sabato 4 dicembre 2021

[Recensione] La talpa - John Le Carré

 


LA TALPA || John Le Carré || Rizzoli || 1987 || 358 pagine

Snidare una talpa: è la missione affidata a George Smiley: Nel linguaggio dei servizi segreti la talpa è un agente nemico penetrato in profondità, con un paziente lavoro di quindici o vent'anni, fino a raggiungere una perfetta mimetizzazione, una vera doppia identità anche psicologica.

RECENSIONE

Primo spy thriller che leggo, davvero spiazzante e straniante. John le Carré riesce a demolire, con questo romanzo, l'idea romantica e di azione che tutti noi abbiamo, grazie ai film su James Bond, dell'agente segreto. Nulla di tutto questo: la vera spia (e lui conosce bene quel mondo, visto che ha lavorato per ben cinque anni nell'Intelligence Service a Eaton) è come il protagonista di questo libro: un ometto occhialuto e serio, schivo, paziente, quasi invisibile, sposato, fisicamente bruttino, triste, ma dalla mente brillante. E il nostro George Smiley si troverà ad indagare pazientemente per scovare una talpa che si annida ai piani alti della gerarchia e che sta rischiando di distruggere tutta l'agenzia londinese.

Ammetto che non è una lettura per tutti, l'autore utilizza uno stile ostico e dispersivo, ricco e complesso, baroccheggiante e spiazzante, ha una lingua davvero raffinata, su questo non ci sono dubbi. Ma ne risente la trama che risulta abbastanza intricata. Poi utilizza un mare di termini tecnici come i lampionai, che sono i responsabili della sorveglianza (fanno il palo), oppure i cacciatori di testa, il Circus, e tanti altri.

Simpatica la figura di Jim Prideaux, un ex agente finito nei guai dopo una missione finita male e si ritrova come copertura a fare l'insegnante di francese in un collegio inglese (è il personaggio che apre il romanzo, nel primo capitolo).

Consigliato solo a chi ama il genere spionistico, e vi consiglio anche di fare degli schemini per ricordare le varie persone e i vari intrecci che pian piano si procede alle indagini trovano corrispondenze.