venerdì 14 gennaio 2022

[Recensione] Walden: vita nel bosco - Henry David Thoreau

 


WALDEN: VITA NEL BOSCO || H. D. Thoreau || Feltrinelli || 2016 || 328 pagine

Come può un libro all’apparenza così remoto nel tempo e nello sguardo sul mondo parlare come pochi altri al nostro presente? Walden è infatti il resoconto di due anni di vita solitaria che Henry Thoreau trascorse fra il luglio del 1845 e il settembre del 1847 nella campagna del Massachusetts. E tuttavia è il testo da cui oltre un secolo dopo prenderanno le mosse i movimenti ecologisti e ambientalisti di mezzo mondo. Un semplice diario, che all’esperienza intima unisce la descrizione della vita quotidiana, materiale, fatta di suoni, silenzi, paesaggi reali e immaginari, è per contrasto una riflessione sull’economia, sulla politica, sulla democrazia, sugli Stati Uniti, che in quegli anni si vanno formando come potenza. Tra le righe in cui la penna di un maestro mette in scena la semplicità della vita fra i boschi, scopriamo anche perché Thoreau è l’autore cui si ispireranno Gandhi e le controculture contemporanee. Walden è un’opera inafferrabile e battagliera che ha saputo diventare la bibbia dell’anticonformismo, del rifiuto delle leggi ingiuste e di una vita sobria e immersa nella Natura.

RECENSIONE

Walden è il nome di un lago che si trova nel Massachusetts, negli Stati Uniti d'America. E vicino a questo lago lo scrittore, Thoreau, decise di passare due anni in solitudine in mezzo al bosco, abitando in una casetta che si costruì lui stesso. Questo libro, dunque, è una sorta di resoconto biografico a forma di diario di questa sua insolita esperienza che visse fra il luglio del 1845 fino a settembre del 1847. Ci narra la vita quotidiana che svolgeva in mezzo alla natura, degli incontri che ha avuto, del rispetto della natura e del bosco che lo circondava, delle sue riflessioni anche filosofiche sulla vita e sugli esseri umani.

Andai nei boschi perché desideravo vivere con saggezza, affrontando solo i fatti essenziali della vita, per vedere se non fossi riuscito a imparare quanto essa aveva da insegnarmi e per non dover scoprire in punto di morte di non aver vissuto. Il fatto è che non volevo vivere quella che non era una vita a meno che non fosse assolutamente necessario. Volevo vivere profondamente, succhiare tutto il midollo di essa, volevo vivere da gagliardo spartano, per sbaragliare ciò che vita non era, falciare ampio e raso terra e riporre la vita lì, in un angolo, ridotta ai suoi termini più semplici.