giovedì 2 giugno 2022

[Recensione] Lo squalificato - Osamu Dazai

 


LO SQUALIFICATO || Osamu Dazai || Feltrinelli || 2017 || 150 pagine

"Lo squalificato" (1948), narra la storia di un uomo, Yozo, che, sentendosi rifiutato dalla società nella quale vive, deve affrontare una condizione esistenziale di estrema solitudine. Ciò che rende intensamente suggestive le "pagliacciate" escogitate da Yozo per sopravvivere tra i suoi simili, patetici i suoi tentativi di dedicarsi alla politica e tormentosi i suoi rapporti con le donne, è il senso di insuperabile ambiguità che domina l'intera esperienza da lui vissuta in bilico tra il piacere di infrangere il codice sociale e il sentimento di colpa per non sapersi adeguare a esso. La "squalifica" alla quale è condannato Yozo (nel cui problematico ritratto certamente si riflettono vicende di cui fu vittima lo stesso Dazai) acquista un senso diverso solo dopo la sua morte, quando l'autore sposta bruscamente e sapientemente il punto di vista narrativo fuori della coscienza del protagonista.

Recensione

Un ragazzo si sente solo e non riesce a comprendere la società, al punto che finge di stare bene, anzi, diventa quasi un pagliaccio verso la sua famiglia fino al giorno in cui esce fuori e prova ad integrarsi con la società di Tokyo, non riuscendoci. Con le donne ha un successo incredibile: il suo modo di porsi le conquista tutte, al punto che riesce a fare il "mantenuto" a casa di una ragazza che conosce, con tanto di figlia a seguito. Ma l'infelicità di vivere continua a bussare alla sua porta, tanto è vero che cade nell'alcolismo e tenta tre volte di suicidarsi.

Direi che questa lettura non è per nulla adatta a una persona depressa o che comunque vorrebbe leggere qualcosa che la possa tirare su.

“Ora non sono felice, ma non sono neanche infelice.
Tutto passa.
Questa è la sola e l’unica cosa che a parer mio si avvicina alla verità, nella società degli esseri umani, dove ho dimorato sin oggi come in un inferno rovente.
Tutto passa.”