sabato 10 aprile 2021

[Recensione] Olive Kitteridge - Elizabeth Strout

 


OLIVE KITTERIDGE || Elizabeth Strout || Fazi editore || giugno 2009 || 383 pagine

In un angolo del continente nordamericano c'è Crosby, nel Maine: un luogo senza importanza che tuttavia, grazie alla sottile lama dello sguardo della Strout, diviene lo specchio di un mondo più ampio. Perché in questo piccolo villaggio affacciato sull'Oceano Atlantico c'è una donna che regge i fili della storie, e delle vite, di tutti i suoi concittadini. È Olive Kitteridge, un'insegnante in pensione che, con implacabile intelligenza critica, osserva i segni del tempo moltiplicarsi intorno a lei, tanto che poco o nulla le sfugge dell'animo di chi le sta accanto: un vecchio studente che ha smarrito il desiderio di vivere; Christopher, il figlio, tirannizzato dalla sua sensibilità spietata; un marito, Henry, che nella sua stessa fedeltà al matrimonio scopre una benedizione, e una croce. E ancora, le due sorelle Julie e Winnie: la prima abbandonata sull'altare, ma non rassegnata a una vita di rinuncia, sul punto di fuggire ricorderà le parole illuminanti della sua ex-insegnante: Non abbiate paura della vostra fame. Se ne avrete paura, sarete soltanto degli sciocchi qualsiasi».

Con dolore, e con disarmante onestà, in Olive Kitteridge si accampano i vari accenti e declinazioni della condizione umana – e i conflitti necessari per fronteggiarli entrambi. È il fragile, sottile miracolo di un'altissima pagina di storia della letteratura, regalataci da una delle protagoniste della narrativa americana contemporanea, vincitrice, grazie a questo “romanzo in racconti”, del Premio Pulitzer 2009.

RECENSIONE

Un insolito romanzo perché strutturato in racconti chiusi ma fra loro tutti collegati e ambientati nella piccola contea di Crosby (immaginaria) nel Maine (dove l'autrice ha vissuto) e dove la protagonista è quasi sempre Olive Kitteridge, un'anziana insegnante ormai in pensione di matematica (in alcuni vi appare, in altri fa una breve comparsata o viene ricordata, in altri è la protagonista). Olive è burbera, ha un'intelligenza critica, nulla le sfugge dell'animo di chi le sta accanto. Ha un caratterino tagliente, così forte che suo marito e suo figlio Christopher ne subiscono gli effetti (il primo quasi tradendola, il secondo allontanandosi da lei).

Mi sono molto affezionato ad Olive e a suo marito Henry, mi hanno ricordato i miei nonni (purtroppo scomparsi entrambi). Il bello di questo romanzo in racconti è proprio questo: l'autrice è riuscita a delineare così bene la psicologia e i comportamenti (esteriori e soprattutto interiori) dei suoi personaggi che ognuno di noi può benissimo rispecchiarsi in loro, in un'azione, in una scelta, in un loro comportamento avventato o determinato dalla paura o dall'amore. E poi le varie ferite, i vari avvenimenti degli abitanti di Crosby li vediamo mutare nello scorrere del tempo implacabile (altro grande protagonista di questo romanzo).