mercoledì 17 novembre 2021

[Recensione] La prima inchiesta di Maigret - Georges Simenon

 


LA PRIMA INCHIESTA DI MAIGRET || Georges Simenon || Adelphi || 2001 || 178 pagine

A dire il vero, il mestiere che aveva sempre sognato non esisteva. Da ragazzo, al paese, aveva come l’impressione che un sacco di gente non fosse al posto suo, o prendesse una strada sbagliata unicamente perché non aveva le idee chiare. E immaginava un uomo di infinita saggezza, e soprattutto di infinita perspicacia, al tempo stesso medico e sacerdote, un uomo in grado di intuire con un’occhiata il destino delle persone ... Un uomo da consultare come si consulta un medico. Una specie di accomodatore di destini. E non solo perché intelligente – forse non aveva neanche bisogno di un’intelligenza eccezionale –, ma perché capace di vivere la vita di chiunque, di mettersi nei panni di chiunque. Maigret non aveva mai parlato di questo con nessuno. Né osava pensarci troppo seriamente per paura di sentirsi ridicolo. Non potendo portare a termine gli studi di medicina, era comunque entrato nella polizia, per caso. Ma era stato poi veramente un caso? E i poliziotti non sono qualche volta proprio degli accomodatori di destini?

RECENSIONE

Come dice il titolo questo romanzo ci presenta la prima indagine di Maigret, molto prima che diventasse commissario di polizia. Infatti torniamo indietro nel tempo (esattamente nell'aprile del 1913), quando il giovane poliziotto (aveva ventisei anni) svolge la funzione di segretario al commissariato del quartiere Saint-Georges. Maigret era sposato da soli cinque mesi (ed è ancora magro).

Che dire, leggere questa prima indagine di Maigret è stato piacevole, si intravede il suo metodo di indagine (cioè quello di osservare la psicologia dei vari personaggi della vicenda), il suo primo appostamento che dura ore, la sua immancabile pipa che accende e fuma, le sue buone mangiate (il finale mi ha ricordato il commissario Montalbano quando pranza nel suo ristorante di pesce preferito in riva al mare), ma soprattutto colpisce l'onestà e l'innocenza che ha il futuro commissario tanto è vero che arriverà quasi a volersi licenziare. Maigret non è dalla parte dei buoni o dei cattivi, ma è sempre dalla parte dell'umanità, quella verace.