giovedì 23 settembre 2021

[Recensione] Nebbia - Miguel de Unamuno

 


NEBBIA || Miguel de Unamuno || Fazi || 2015 || 200 pagine

In "Nebbia" si respira un'aria di "tetra buffoneria": forse proprio perché al centro del libro sta l'Amore. Ed è noto a tutti come i dolori procurati da questa passione siano al contempo i più tremendi e i più fatui; i più violenti e i più ridicoli. Ma l'Amore, allo stesso tempo, svolge qui anche un'altra importantissima funzione: la sua natura intrinsecamente equivoca e fantasmatica è infatti la migliore controprova della "nebbia" in cui è immersa l'esistenza di ogni uomo, l'Amore, insomma, è la quintessenza di quel sogno incompiuto e ininterrotto in cui navighiamo dipanando la matassa del nostro destino diretti verso un nulla che mai raggiungeremo, perché non è mai stato; un sogno dove sognati e sognatori mutano continuamente posizione e ruolo, tanto da rendere inafferrabili i contorni del sogno stesso. E dunque ontologicamente incerta la personalità di chi ha sognato: sia esso il protagonista del romanzo, o addirittura il narratore che l'ha creato.

RECENSIONE

Sarò sincero: nei primi capitoli della lettura di questo meta-romanzo ero rimasto sorpreso e subito la mia mente ha pensato all'Ulisse di Joyce. Peccato però che da quando il protagonista si "innamora" o crede di farlo con la ragazza incontrata per caso per strada (che segue tipo stalker tanto da citofonare al suo palazzo, oggi sarebbe stato arrestato credo!) la storia, ovviamente tutta ironica, si perde nel vuoto, anzi, nella nebbia. E peggiora sempre di più. Il dialogo nel finale con l'autore è divertente, ma rovina secondo me tutta l'impostazione della storia, come dire: tanto sei un personaggio inventato quindi non puoi morire se non lo decido io. Davvero lo ha scritto?

In conclusione non è male questa opera, direi anzi coraggiosa, ma non mi ha lasciato molto.