venerdì 2 luglio 2021

[Recensione] Quer pasticciaccio brutto de via Merulana - Carlo Emilio Gadda

 


QUER PASTICCIACCIO BRUTTO DE VIA MERULANA || Carlo Emilio Gadda || Garzanti || settembre 2013 || 275 pagine

Apparso in "Letteratura" nell'immediato dopoguerra, inizialmente letto e ammirato da pochi, il "Pasticciaccio" fu scritto a Firenze nel ricordo lontano di soggiorni romani, ma come rinverditi da quotidiane immersioni nella lettura del Belli e intessuto su un reale fatto di sangue. L'intrigo poliziesco che ne deriva si giustifica in duplice direzione: eco del mondo e bricolage letterario. Il fascismo, la morte, il lenocinio, il furto, le bassezze degli uomini, tutte metafore di un male oscuro, conducono il lettore dallo sgomento al riso, ricordandogli che il mondo è teatro e quindi parodia.

RECENSIONE

Difficile, davvero arduo, collocare questa opera letteraria di Gadda (forse la più celebre) in un solo genere letterario: può essere insieme giallo, avventura, filosofico, sociologico, classico, ironico, e potrei continuare ancora per molto. Il mio consiglio è uno solo: leggetelo, perché questa opera è prima di tutto un'esperienza da fare personalmente. Questa dovrebbe essere una mia recensione a caldo, visto che l'ho terminato proprio ieri. Ma non credo di riuscire a recensire un'opera del genere. Se vi approccerete a questa lettura con l'intento di scoprire chi sia il colpevole dell'omicidio della signora, lasciate perdere: non è un giallo tradizionale, e alla fine non verrà detto (forse supposto) chi esso o essa sia stato. Potrei dire che questa opera è un pretesto, un pretesto per l'autore per raccontarci la sua Roma, coi suoi dialetti, i suoi mercati confusionari e zeppi di cibo delizioso, del pasticciaccio che si crea attorno a tutta la vicenda, dell'anima dei vari personaggi che ruotano intorno a Ingravallo, un vero e proprio esercizio di stile linguistico (con diversi dialetti italiani), con vocaboli ricercati.

Difficile da leggere? Sì, eccome. Avevo letto questo romanzo qualche anno fa, e l'ho interrotto a pagina 200. Avevo però compreso che era un capolavoro per pochi palati sopraffini. Ma non dite che è noioso, questo sarebbe un peccato mortale: è tutto l'opposto, è un'opera troppo per noi comuni lettori. Se qualcuno non capisce questo, non capisce la grandezza di Gadda, troppo avanti per noi comuni mortali.