martedì 28 febbraio 2023

[Recensione] Felici i felici - Yasmina Reza

 


FELICI I FELICI || Yasmina Reza || Adelphi || 2013 || 163 pagine

"Felici gli amati e gli amanti e coloro che possono fare a meno dell'amore. Felici i felici»: le due ultime "beatitudini» di Borges, che Yasmina Reza inscrive sulla soglia di questo romanzo, ci indicano la via per penetrare nel fitto intreccio delle vite che lo popolano. Perché la felicità – nell'a­more o nell'assenza di a­more, all'inter­no di una coppia o al di fuori di ogni legame – è un talento: e di tutti i personaggi che a turno consegnano al lettore confessioni a volte patetiche, a volte grottesche, a volte atrocemente comiche, si direbbe che quasi nessuno lo possegga. In un sottile gioco di echi, di risonanze, di contrappunti – tra amori inaciditi e rancori mai sopiti, illusioni spezzate e fughe nel delirio –, le voci che si avvicendano, quasi incalzandosi, tessono un ordito i cui fili (tenui in alcuni casi, in altri pesanti come catene) collegano molteplici destini, tutti segnati dall'impervia difficol­tà del­l'incontro con l'altro. Con una scrittura di chirurgica precisione, capace di muoversi tra i registri più vari, in un susseguirsi di scene in cui sempre lampeggia il genio della donna di teatro, Yasmina Reza è abilissima nel far affiorare, appena sotto la superficie smaltata delle apparenze, solitudine e violenza, disperazione e risentimento; e riesce a condurre la ronde dei suoi personaggi – mogli inquiete e mariti perplessi, amanti insoddisfatte e libertini mediocri, giovani in fuga dalla vita e vecchi abitati dalla morte – senza mai allontanarsi dalla lucidità intransigente di chi cerca di dire senza orpelli qualcosa che è.

RECENSIONE

L'autrice francese in questo libro ci presenta tanti protagonisti diversi le cui storie si intrecciano, si rincorrono, si conoscono, si sfiorano, formando una sorta di romanzo corale. La storia inizia con una coppia, Robert e Odile, dalla quale si dipaneranno tutte le altre storie.

“Essere felici è un talento. Non puoi essere felice in amore se non hai un talento per la felicità.”

A me non è piaciuto tanto, anzi, davvero poco. Non fatevi ingannare dal titolo, di felicità non se ne parla, anzi, tutto il contrario. Mi ha colpito il cinismo dell'autrice, che suddivide il mondo in uomini tutti orchi e aggressivi, e le donne tutte martiri e sottomesse.

“Un giorno bisognerebbe studiarlo, questo particolare silenzio dei viaggi in macchina, della notte, quando si torna a casa dopo aver sfoggiato una serenità a uso e consumo degli altri, un misto di conformismo e autoinganno.”