venerdì 23 novembre 2018

La nascita del linguaggio

Introduzione
Il linguaggio fa parte della maggior parte della nostra vita di tutti i giorni. Un mondo senza linguaggio potrebbe considerarsi ancora umano? Anche se gli etologi (coloro cioè che studiano il comportamento animale) hanno ormai accertato che molte specie animali comunicano con sistemi di segni e hanno un loro linguaggio, non sembra proprio che vi siano in natura altri esseri viventi che usano un linguaggio simile al nostro per livello di complessità e di elaborazione. 

Homo Sapiens 
10.000 – 100.000 anni fa: un animale bipede si trova riunito in una caverna con la sua famiglia: moglie e figli. Secondo te, in casa, ha il vocabolario? No! Ma allora come comunica con la sua famiglia? Forse a gesti, o forse anche con strani grugniti, ma soprattutto articolando i suoni. Dopo qualche millennio questo bipede verrà chiamato Homo Sapiens, tradotto letteralmente “uomo sapiente”. Perché? Perché iniziò a dare una definizione verbale a ogni oggetto che lo circondava o che vedeva, così ci fu un nome per la caverna, per la clava, per il prato, per gli alberi, per il cielo, per le stelle, per l’atto di correre, di mangiare, ma soprattutto un nome per la moglie e per i suoi figli. Ecco pian piano l’uomo inizia a costruire dialoghi di senso compiuto e a rispondere ai discorsi del suo simile. E fu così che nacquero le prime lingue e non un’unica lingua per un semplice motivo: ogni tribù  abitava in un determinato luogo e quindi ognuna di esse utilizzata e creava dei propri termini e ogni tribù aveva una propria concezione filosofica della vita e dei suoi miti e quindi si costruiva nel tempo una propria tradizione (inizialmente orale). Col tempo queste diversissime tribù ebbero dei punti di contatto e alcune si raggrupparono e si assimilarono: come? In due modi, anzi, in due tipi di rapporti: di pace e di guerra. E dalle tribù, così, si iniziarono a formare i popoli.