giovedì 21 settembre 2023

[Recensione] Febbre - Ling Ma

 


FEBBRE || Ling Ma || Codice Edizioni | 2018 || 348 pagine

Alla ricerca di una qualche forma di sicurezza e stabilità dopo la morte dei genitori, immigrati cinesi, Candace Chen più che vivere sopravvive, autoreclusa senza troppa convinzione in una rigorosa routine casa-lavoro. Per questo a malapena si accorge dell'epidemia che si sta diffondendo in tutto il mondo e che sta decimando anche la popolazione di New York, trasformando tutti in zombie. Arruolata dai suoi capi insieme ad altre persone per un compito inquietante e molto ben pagato, Candace si trova ben presto da sola a testimoniare la strana atmosfera di una metropoli abbandonata. Poi, per salvarsi, si unisce a un gruppo di sopravvissuti che cerca di raggiungere Chicago e lì dar vita a una nuova società. Con un'ambientazione apocalittica che ricorda "The walking dead" e "L'alba dei morti viventi", Ling Ma firma un libro che è allo stesso tempo una feroce critica dell'alienazione della società contemporanea e un commovente tributo ai rapporti umani che ci spingono a fare qualcosa in più della semplice sopravvivenza.

RECENSIONE

Questa storia potrebbe ricordare Io sono leggenda perché la protagonista, così come il protagonista del libro citato, si ritrova sola in un mondo abbandonato da tutti perché colpito da una brutta epidemia che rende le persone una sorta di zombie che ripetono sempre gli stessi movimenti e sono completamente assenti. La storia di Candace ci viene narrata tra presente e passato, dove nel passato lei si auto-reclude nel suo ufficio, mentre nel presente prova a vivere con un gruppo di sopravvissuti che tentano di arrivare a Chicago.

Ne esce fuori un romanzo post apocalittico che, ahimè, non mi ha convinto ne mi ha preso come pensavo. Le vicende che affronta Candace coi compagni sopravvissuti mi hanno annoiato, così come quando veniamo gettati improvvisamente nel suo passato. Quando mi annoio non va bene, significa che l'autore non riesce a coinvolgermi nella storia che ci dipana, anzi, non vedi l'ora di fare altro.