giovedì 2 dicembre 2021

[Recensione] Non credo agli alibi - Rex Stout

 


NON CREDO AGLI ALIBI || Rex Stout || Mondadori || 1983 || 254 pagine

Sigmund Keyes, notissimo designer industriale, aveva l’abitudine di fare una passeggiata a cavallo in Central Park, la mattina presto: ora è morto, perché qualcuno gli ha sparato nel petto in vista dell’Empire State Building. Una manna per i giornali, un incubo per le sei persone sospettate del delitto. Alberto Mion, primo tenore al Metropolitan di New York, era stato operato alla laringe e la sua voce non era più la stessa, aveva problemi economici e una moglie innamorata di un altro: ora è morto, suicida. Ma la vedova e l’aspirante secondo marito sanno qualcosa sull’arma fatale che fa pensare a un omicidio. Cynthia Brown, affascinante truffatrice, aveva riconosciuto l’assassino di una sua amica tra gli intervenuti a un pomeriggio floreale nella serra di Nero Wolfe: ora è morta, strangolata nello studio del padrone di casa. Prima della rivelazione che le avrebbe salvato la vita. Poi c’è sempre Nero Wolfe. I tre casi sono, per lui, un labirinto di alibi da smontare. Il suo hobby preferito… dopo la cura delle amate orchidee.

RECENSIONE

Questo libro contiene tre romanzi brevi con protagonista l'investigatore privato di New York Nero Wolfe, e sono in ordine: Non credo agli alibi (1948), Nella gola del morto (1949) e Mascherato per uccidere (1950).

Come per Sherlock Holmes, a narrarci le indagini di Wolfe non sarà direttamente il protagonista ma il suo braccio destro, in questo caso il simpatico Archie Goodwin. Scopriamo che Nero Wolfe ha una passione incredibile per le orchidee, infatti nel piano di sopra al suo studio ne colleziona e cura oltre diecimila. Inoltre egli ama la buona cucina (tanto è vero che ha un cuoco personale) e ciò si evince anche dalla sua stazza, visto che ha un peso notevole (sui 12o kg) e non ama molto la folla, tanto è vero che rimane confinato nel suo appartamento e si sposta con l'ascensore.

Nel primo caso, Non credo agli alibi, viene ucciso un industriale mentre passeggiava col suo cavallo in Central Park. Viene subito sospettato il fidanzato di sua figlia, Victor Talbott, ma ha un alibi di ferro. Allora Wolfe viene incaricato da cinque persone di smontare quell'alibi o che scopra chi è il colpevole. Grazie ad alcuni importanti particolari ci riuscirà.

Nel secondo caso, Nella gola del morto, un tenore del teatro Metropolitan di New York si suicida ma la vedova crede invece che si tratti di un omicidio mascherato da suicidio e chiama in aiuto il detective Wolfe, il quale anche lui crede che si tratti di un omicidio ma dovrà provare a spiegare come l'assassino sia riuscito a mascherarlo in suicidio. E c'è una sola spiegazione per trovarlo e incastrarlo.

Nel terzo e ultimo caso, Mascherato per uccidere, viene strangolata una donna nell'ufficio di Wolfe che sta ospitando dei visitatori appartenenti al Manhattan Flower Club. Wolfe, irritato perché l'ispettore Cramer, per ripicca, mette i sigilli nel suo studio, proverà a risolvere il caso da solo tendendo una trappola all'assassino, e il sangue freddo di Archie sarà determinante in questo compito delicato, rischiando la vita.

Nel complesso mi piace lo stile di Rex Stout, che ricorda sicuramente quello di Sherlock Holmes (hanno in comune, i due investigatori, la genialità ma anche il loro isolarsi dal mondo) e poi quasi tutti i casi sono ambientati nell'iconica New York.

Lo consiglio a chi ama le detective stories e i gialli o polizieschi.