venerdì 24 aprile 2020

[Recensione] La ragazza del convenience store - Sayaka Murata

Titolo: La ragazza del convenience store
Autrice: Sayaka Murata
Traduttore: Gianluca Coci
Editore: edizioni e/o
Pubblicazione: 29 agosto 2018
Prima pubblicazione: luglio 2016
Genere: romanzo
Pagine: 168
Prezzo: 15 euro

Quarta di copertina
La trentaseienne Furukura Keiko è single e molto introversa. È sempre stata una ragazza strana, ragion per cui ha deciso di provare a conformarsi alle aspettative della società e della famiglia abbandonando gli studi per lavorare in un konbini, un piccolo convenience store giapponese aperto 24/7.
È qui che è impiegata da diciotto anni, con un contratto part-time. I suoi genitori e le poche amiche d’infanzia sono preoccupati per lei e sperano che presto o tardi possa sistemarsi e mettere su famiglia. Keiko, però, sembra incapace di adeguarsi alla norma, si è sempre comportata “in modo diverso”, per usare un eufemismo. Ed è con questo spirito anticonformista che paradossalmente affronta ogni cosa nell’universo circoscritto del konbini, al quale si consacra nella maniera più assoluta. Il suo posto nel mondo lo ha trovato proprio qui, dove tutto accade come se fosse scritto in un manuale ed è sufficiente attenersi alle regole per essere efficiente, la migliore commessa possibile. Finché non incontra Shiraha, un nuovo e strambo collega trentacinquenne in cerca di moglie, il quale è convinto che il mondo si sia fermato all’epoca preistorica…

Per Keiko potrebbe trattarsi dell’occasione per lasciare il suo amato konbini e creare finalmente una famiglia, soddisfacendo le aspettative dei suoi cari? O il mondo del konbini, con le sue precisissime regole e il suo singolare valore simbolico, avrà la meglio?

Recensione
Keiko è una ragazza single trentaseienne che lavora da quasi diciotto anni in un kombini, una sorta di minimarket aperto 24/24, e la sua vita scorre tranquilla e "normale" fino a quando non entra nella sua vita Shirama, un nuovo arrivato che lavora svogliatamente e che si ribella in continuazione alla società e al piccolo mondo che lo circonda. Keiko è considerata dalla sua famiglia una ragazza che non si è ancora trovata un marito e che lavora part time, quindi sogna per lei che si sistemi il prima possibile. Anche le sue poche amiche non fanno che chiederle quando si sistema, insomma, Keiko viene vista dagli altri e dal mondo come una persona diversa, particolare, direi anormale. Lei vive in un suo mondo, anzi lei vive per il kombini in cui lavora, lo sente così forte che quando non lavora la sua vita ugualmente è scandita con i ritmi del suo lavoro.

Prima opera che leggo di questa autrice giapponese e devo dire che a tratti mi ha ricordato Kitchen di Banana Yoshimoto. Il tema del romanzo è la normalità, ovvero ci fa chiedere: cos'è per noi la normalità? Cosa ci fa stare bene?

Keiko non riesce ad integrarsi nella società giapponese e nel mondo, ma l'unico luogo in cui nuota e si sente a proprio agio è il minimarket in cui lavora: e quando lavora lei fa tutto alla perfezione, come se diventasse un robot efficientissimo. Questo suo vivere come un automa mi ha fatto molta impressione, non riuscivo a credere che potesse esistere una persona del genere: arriva al punto che non le interessa neanche allacciare rapporti con gli altri, e quindi si isola da tutti. Fino a quando non conosce il tizio ribelle il quale se ne approfitta della sua gentilezza e lo ospita a casa sua. Potrebbe essere l'occasione per sistemarsi, come desidererebbe i suoi, ma lei non ha alcun interesse a mettere al mondo dei figli o di crearsi una famiglia, a lei sta bene lavorare in quel kombini e basta. Non lo so, questa cosa mi ha lasciato abbastanza stranito, non mi sembrava "normale" che una donna possa diventare così.

Le atmosfere e le dinamiche di un kombini giapponese sono descritte e ci vengono presentate in modo impeccabile e preciso, tanto è vero che sembra che ognuno di noi ci abbia lavorato e sapesse come muoversi in quel piccolo mondo.

Keiko sembra quasi ipnotizzata da quel kombini, sembra incollata a quelle quattro mura luminose, sembra essere rimasta bloccata in una sorta di Purgatorio dove il tempo non trascorre mai, anzi, dove sembra che accadano quasi sempre le stesse cose. Vi giuro, ad un certo punto mi è parso che lei stesse sognando e si trovasse in coma, ma non è così.

Autrice particolare e da tenere d'occhio, sicuramente leggerò altre sue opere, sperando che vengano tradotte in italiano.

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