martedì 5 maggio 2020

[Recensione] Il ladro di merendine - Andrea Camilleri

Titolo: Il ladro di merendine
Autore: Andrea Camilleri
Editore: Sellerio
Serie: Commissario Montalbano #3
Pubblicazione: 31 maggio 2012 (20esima edizione)
Prima pubblicazione: 1 gennaio 1996
Genere: giallo
Pagine: 247
Prezzo: 10 euro

Quarta di copertina
In questo terzo libro della serie, il commissario Montalbano - preoccupato peraltro di evitare la promozione a vicequestore, che significherebbe compromissione burocratica e rinuncia ai propri capricci investigativi - sospetta l'esistenza di un collegamento tra due morti violente: quella di un tunisino imbarcato su di un motopeschereccio di Mazara del Vallo e quella di un commerciante di Vigàta accoltellato dentro un ascensore. Per Camilleri la Sicilia di oggi è fonte continua di ispirazione e di scoperta, di intrecci di romanzo poliziesco e di osservazioni su di un costume magari inquietante ma certamente non statico; soprattutto gli suggerisce un linguaggio, una parlata mai banale né risaputa. Tutto il contrario delle metafore viete e irritanti adoperate dagli uomini dei servizi segreti con i quali Montalbano si trova a scontrarsi duramente: figure retoriche sempre più incapaci di reggere il discorso della «ragion di stato» quando ormai, come osserva il nostro commissario, «praticamente serviamo due stati diversi».

Recensione
Uno dei romanzi con protagonista il celebre commissario Montalbano che mi è piaciuto di più, soprattutto per il fatto che conosciamo la sua umanità.

Il terzo libro del commissario Montalbano mi è piaciuto molto perché vi ho trovato tutta l'umanità del commissario uscire fuori. Si parla addirittura di matrimonio con Livia (poi vedremo che ne passeranno ancora di anni prima che i due dicano Sì!), la morte del padre, i due omicidi che sembrano distinti ma sono collegati. Un Camilleri in grandissimo stato di grazia, al meglio della sua verve creativa e in cui traspare la passione ma soprattutto il divertimento con cui ha scritto quest'opera. Tanti ad esempio i siparietti comici (Montalbano che mente a Livia dicendole di aver mangiato un panino al volo mentre è seduto in una trattoria di pesce, l'odio/amore nei confronti di Catarella, lo stratagemma per evitare di farsi nominare vice questore, eccetera ecc.) che invece di appesantire la trama la rendono frizzante e appassionante. Mai come questa volta non riuscivo ad interrompere la lettura.