mercoledì 8 febbraio 2023

[Recensione] L'uomo che cadde sulla Terra - Walter Tevis

 


L'UOMO CHE CADDE SULLA TERRA || Walter Tevis || minimum fax || 2006 || 231 pagine

Non è un uomo, eppure è molto simile all'uomo. E allora cosa è l'individuo gentile e fragile che si fa passare per cittadino britannico, nascondendosi dietro il nome altisonante di Thomas Jerome Newton, che accumula in breve tempo una vera e propria fortuna grazie a invenzioni geniali e inaudite e che vive in solitudine quasi completa dedicandosi a un compito misterioso e immane?
Uno dei pochi romanzi di fantascienza che abbiano lasciato una traccia indelebile nella letteratura mondiale, L’uomo che cadde sulla Terra è un apologo amaro sul mondo di oggi e (probabilmente) di domani, la storia disperata di un "alieno" in ogni senso che sul grande schermo ha preso il volto inquietante e commovente di David Bowie.

RECENSIONE
Non era un uomo, eppure era molto simile a un uomo. Era alto uno e novanta, e certi uomini sono anche più alti; aveva i capelli bianchi come quelli di un albino ma la faccia era leggermente abbronzata, e gli occhi di un azzurro pallido. La struttura del corpo era oltremodo esile, le fattezze delicate, le dita lunghe, sottili, e la pelle quasi traslucida, priva di peli. Il volto faceva pensare a un elfo.

Sulla Terra si fa chiamare Thomas Jerome Newton, ma in realtà non è un essere terrestre, bensì un extraterrestre in missione segreta sulla Terra. Scopriremo che è stato mandato da noi per studiarci, ma egli si ambienterà così bene che prenderà un brutto vizio: quello del bere alcol, fino a ubriacarsi. Newton è un genio ed è un bravissimo scienziato, tanto è vero che realizzerà delle invenzioni che lo faranno diventare in pochi mesi miliardario e tenterà di ricostruire la sua navicella spaziale per andare a prendere i (pochi ormai) antheani superstiti e metterli in salvo da noi, sulla Terra. Ma ben presto i servizi segreti sospetteranno di lui, fino all'arresto (non aggiungo altro per non rovinarvi la storia).

Con questo racconto Walter Tevis riesce in modo efficace a mostrarci il concetto di alienazione nella società post-moderna e post-industriale. E ci lancia un monito: con l'alieno proveniente da Anthea, un pianeta molto lontano da noi, dove fa sempre freddo e non si può più vivere perché i suoi abitanti si sono combattuti in una guerra nucleare spaventosa che sta rischiando di estinguerli. Il monito è proprio questo: rischiamo di fare noi stessi quella stessa fine. Walter quindi è molto chiaro: se continuiamo a farci le guerre, rischiamo di auto-estinguerci per sempre.