domenica 3 gennaio 2021

[Recensione] Il racconto dell'ancella - Margaret Atwood

 


IL RACCONTO DELL'ANCELLA || Margaret Atwood || Ponte alle Grazie || 6 marzo 2018 || 299 pagine

In un mondo devastato dalle radiazioni atomiche, gli Stati Uniti sono divenuti uno Stato totalitario, basato sul controllo del corpo femminile. Offred, la donna che appartiene a Fred, ha solo un compito nella neonata Repubblica di Gilead: garantire una discendenza alla élite dominante. Il regime monoteocratico di questa società del futuro, infatti, è fondato sullo sfruttamento delle cosiddette Ancelle, le uniche donne che dopo la catastrofe sono ancora in grado di procreare. Ma anche lo Stato più repressivo non riesce a schiacciare i desideri e da questo dipenderà la possibilità e, forse, il successo di una ribellione. Mito, metafora e storia si fondono per sferrare una satira energica contro i regimi totalitari. Ma non solo: c'è anche la volontà di colpire, con tagliente ironia, il cuore di una società meschinamente puritana che, dietro il paravento di tabù istituzionali, fonda la sua legge brutale sull'intreccio tra sessualità e politica. Quello che l'Ancella racconta sta in un tempo di là da venire, ma interpella fortemente il presente.

RECENSIONE

Prima opera che leggo dell'autrice canadese Margaret Atwood. Il futuro che ella ci descrive è spaventoso a dir poco: forse dopo un incidente nucleare-atomico la fertilità è venuta a mancare e le poche donne che posso ancora essere in grado di generare figli vengono "assunte" come ancelle, ovvero come delle suore che in realtà non praticano la castità ma il contrario: sono usate dai ricchi per fare figli, visto che le mogli dei ricchi sono sterili (che poi è una pratica antica fatta risalire all'Antico Testamento, vedi storia della schiava di Abramo, Agar, nei capitoli 16 e 21 di Genesi: siccome Sara non ha figli ma vuole procurare una discendenza a suo marito Abramo gli offre la propria schiava; da questa unione nasce Ismaele. In seguito quando Sara da alla luce il figlio Isacco scoppia nella donna una profonda gelosia nei confronti della giovane serva, al punto che Abramo è costretto ad allontanare Agar e suo figlio Ismaele). La storia ci viene narrata dal punto di vista dell'ancella, che scrive delle memorie del suo passato. Spiazzante il finale.

Lo stile dell'autrice è straordinario (io ho adorato i flashback), una donna certamente colta e di classe. Si toccano varie tematiche, dal rischio ecologico alla deriva del fanatismo religioso, alla donna come oggetto e il tema della maternità e della morte dell'amore. Ho provato le stesse sensazioni della protagonista, rese vivide e reali dall'autrice (altra sua grande dote). La ricerca della protagonista di una briciola di umanità in tutti i rapporti che intesse, soprattutto con la sua amica che poi sparirà (e sapremo il perché). Alla fine della lettura resta tanta amarezza e tristezza, e tanta rabbia perché tutto quello che ci viene presentato e narrato, purtroppo, potrebbe accadere davvero. Diciamo che l'autrice ci ha lanciato un forte monito: ecco cosa potrebbe succedere se l'umanità continua a comportarsi in questo modo e quando smetterà di amare.