venerdì 2 ottobre 2020

[Recensione] L'avventura d'un povero cristiano - Ignazio Silone

 


L'AVVENTURA D'UN POVERO CRISTIANO | Ignazio Silone | Mondadori | 1968 | 272 pagine

"Ormai è chiaro che a me interessa la sorte di un certo tipo di cristiano, nell'ingranaggio del mondo, e non saprei scrivere d'altro". Così afferma Silone nel saggio che precede il dramma dedicato alla emblematica figura dell'eremita Pietro Angelerio del Morrone, incoronato pontefice nel 1294 col nome di Celestino V, poi clamorosamente dimessosi perché convinto dell'impossibilità di conciliare lo spirito dei Vangeli con i doveri del trono.

RECENSIONE

Ignazio Silone in questa versione teatrale ci racconta, dal suo punto di vista, di come un umile frate eremita, Pietro Angelerio del Morrone, venne eletto pontefice e passò alla storia come Celestino V il quale, dopo brevissimo tempo, abdicò a questa carica importante perché il potere portava alla corruzione. Nonostante egli avesse provato a mettere in pratica gli insegnamenti del Vangelo, comprese ben presto che quando si ha un così alto potere religioso e civile, difficilmente quegli insegnamenti vengono attuati.

Durissima critica verso la Chiesa come istituzione da parte dello scrittore, il quale dichiara nello scritto che lui è un cristiano senza chiesa, e che "Dio ha creato le anime, non le istituzioni". Silone ci descrive come vede il cristianesimo e ce lo trasmette nella bellissima anima di fra Pietro, un cristiano buono, caritatevole verso tutti, che non accetta alcun tipo di compromesso ma si batte e agisce solo per compiere il bene. Un'opera che fa riflettere molto e che ci fa capire quanto sia difficile, anche al giorno d'oggi, essere integralmente degli autentici cristiani che mettono (o dovrebbero mettere) in pratica il Vangelo di Gesù Cristo.