giovedì 16 aprile 2020

[Recensione] Bartleby lo scrivano - Herman Melville

Titolo: Bartleby lo scrivano
Titolo originale: Bartleby, the Scrivener: A Story of Wall Street
Autore: Herman Melville
Traduttore: Gianni Celati
Editore: Feltrinelli
Pubblicazione: 27 giugno 2015
Prima pubblicazione: dicembre 1853
Genere: racconto lungo
Pagine: 110
Prezzo: 8,50

Quarta di copertina
Bartleby lo scrivano, apparso nel 1853, tra i più bei racconti dell'epoca moderna, parla di un comico scrivano che rivendica l'ozio e il silenzio, contro tutte le pressioni dell'utilitarismo americano. Imitato, meditato e tradotto da alcuni dei massimi scrittori contemporanei, come Borges, Beckett, Michel Leiris, Georges Perec, Italo Calvino (che intendeva dedicargli l'ultima delle sue Lezioni americane), è anche una parabola sul lavoro di scrivere destinata a sconvolgere molte idee. La traduzione di Gianni Celati ce lo restituisce in tutta la sua freschezza, con una umoristica adesione ai tic di Bartleby (per esempio la sua celebre frase: "Avrei preferenza di no"). Inoltre Celati presenta un suo studio sull'esilarante scrivano, la versione delle lettere di Melville nel burrascoso periodo di passaggio da Moby Dick a "Bartleby", ed un elenco ragionato delle varie interpretazioni del racconto.

Recensione
Avevo già letto il capolavoro di Melville, Moby-Dick or, the Whale e mi sono avvicinato con molto piacere a questo suo racconto lungo.

Siamo a New York (precisamente a Wall Street) e qua il narratore, avvocato, assume un taciturno ragazzo di nome Bartleby come copista nel suo ufficio. I primi giorni sembra essere affidabile ed instancabile, fino a quando arriva un giorno in cui egli si rifiuta di svolgere dei compiti che il suo capo gli assegna.

Questo racconto si interroga sull'essenza della nuova società statunitense. Lo scrivano Bartleby pian piano decide di annullarsi, sottraendosi agli ordini ricevuti, fino ad essere arrestato. Sicuramente l'avvocato rappresenta la Legge, mentre lo scrivano colui che disubbidisce ad essa rispondendo sempre: "preferirei di no!". Melville ci descrive così un'acuta analisi di una trasgressività individuale, destinata a infrangersi contro la società americana.


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