martedì 31 agosto 2021

[Recensione] Il sospetto - Friedrich Dürrenmatt

 


IL SOSPETTO || Friedrich Dürrenmatt || Feltrinelli || 2001 || 128 pagine

Il sospetto fa parte di quei romanzi di Dürrenmatt in cui una maliziosa e maligna impalcatura "gialla" finisce per negare se stessa e per mettere piuttosto a nudo le orrende magagne e falsità di cui è fatto l'animale uomo. Questo romanzo "dagli allucinanti specchietti filosofici" (come lo ha definito Italo Alighiero Chiusano) ha come protagonista l'ispettore della polizia di Berna, Hans Baerlach. Egli si trova a discutere con il medico Samuel Hungertobel, suo amico, sui delitti atroci di cui si sono resi responsabili i nazisti nei campi di concentramento. L'occasione è una fotografia della rivista "Life": ritrae un medico, il dr. Nehle, mentre opera senza narcosi solo per soddisfare il suo sadismo. Hungertobel osserva, quasi per caso, una strana rassomiglianza di Nehle con il dr. Emmenberger, che esercita la professione di chirurgo in una clinica di Zurigo. Baerlach, gravemente ammalato, vuole concludere la carriera con una indagine memorabile, perché, quasi d'istinto, intuisce che fra Nehle e Emmenberger esiste un rapporto diretto, oscuro e conturbante... Un giallo psicologico perfetto che è fondato sulle stesse qualità dell'ispettore Baerlach quando dice: "Vedrai, la nostra arte è un misto di matematica e di fantasia".

RECENSIONE

Il commissario quasi in pensione Hans Bärlach della polizia di Berna, Svizzera, è ricoverato in ospedale dopo aver avuto un infarto e un giorno, discutendo col suo amico medico Samuel Hungertobel dei campi nazisti in cui vi era una malvagità incredibile si accorge di una foto che ritrae il dr. Nehle che operava i pazienti senza anestesia. Da qua inizia a sospettare che proprio quel medico in foto somigli molto a un suo amico, il dr. Emmenberger, che esercita la professione di chirurgo in una clinica di Zurigo. Si lascia così prendere da questi sospetti che il commissario decide di farsi portare proprio in quella clinica, per dimostrare che quel criminale nazista sia proprio quel dottore.

Prima opera che leggo di questo autore, e devo dire che mi è piaciuta molto. Viene affrontato soprattutto il tema della giustizia, di cosa può portare un essere umano, nonostante i mille difetti, ad essere crudele verso altri esseri umani tanto da utilizzarli come cavie per i suoi esperimenti. A me la figura del commissario malato mi ha ricordato il celebre Maigret, ho notato lo stesso spirito di giustizia ma allo stesso tempo la stessa umanità. Poi molto interessante la figura dell'ebreo, una sorta di supereroe che arriva sempre al momento opportuno.
La seconda parte della storia, quando il commissario si ritrova prigioniero dell'aguzzino, mi è piaciuta ancora di più, perché l'autore rende molto bene l'alta tensione che si vive e si respira in quella stanza maledetta, dove rischia di essere ucciso.