mercoledì 29 aprile 2020

[Recensione] Il cane di terracotta - Andrea Camilleri

Titolo: Il cane di terracotta
Autore: Andrea Camilleri
Editore: Sellerio
Collana: La memoria #355
Pubblicazione: 23 maggio 2012 (ventiduesima edizione)
Prima pubblicazione: 1996
Serie: Commissario Montalbano #2
Genere: giallo
Pagine: 275
Prezzo: 10 euro

Quarta di copertina
Sul solito delitto di mafia, misterioso e intricato, si ritrova ad indagare il commissario Montalbano. Occhio e intelletto di giustizia, Montalbano risolve le sue inchieste, si direbbe, per affinità ambientale: è così perfettamente siciliano che ogni indizio per lui si trasforma in univoco messaggio di un codice conosciuto, da decrittare simbolo per simbolo, come una lingua arcaica che continua a parlare in forme nuove. Ma stavolta, in coda al delitto di mafia, se ne trova un altro, più conturbante e rituale: due cadaveri di giovani amanti abbracciati, nel doppio fondo di una grotta, sorvegliati da un enorme cane di terracotta. Un omicidio di cinquant’anni prima. E Montalbano indaga, con l’aiuto di una compagnia volenterosa di vecchietti: «un’indagine in pantofole, in case d’altri tempi, davanti a una tazza di caffè».

Recensione
Un Camilleri in stato di grazia, ci regala la seconda indagine del celebre commissario Montalbano il quale, stavolta, si troverà ad indagare su un doppio omicidio avvenuto ben cinquant'anni fa, al tempo della seconda guerra mondiale (la storia è ambientata nell'anno 1996 se non erro). Che dire, Dopo aver divorato piacevolmente La forma dell'acqua ed esserne rimasto molto soddisfatto, la seconda avventura del Commissario è davvero ben scritta, non ti fermi fino a quando non scopri tutta la verità e ritroviamo un Commissario sempre più immalinconito e solo (con una fidanzata sempre distante e che non riesce a capirlo fino in fondo, anche se in realtà è la persona che lo capisce più di tutti e, secondo me, anche per questo lo lascia spesso da solo, perché sa che lui ne ha bisogno per ben studiare le indagini). Camilleri, ripeto, in grande stato di grazia, spero che col terzo, Il ladro di merendine, sia rimasto a questi livelli. Godibile.

[Recensione] Todo modo - Leonardo Sciascia

Titolo: Todo modo
Autore: Leonardo Sciascia
Editore: Adelphi
Pubblicazione: 14 maggio 2014 (quinta edizione)
Prima pubblicazione: 1974
Genere: giallo
Pagine: 121
Prezzo: 10 euro

Quarta di copertina
Se dovessimo indicare una forma romanzesca capace di rivelare come si compone e come si manifesta quell’impasto vischioso del potere che la politica italiana ha avuto per lunghi anni il funesto privilegio di produrre, basterebbe rimandare alle asciutte pagine di Todo modo, alla scansione crudele dei suoi episodi, che solcano una materia informe, torbida e sinistra, quale nessun altro romanziere italiano aveva saputo affrontare. Non meraviglia dunque che questo libro, pubblicato nel 1974, possa essere letto come una guida alla storia italiana dei decenni successivi. 

Recensione
Ho riletto per la seconda volta quest'opera di Sciascia, credo una delle più celebri. Non saprei davvero cosa dire delle impressioni che mi ha lasciato, e non saprei nemmeno in che genere collocarlo, se semplice romanzo o anche giallo visto che avviene più di un omicidio al suo interno. Attualissima la critica feroce di Sciascia sui poteri forti (Chiesa e Stato, politica) che fa riflettere su come siamo condizionati da essi nella nostra vita e come essi non vogliono che noi ragioniamo con la nostra testa.
Il finale poi ci fa capire (senza fare spoiler) che la vita è così: non si capisce bene dove andremo a parare. Tutta la vicenda sembra irreale, ti porta ad isolarti assieme al protagonista in questo eremo sperduto nelle campagne siciliane e la figura che ti folgora è quella del sacerdote don Gaetano, acculturato prelato della Santa Chiesa Romana moderno e alienante. Il nostro partecipa a una sorta di ritiro spirituale (che di spirituale ha ben poco) e dove, nella recita del rosario, avviene un omicidio. Da quel momento in poi Sciascia ci guida in un'indagine che sembra non avere senso e forse non avere più importanza di chi ha commesso l'omicidio, perché, alla fine, siamo tutti colpevoli.

