BRUM BRUM || Giorgio Bettinelli || Feltrinelli || 2015 || 400 pag.
Fra il 1994 e il 1995 Giorgio Bettinelli inizia il suo viaggio dall'Alaska alla Terra del Fuoco e fra il 1995 e il 1996 percorre in Vespa i 52.000 chilometri che separano Melbourne da Città del Capo. Il resoconto di questi due viaggi trova un breve ma efficacissimo momento narrativo nella prima parte di questo libro. Dopo aver raccontato le mille avventure e gli incontri di quella tappa, Bettinelli descrive un viaggio lungo oltre tre anni che dal Cile lo porta alla Tasmania fino in Siberia, attraversando Africa, Europa e Americhe. Il viaggio prosegue ma il racconto, per ora, si ferma qui, interrotto da un grave episodio che conferisce una nota di alta drammaticità a una voce di norma scanzonata, a uno sguardo attento e disincantato ma capace di lasciarsi stupire e sedurre. In questo libro Bettinelli ripropone se stesso, come lo abbiamo conosciuto nel libro In Vespa, viaggiatore intelligente e ironico, dotato di grande spirito di adattamento, di inesauribile curiosità, di rispetto e voglia di conoscere il mondo e le sue popolazioni.
RECENSIONE
L'instancabile (e anche un po' folle) Giorgio Bettinelli continua a viaggiare intorno al mondo a bordo di una Vespa e in questo altro libro ci narra le sue avventure on the road, dall'Alaska alla Terra del Fuoco, da Melbourne a Città del Capo, dal Cile alla Tasmania, fino in Siberia, dove attraverserà Africa, Europa e Americhe. Questo è il secondo libro che leggo di Bettinelli dopo La Cina in Vespa.
Quello che apprezzo di Giorgio (purtroppo scomparso ormai 16 anni fa ma sempre presente nei suoi libri) è la sua sincerità e spontaneità: dice e vive tutto senza filtri, in modo diretto, e lo stesso fa nei rapporti con gli altri. Mi piace come scrive, i suoi resoconti di viaggio non stancano mai, sembra di essere seduti dietro di lui nella Vespa e vivere sulla pelle tutte le sue avventure in giro per il mondo. Vedo la sua Vespa come un astronave e lui un vero e proprio cosmonauta che, pieno di curiosità, vuole scoprire nuove civiltà e vivere nuove avventure. Ad un certo punto di questo libro il nostro Giorgio rischia davvero la vita, viene derubato e imprigionato da un gruppo di africani e alla fine decidono di liberarlo e lui naturalmente non se lo fa ripetere due volte e fugge via, senza più nulla. Ecco, quando dico che è matto lo intendo proprio per questi episodi che gli sono capitati: spesso egli si avventura in territori abbastanza pericolosi (in questo caso lui non sapeva che la situazione era così grave e gli è andata bene, in fin dei conti) quasi senza preoccuparsene e quasi con incoscienza. Dall'altro lato, però, ha conosciuto tante belle persone, alcune le aveva conosciute nei suoi viaggi precedenti, altre anche se nuove davvero belle e ospitali.
Sinceramente non ho il coraggio di Giorgio, non credo che mai riuscirò a fare quello che ha fatto lui, ma la voglia di viaggiare, di esplorare nuovi stati e conoscere nuove culture mi ha sempre affascinato e chissà che un giorno non possa anche io vivere delle belle avventure (con più sicurezza però).
La mia video recensione: