martedì 21 aprile 2020

[Recensione] Il caso Saint-Fiacre - Georges Simenon

Titolo: Il caso Saint-Fiacre
Titolo originale: L'Affaire Saint-Fiacre
Autore: Georges Simenon
Traduttore: Giorgio Pinotti
Editore: Adelphi
Serie: Commissario Maigret #14
Pubblicazione: 29 febbraio 2012
Prima pubblicazione: gennaio 1932
Genere: giallo
Pagine: 148
Prezzo: 10 euro

Quarta di copertina
«La contessa di Saint-Fiacre teneva ancora la faccia tra le mani. Era rigida, immobile, come la maggior parte delle altre vecchie. «“Ite missa est... La messa è finita...”. «Solo allora Maigret capì quanto era stato angosciato. Quasi non se n’era reso conto. Senza volerlo sospirò di sollievo [...]. «Ancora tre persone... Due... Qualcuno spostò una sedia... Rimaneva solo la contessa, e Maigret ebbe un fremito d’impazienza... «Il sacrestano, che aveva concluso il suo compito, gettò uno sguardo alla signora di Saint-Fiacre, e un’espressione dubbiosa gli si dipinse sul volto. In quel medesimo istante il commissario avanzò. «Giunti accanto a lei, rimasero entrambi stupiti di quell’immobilità e cercarono di vedere il volto che le mani giunte continuavano a nascondere. «Turbato, Maigret le sfiorò una spalla. Il corpo vacillò, come se fino a quel momento fosse stato sorretto da un filo, poi rotolò a terra e rimase inerte. «La contessa di Saint-Fiacre era morta».

Recensione
Il commissario Maigret riceve un biglietto anonimo il quale annuncia un delitto che avverrà nella chiesa del suo paese natale, Saint-Fiacre. Maigret allora, incuriosito, decide di assistere alla Messa ed effettivamente una persona a lui cara muore: si tratta della contessa di Saint-Fiacre, per la quale suo padre ha lavorato in passato come intendente del castello. Sembra un delitto perfetto, chi sarà stato il colpevole?

Insolito giallo con Maigret protagonista dove stavolta non è lui ad indagare ma sembra quasi stare nascosto e si trasforma in uno spettatore e dove il vero detective invece sembra essere il figlio della contessa, Maurice, giovane senza lavoro e sperperatore delle fortune dei suoi genitori. Maigret è molto malinconico e solitario in questo romanzo, viene completamente immerso nei ricordi della sua infanzia. Per la prima volta non sarà lui a svelare l'insospettabile assassino.

È interessante notare come Simenon si sia ispirato, verso il finale del romanzo, alla tradizione del delitto impossibile del giallo classico, con una cerchia ristretta di persone all'interno di uno spazio chiuso (come non pensare, ad esempio, a Dieci piccoli indiani) e in tale riunione vi ritroviamo tutti i sospetti del crimine per identificare appunto fra di loro il vero colpevole dell'omicidio.

Bellissimo il nono capitolo intitolato All'insegna di Walter Scott, dove addirittura sfociamo nel romanzo gotico.

Questo insolito Maigret colpisce perché è fuori dall'ordinario rispetto agli altri casi del celebre commissario francese, diventa un noir più psicologico e contano quasi di più le atmosfere e i dialoghi piuttosto che lo svelamento della trama e la scoperta dell'assassino. Purtroppo mi ha lasciato insoddisfatto, perché oltre queste atmosfere non ha nulla altro da offrire, come giallo risulta abbastanza fiacco, vuoto.

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