martedì 12 luglio 2022

[Recensione] Il dolce domani - Banana Yoshimoto

 


IL DOLCE DOMANI || Banana Yoshimoto || Feltrinelli || 2020 || 104 pagine

Sayoko e Yoichi hanno avuto un incidente, lei è rimasta gravemente ferita, lui invece non c’è più. La loro era una storia bellissima, in cui la scarsa volontà di impegnarsi era compensata da un amore profondo e libero, e senza di lui Sayoko si sente vuota, o forse, come le dice l’amico okinawano Shingaki, deve solo andarsi a riprendere il suo mabui. È proprio la ricerca del mabui, di una cosa che somiglia molto all’anima e che Sayoko non sa nemmeno se la rivuole per davvero, il tema centrale di un romanzo che, con profondità e delicatezza, racconta il dolore e la rinascita di chi è sopravvissuto alla morte di qualcuno che amava. Ambientato fra i templi e gli onsen di Kyoto, con riferimenti a Frankenstein e agli zombie, Il dolce domani, scritto dopo l’incidente di Fukushima, sembra suggerire la nostalgia per ciò che si è perduto come mezzo per superare il trauma di aver vissuto il disastro di Fukushima e le sue conseguenze.

Recensione

Ritrovare la scrittura della Yoshimoto è sempre piacevole, mi rilassa ed è la scrittrice giapponese che meglio rende la delicatezza, il suo stile resta immutato. In questo romanzo conosciamo Sayoko che, dopo un incidente stradale, perde il compagno di vita e si sente sola ma sviluppa una capacità: riesce a vedere i defunti. Stavolta l'autrice giapponese tratta il tema del lutto, e ce lo rende con una delicatezza incredibile. Morale della storia? Bisogna vivere, nonostante tutto quello che ci succede, è anche quello che vogliono i nostri cari amici o parenti defunti, anzi potremmo dire che loro vivono attraverso di noi.

"Nel sogno pensai tra me e me che le anime belle, dopo la morte, trovano rifugio in luoghi di grande bellezza."