo il fuoco.
Sì. Perché noi portiamo il fuoco.