lunedì 5 ottobre 2020

[Recensione] Suite francese - Irène Némirovsky

 


SUITE FRANCESE | Irène Némirovsky | Adelphi | Ottobre 2012 | 415 pagine

«Quasi senza saperlo, per una specie di grazia infusa, Irène Némirovsky possedeva i doni del grande romanziere, come se Tolstoj, Dostoevskij, Balzac, Flaubert, Turgenev le fossero accanto e le guidassero la mano mentre lei scriveva sui suoi quaderni ... Quando abbiamo finito di leggere le due prime parti di Suite francese, resta in noi una strana sensazione di letizia. Non sappiamo se essa dipenda dalla gioia nasco­­sta sotto le tragedie della vita; o dalla felicità fisica di raccontare senza fine. Il tono volentieri lirico; l'eco melodiosa della frase; la ricchezza delle sensazioni; la bellezza della natura; gli animali quasi umanizzati; la luce del sole al mezzogiorno o al tramonto; il chiarore onnipresente della luna si sciolgono e si perdono nella fluidità della vita». Pietro Citati

Premessa

Il romanzo si trova nella seconda parte del libro, dal titolo "Dolce", purtroppo rimasto incompiuto, visto che Irène venne arrestata e portata nel campo di concentramento di Auschwitz, dove morì il 17 agosto 1942 in una camera a gas. Nella prima parte, invece, intitolata "Temporale di giugno", l'autrice ci narra il crollo della Francia sotto l’occupazione e il dominio tedesco e gli abitanti che, come un vero e proprio esodo, cercano di fuggire dalla guerra e dall'occupazione tedesca e seguiremo le storie di diverse gruppi di famiglie e persone (alcune delle quali le ritroveremo anche in Dolce). Originariamente l'autrice avrebbe voluto scrivere un unico libro diviso in cinque parti: 1) Tempesta; 2) Dolce; 3) Cattività; 4) Battaglia 5) La pace. Ella intendeva strutturare come una sinfonia in cinque tempi questo romanzo.

Recensione

Se da una parte impariamo a conoscere l'annientamento e la devastazione che un conflitto può portare nella vita delle persone, ma come la stessa guerra possa mostrare la meschinità e la pochezza degli individui, dall'altra ci lasciamo trasportare da un amore conflittuale. Non c'è distinzione tra il privato e l'evento collettivo che si abbatte sulle persone, il destino sembra essere comune alla maggior parte degli individui, dipende solo da che parte della Storia ti trovi. Non è solo la storia d’amore appassionante, piena di lati oscuri e di tormenti vissuta dall'ufficiale tedesco e la donna il cui marito è disperso al fronte, ma tutto il contorno, che in molte parti del romanzo diventa la scena principale, il reale protagonista di “Suite francese”. Paura, egoismo, coinvolgimento, passione, dolore, rabbia, incomprensione, sottomissione e potere sono solo alcuni degli elementi presenti nel libro, che riesce a coinvolgere il lettore in un vortice di sensazioni spesso contrastanti portandolo alla riflessione. Ciò che sicuramente è evidente a tutti leggendo “Suite francese” è che ognuno reagisce in modo diverso dinanzi alle atrocità della vita, ma in tutti i casi chi ne è pervaso non può fare a meno di dimostrare la sua fragilità e la sua intimità.
Come scrive Myriam Anissimov nella postfazione, la storia stessa della pubblicazione di Suite française ha del miracoloso e merita di essere raccontata: il manoscritto, contenuto in una valigetta, seguì le bambine Elisabeth e Dénise — anch’esse ricercate dai nazisti — negli anni di fuga e in tutti i nascondigli ma soltanto molti, molti anni dopo trovarono il coraggio di leggere quelle pagine scritte dalla madre con una grafia minuscola per risparmiare l’inchiostro e sulla pessima carta del tempo di guerra. Quella lettura era per loro troppo dolorosa. Alla fine però decisero, le due sorelle, di salvare l’ultima opera della madre. Quando nel 2004 Suite française venne pubblicato in Francia divenne subito un caso letterario ed ottenne addirittura il prestigioso Prix Renaudot. I giurati, assegnando il premio a titolo postumo, per Irène Némirovsky avevano infranto il loro rigido regolamento.

Ed ecco anche la mia recensione sul film tratto da questo romanzo: