martedì 31 dicembre 2024

[Recensione] Una granita di caffè con panna - Alessandra Lavagnino

 


UNA GRANITA DI CAFFÈ CON PANNA || Alessandra Lavagnino || Sellerio || 2001 || 164 pag.

Dell'impossibilità, in Sicilia, di esistenza della verità abbiamo due versioni. Una è quella amata dalla letteratura del Novecento, da Pirandello a Sciascia, che non si interroga sulle cause, ma coglie in questa difficoltà della Sicilia a convivere con la verità come uno stato naturalmente filosofico, inclinante verso lo scetticismo, che obbliga chi racconta cose di Sicilia a interrogarsi sulla condizione umana in quanto tale. Quello che Sciascia chiamava «la Sicilia come metafora». Vi è una seconda versione, quella storica, per così dire, che con minor pessimismo ma conclusioni forse più desolate riconosce in questa secolare impossibilità cause di vario genere, ma precise, ascrivibili a quell'universo di significati che prende il nome di «omertà». Una granita di caffè con panna fu pubblicato una trentina di anni fa, prima a puntate su un rotocalco, poi in volume. Sciascia apprezzò questo libro, ne fece una recensione, che è un piccolo saggio sulla verità e le donne e la Sicilia, qui ripubblicata. Il libro racconta una storia strana, tra la fiaba e il poliziesco: di una donna di condizione privilegiata, Agata, che per un trauma cranico diventa irresistibilmente sincera; e dice di tutto sulle fortune della sua famiglia, su certi traffici in paese, su piccole e grandi menzogne che la trama del tempo ha inestricabilmente impastato con la crosta della vita: ma la singolarità della sua situazione è che Agata stessa, persona colta e civile, eticamente impegnata sul lavoro e nella vita, non riesce ad aderire moralmente e conoscitivamente alla sua sincerità. Il racconto ha un finale dolceamaro. Ma si capisce perché a Sciascia piacque tanto: per il suo collocarsi, tra le due versioni della questione Sicilia e verità, esattamente, ambiguamente in mezzo. Con esiti deliziosamente elusivi, cioè letterari.

RECENSIONE

La protagonista Agata è una entomologa che vive in Sicilia, sposata e madre di un bambino. In seguito ad un incidente riporta un trauma cranico il cui effetto è una nuova, sconcertante sincerità; sicché Agata esprime le sue opinioni senza filtri e soprattutto rivela informazioni preziose sul patrimonio della sua famiglia, su alcuni traffici illeciti in paese e su altre piccole e grandi menzogne che la circondano. Isolata da tutti, vede aumentare la distanza tra sé e gli altri.

Prima opera che leggo di Alessandra Lavagnino, scienziata e scrittrice. Sinceramente non saprei come descrivere questo romanzo, da un lato la scrittrice ha uno stile davvero elevato e raffinato, dall'altro non mi ha soddisfatto più di tanto.

Ma quando fui sul vasto marciapiede polveroso della grande piazza, mi dispiacque di essere libera. Sempre così. Avevo richiuso il portoncino pesante sotto la lunetta a vetri, avevo lasciato il bambino. Me ne andavo, per quattro ore. All’odore dei pini, che avevano già perso verde nel pulviscolo estivo, si mescolavano gli odori che maggio non dimentica. La grande chiesa dei rimedi restituiva solo d’oro dal tufo opaco. Camminavo lungo la casa – persiane ancora chiuse – che dall’altra parte si affaccia, oltre l’immensa chioma del ficus, sui lecci e, in fronte, le araucarie altissime e preistoriche della Villa. Lì portavo il bambino. «Con tanto sole in casa, che bisogno c’e di portarlo fuori io non capisco», diceva lei. Uscivo lo stesso, ma furtiva e silenziosa, attenta a movimenti e rumori superflui – come in cucina – e finché non ero lontana dalla casa non sapevo parlare al bambino. Molte volte non ero uscita. Altre, che lei aveva detto: con questo vento! ero tornata precipitosa e colpevole, con il bambino in braccio.


[Recensione] La malora - Beppe Fenoglio

 


LA MALORA || Beppe Fenoglio || Einaudi || 2005 || 85 pag.

Secondo libro di Fenoglio, La malora apparve nel 1954, due anni dopo il fulminante esordio dei Ventitré giorni della città di Alba. Vi si racconta, con un tono ruvido che nulla concede alla retorica e al sentimento, la vicenda carica di destino del giovane Agostino che, morto il padre, va a servizio in un'altra cascina. Fenoglio conosceva bene la realtà umana delle colline di casa. Le vite elementari dei suoi personaggi, scandite dalla fatica e dal silenzio, dalla dignità e da speranze impossibili, sono come scolpite nella pietra di un linguaggio essenziale, e tuttavia profondamente partecipe che ha fatto dello scrittore albese uno dei "grandi" del Novecento.

RECENSIONE

Prima opera di Beppe Fenoglio che leggo. La malora è la narrazione in prima persona dell'ormai adulto contadino Agostino Braida il quale ricorda un tratto della sua giovinezza nelle langhe piemontesi, precisamente di quando suo padre aveva tanti possedimenti ma il caso, il destino, sconvolse tutto quanto e mandò tutto alla malora fino alla morte, in un incidente al pozzo, del padre, costringendo Agostino ad andare a lavorare "a servizio" in un'altra cascina. Suo fratello Emilio entrerà in seminario dove soffrirà la fame e Stefano, il fratello più grande, dopo essere stato nell'esercito ritornerà in famiglia.

Questo tipo di narrazione risulta avere delle caratteristiche del romanzo verista (come ad esempio La roba di Verga) dove i dialoghi spesso vengono riportati nel dialetto locale e dove si narra la situazione di povertà dei ceti più bassi. E dove c'è fame e povertà, purtroppo, facilmente esce fuori anche la violenza. Fenoglio descrive benissimo la "vita grama" che facevano questi poveri diavoli, sempre sfruttati dai più ricchi e potenti.

La parte in cui lo stesso Agostino si innamora di una serva che prestava servizio alla cascina dove lavorava e alla quale si dichiara abbastanza impacciatamente e lei risponde positivamente alla sua corte e poi viene portata via dai suoi perché le avevano trovato un buon partito per farla maritare mi ha lasciato davvero rattristato, ho provato, come si suol dire, lo stesso dolore del cuore infranto di Agostino, impotente di fronte alle decisioni degli altri.


[Recensione] Il Cammino di Santiago - Fabrizio Ardito

  IL CAMMINO DI SANTIAGO || Fabrizio Ardito || Touring Editore || 2012 || 328 pag. Esperienza spirituale che si colora d’avventura, la marci...