martedì 21 aprile 2020

[Recensione] Il viaggiatore - Stig Dagerman

Titolo: Il viaggiatore
Titolo originale: Dikter, noveller, prosafragment
Autore: Stig Dagerman
Traduttore: Gino Tozzetti
Editore: Iperborea
Collana: Narrativa #23
Pubblicazione: 17 marzo 2014 (settima edizione)
Prima pubblicazione: 1 gennaio 1991
Genere: racconti
Pagine: 140
Prezzo: 9,50 euro

Quarta di copertina
Anarchico viscerale incapace di accontentarsi di verità ricevute, vulnerabile e malato di “simpatia”, Dagerman appartiene alla famiglia dei Kafka e dei Camus, dei ribelli alla condizione umana. “Sua colpa fu l’innocenza”, lascia scritto come epitaffio nel Viaggiatore, la colpa di chi ha scelto di non venire a patti con la vita, non riuscendo a perdonare a se stesso neppure di aver fatto della sua disperazione un’opera d’arte. “Le grandi tragedie”, dice un suo personaggio, “sono già tutte accadute nel passato”, quelle che restano oggi sono soltanto “tragedie minori”. E “tragedie minori”, appunto, sono quelle che esplora in questi racconti, momenti di epifania in cui i protagonisti, quasi tutti adolescenti e bambini, sono costretti a riconoscere che la “grande tragedia” dell’ingiustizia del mondo si incarna nella loro piccola quotidianità, e li ha marchiati per sempre, relegandoli nel lato ombra della vita. Un giorno, come spiragli di fuga, compaiono nella loro esistenza i simboli di un destino diverso: un’auto da Stoccolma, una scacchiera da viaggio, un berretto da liceale, un lord che cerca l’acqua verde. Ma l’illusione del riscatto rende ancora più amara e ineluttabile la sconfitta: per Dagerman, come per i suoi personaggi, è “troppo tardi” per la felicità. La libertà, l’amicizia, il calore appartengono a un mondo in cui saranno sempre degli estranei: come i fuochi della notte di San Giovanni brillano lontano, dall’altra parte della baia, dove loro semplicemente “non esistono”.

Recensione
Questo libro raccoglie dei racconti brevi dello scrittore svedese Stig Dagerman, morto suicida a soli 31 anni. Il tema centrale - a mio modesto parere - di questa raccolta è la tragedia: il bambino che viene per sbaglio ucciso mentre attraversa la strada (Uccidere un bambino) o la nonna traumatizzata dalla guerra (A casa della nonna) per citarne un paio. Lo stile di Stig è impregnato di solitudine e tristezza, in ogni racconto emerge la povertà dell'uomo (sia fisica che spirituale), e non a caso quasi tutti i protagonisti sono dei bambini (che guardano il mondo con ancora innocenza).

L'uomo che ama trova una conchiglia sulla spiaggia. Quando la porta all'orecchio non sente né il mare né il vento né gli angeli, ma la sua stessa voce che canta: Ti amo. Non ha mai udito niente di così bello.

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