sabato 4 aprile 2020

[Recensione] Starr, il vagabondo dello spazio - Isaac Asimov

Titolo: Lucky Starr, il vagabondo dello spazio 
Titolo originale: David Starr, Space Ranger
Autore: Isaac Asimov
Pseudonimo autore: Paul French
Traduttore: Giuseppe Lippi
Serie: Lucky Starr #1
Editore: Mondadori
Collana: Oscar bestsellers
Anno di pubblicazione: 1995
Anno di uscita originale: 1952
Genere: fantascienza
Pagine: 154
Prezzo: 9,50 euro

Quarta di copertina
David "Lucky" Starr, l'eroe di questo movimentatissimo romanzo, è un giovane scienziato del futuro con notevoli capacità d'investigatore: la sua prima missione lo porta su Marte, che l'ingegnosità dell'uomo ha trasformato in un mondo agricolo da cui provengono i rifornimenti per una terra sempre più affamata. Ma una mano assassina sta avvelenando i prodotti marziani, costringendo la Terra all'embargo nei loro confronti. A David Starr, meglio noto come il Vagabondo dello Spazio, il compito di scoprire il colpevole: sarà umano o apparterrà invece alla mitica, antichissima, sepolta razza dei signori di Marte? Questo romanzo è il primo di una serie cui fa da sfondo il sistema solare e che dimostra l'abilità di Isaac Asimov come scrittore di pura ed efficacissima avventura.

Recensione
David Starr, giovane e brillante membro del Consiglio delle Scienze assiste per caso a un misterioso avvelenamento. È l'inizio di una appassionata indagine che lo porterà su Marte, a contatto con una società agricola che ricorda un po' il Far West per scoprire chi sta tramando contro la Terra. Entità aliene o assassini terrestri?
Primo romanzo di sei della serie Lucky Starr.

Stavolta il buon Dottore Asimov ci regala un romanzo per ragazzi pieno di azione e fresco, con una trama scorrevole e che si legge velocemente. Il suo desiderio o la sua idea era quella di farne una serie che sarebbe poi stata mandata in tv come telefilm sulla falsariga di Lone Ranger ma in chiave spaziale, creando così una sorta di western spaziale in cui il protagonista deve calarsi nei panni di detective per scoprire chi è che avvelena il cibo destinato ai terrestri. A me il protagonista più che un detective sotto falso nome mi è parso Ian Solo di Star Wars, a parte questo devo ancora comprendere come funziona quel dispositivo che gli è stato donato da quella persona (non posso dire quale) ma da quando ha iniziato ad usarlo è diventato praticamente Batman!

[Recensione] America - Franz Kafka

Titolo: America 
Titolo originale: Amerika
Autore: Franz Kafka
Editore: Dalai
Collana: Classici tascabili
Anno di pubblicazione: 2011
Anno della prima pubblicazione: 1927
Genere: romanzo
Pagine: 334
Prezzo: 8,90 euro

Quarta di copertina
«Quando karl rossmann, un sedicenne che i suoi poveri genitori avevano mandato in america dopo che una cameriera l’aveva sedotto e aveva avuto un figlio da lui, entrò nel porto di new york, a bordo della nave che aveva ormai rallentato, scorse la statua della libertà, che già da tempo stava rimirando, come immersa in una luce improvvisamente più intensa. Il braccio che portava la spada pareva essersi sollevato in quel momento, e tutto intorno alla sua figura le brezze spiravano libere. “Quant’è alta!” mormorò fra sé, e dal momento che non si decideva a muoversi, un po’ alla volta fu sospinto fino a ridosso del parapetto della nave dalla crescente folla di facchini che gli passavano davanti.»

Recensione
Dopo aver letto Il processo eccomi a una nuova lettura di Kafka, anche in questo caso incompiuta.

Un ragazzino sedicenne viene incolpato di aver messo incinta la cameriera e i suoi genitori lo spediscono in America a cercarsi un lavoro. Qua trova suo zio che lo prende sotto la sua ala e inizia a studiare l'inglese, ma un imprevisto lo scaccerà via da casa e inizieranno le sue disavventure.

La prima cosa che colpisce del protagonista è la sua estrema ingenuità: tanto è vero che viene preso in giro e scacciato più di una volta dai vari lavori che prova a fare. Effettivamente in questa opera si percepisce l'ispirazione allo stile dickensiano e anche stavolta vi è del surreale. Karl non si scoraggia nonostante le diverse batoste che prende e ricomincia ogni volta daccapo verso un nuovo lavoro/disavventura. Quanta rabbia mi è salita tutte le volte che veniva ingiustamente incolpato e poi licenziato, oppure quando viene maltrattato dai due amici approfittatori che incontra nella locanda. Avrei tirato io il pugno in faccia a loro al posto suo! Sicuramente il primo capitolo potrebbe annoiare, mentre la parte di quando lavora come ascensorista nell'hotel è quella meglio scritta a mio parere. L'ultima parte, quando viene letteralmente preso in ostaggio dalla matrona Brunilda mi ha abbastanza irritato, e poi peccato che il romanzo non è stato completato ma abbiamo solo due frammenti più il capitolo finale sul teatro (il peggior capitolo).

Non posso negare che Kafka aveva molto talento, peccato che in questa opera non ha sicuramente dato il meglio di sé o comunque si sente che l'opera sarebbe stata molto più lunga e forse più interessante. A tratti potrebbe risultate indigesto.