mercoledì 20 gennaio 2021

[Recensione] Félicie - Georges Simenon

 


FÉLICIE || Georges Simenon || Adelphi || 2012 || 139 pagine

Se ne sarebbe ricordato in seguito, di quell’attimo, e non sempre con piacere. Per anni, in certe ridenti mattine di primavera, i colleghi del Quai des Orfèvres avrebbero conservato l’abitudine di rivolgersi a lui con un misto di serietà e di ironia:

«Senti, Maigret...».
«Che c’è?...».
«C’è Félicie!».
E allora lui la rivedeva, sottile, con i suoi vestiti chiassosi, i grandi occhi color nontiscordardimé, il naso impertinente, e il cappello poi, quel terrificante cappellino rosso piazzato in cima alla testa con una lunga penna verde cangiante infilzata come una freccia.
«C’è Félicie!».
Il commissario sbuffava. Lo sapevano tutti che Maigret si metteva a sbuffare come un orso quando qualcuno gli ricordava Félicie, quella ragazza gli aveva dato più filo da torcere di tutti i «duri» che aveva spedito in galera.

RECENSIONE

Pubblicato anche col titolo La ragazza di Maigret, Félicie è il 25esimo libro che Simenon scrive con protagonista il commissario Maigret. Capisco perché la casa editrice Adelphi ha deciso di cambiare il titolo: proprio perché la vera protagonista di questa indagine è lei, Félicie, bugiarda e capricciosa e che, scopriremo, nasconde un passato non felice come direbbe invece il suo nome.

In questa vicenda viene ucciso Jules Lepie detto Gambadilegno, un pensionato avaro e scorbutico, con un colpo di pistola nella sua casetta in campagna. L'unica persona che vive con lui è una ragazzina di 24 anni, Félicie, che da subito Maigret comprende essere bugiarda ma affezionata al suo padrone, visto che l'aveva salvata dalla miseria. E non sarà facile scoprire la verità, visto il carattere della ragazza che spesso contrasta le indagini, fino al punto che fuggirà.

Negli ultimi romanzi che sto leggendo di Maigret (come già detto sto leggendo in ordine cronologico tutte le sue indagini) abbiamo incontrato delle donne come protagoniste e la lettura di questa ultima indagine ci fa capire che Simenon aveva indubbiamente una capacità magistrale nel descriverci il complesso e variegato universo femminile. E non tarderà, il nostro commissario, a comprendere il malessere interiore che attraversa Félicie.

Vede, questa storia d’amore io l’ho capita subito… Lei è una ragazzina con cui la vita non è stata molto generosa… E allora, per fuggire da una realtà spiacevole, se n’è costruita una immaginaria… Non era più la piccola Félicie, la cameriera del vecchio Lapie, ma uno dei personaggi prestigiosi dei romanzi che legge…
«Nei suoi sogni Gambadilegno non era più un semplice padrone tignoso e, come nei migliori romanzi popolari, lei era il frutto di un amore colpevole… Non deve arrossire… Aveva bisogno di belle storie, non fosse altro che per raccontarle alla sua amica Léontine o per scrivere qualcosa nel suo diario…
«Non appena in casa è entrato un uomo, lei ha immaginato di esserne l’amante e ha vissuto con lui un grande amore, mentre il povero ragazzo, ci giurerei, non ne sapeva proprio nulla…

Il desiderio di sfuggire da un'esistenza che non si sente più propria insieme al bisogno di sentirsi di nuovo liberi: ecco cosa unisce Gambadilegno e Félicie. Lui fugge dal suo passato (segnato soprattutto dalla perdita di una gamba), lei fugge dalla realtà rifugiandosi nella lettura di romanzetti popolari. Questo desiderio di libertà, di uscire dalla monotona vita di tutti i giorni, sempre ripetitiva, sempre facendo le stesse azioni e vedendo le stesse persone e dicendo sempre le stesse cose, lo abbiamo ognuno di noi: forse una cosa sola ci salverà dall'alienazione ambientale e sociologica, ed è l'immaginazione (ed è certamente anche questo il segreto del successo di numerosi romanzi o serie tv, ci permettono di fuggire via dalla nostra noiosa realtà e ci trasformano in eroi, quando ci immedesimiamo con le avventure dei protagonisti delle storie).

Ho ritrovato un Simenon in stato di grazia, e quando è così è sempre un piacere leggere quello che scrive, anzi, non vorresti finisse mai.