L'ANELLO DI CLARISSE || Claudio Magris || Einaudi || 1984 || 396 pag.
Il centro del libro è il motivo nietzscheano della vita che non dimora più nella totalità, la crisi del pensiero e dell'arte che non possono o non vogliono offrire un'immagine unitaria del mondo. Di qui il titolo: "L'anello di Clarisse", ispirato da "L'uomo senza qualità", "Il grande romanzo musiliano che si propone di rappresentare l'intera realtà nel suo mutevole divenire ed è perciò destinato a rimanere un frammento perennemente incompiuto, non ha un centro né una fine, così come non ha un centro l'anello che Clarisse, il personaggio femminile ricalcato sul modello di Nietzsche, si sfila dal dito". Il saggio percorre i grandi capitoli della storia letteraria europea, da Goethe a Rilke, da Jacobsen a Svevo, sino alla letteratura contemporanea.
RECENSIONE
Questo saggio di letteratura e raccoglie degli articoli di critica letteraria scritti dal professore Claudio Magris, docente di Letteratura Tedesca presso l’Università di Trieste, nei quali si svolge una ricerca attenta ma a volte eccessivamente puntuta dei motivi della disgregazione dell'io, della fine della dialettica hegelian-marxista, della mancanza di senso nella storia e dell'impossibilità delle 'storie', dell'impossibilità di una Odissea e di una Itaca ma piuttosto di una narrazione che tende all'infinito ma, come ad esempio in Musil, senza inizio, svolgimento, conclusione. Quello che risulta dalla lettura (non semplice) dei suoi saggi è la sua sterminata cultura storica, mitologica, filosofica, letteraria, artistica.