[Recensione] Sweeney Todd

Titolo: Sweeney Todd
Sottotitolo: Il diabolico barbiere di Fleet Street
Titolo originale: The String of Pearls or The Sailor's Gift
Autore: anonimo
Traduttore: A. Lamberti Bocconi
Editore: Newton & Compton
Pubblicazione: 24 gennaio 2008
Prima pubblicazione: 21 novembre 1846
Genere: horror
Pagine: 330
Prezzo: 4,90 euro

Quarta di copertina
Tra i segreti più paurosi di Londra si nasconde la storia di un misterioso assassino. Un uomo di nome Sweeney Todd, un mostro capace di occultare le sue insane passioni dietro l'insegna di un'innocua bottega di barbiere in Fleet Street. Proprio qui diverse persone scomparse sono state viste per l'ultima volta: uomini andati a ingrossare le fila dei fantasmi dopo aver incontrato Sweeney Todd. Più sanguinario di Jack lo squartatore e più crudele di Mr. Hyde, Sweeney Todd non uccide in preda a un impulso efferato o agli effetti indesiderati di un farmaco ma, con fredda determinazione, toglie la vita al prossimo per soddisfare la sua sete di denaro e per adempiere a un terrificante rituale: dopo aver smembrato il corpo delle vittime a colpi di rasoio, infatti, il barbiere di Fleet Street consegna i resti di chi ha ucciso a una complice, che provvede a occultarli grazie a uno stratagemma bestiale. Capolavoro della letteratura gotica, Sweeney Todd, con le sue gesta sanguinarie, ha anticipato il Dracula di Stoker e il Frankenstein di Mary Shelley, aggredendo le ipocrite convenzioni della letteratura e della società vittoriana. 

Recensione
La lettura di questo classico dell'Ottocento mi ha lasciato un po' stranito, nonostante sapessi già a grandi linee la trama della storia: un barbiere londinese che invece di tagliare barba e capelli taglia la gola ai suoi clienti per poi farne dei pasticci di carne da vendere in un negozio vicino.
Lo stile ricorda quello dark vittoriano, che potrebbe paragonarsi a Frankenstein o a Dracula. La storia viene narrata in terza persona e non seguiamo solo le vicende del perfido Todd ma anche dei personaggi che gli ruotano attorno e il legame di tutta la storia è quella misteriosa collana di perle che si fa appunto da fil rouge della tetra vicenda.

La storia di questo diabolico barbiere londinese non è mai esistita, è frutto di fantasia, di quel periodo vittoriano in cui si faceva a gara nel creare storie di paura. Eppure c'è chi sostiene che un simile personaggio possa essere davvero esistito; come si sa, le leggende forse nascondono un germe di verità, o no?

[Recensione] All'insegna di Terranova - Georges Simenon

Titolo: All'insegna di Terranova
Titolo originale: Au rendez-vous des Terre-Neuvas
Autore: Georges Simenon
Editore: Adelphi
Serie: Commissario Maigret #9
Pubblicazione: 23 aprile 2012
Prima pubblicazione: 1931
Genere: giallo
Pagine: 142
Prezzo: 10 euro

Quarta di copertina
«“Potete sedervi...”. «“No, grazie!” disse la donna che, tra i due, era decisamente la più nervosa: “Sarà una cosa rapida...”. «Maigret poteva vederla in faccia, illuminata dalla luce violenta di una lampada. Non ebbe bisogno di osservarla a lungo per classificarla. Del resto, gli era bastata la foto, benché si vedesse solo il busto... «Una bella ragazza, nell’accezione popolare del termine. Una ragazza dalle forme appetitose, con denti sani, un sorriso allettante e lo sguardo sempre acceso. «Più esattamente una bella troietta, provocante, avida di piaceri, sempre pronta a dare scandalo o a scoppiare a ridere in modo sguaiato»

Recensione
Dopo una pausa di due mesi riprendo con piacere a leggere una nuova indagine del commissario Maigret e sono soddisfatto della scelta.
Alla sua nona indagine il nostro commissario si trova in vacanza con sua moglie in Normandia su invito di un suo amico che vuol far scagionare un giovanotto di sua conoscenza dall’accusa di aver ucciso il capitano del peschereccio sul quale ha appena viaggiato.
Come suo modo Maigret inizia ad indagare conoscendo man mano i vari personaggi che popolano la locanda di fronte al porto e dove ci farà respirare l'aria salmastra dell'oceano Atlantico e il puzzo dei merluzzi appena pescati.
Troviamo un Maigret più cupo e solitario del solito e da solo riuscirà (e terrà per sé) la soluzione al delitto. Interessanti le due figure femminili che l'autore ci pennella, una opposta all'altra.
Una storia che potrebbe annoiare vista la quasi completa mancanza di azione, ma ricca di spunti psicologici.
A me è piaciuto, Simenon continua a stupirmi e certamente a conquistarmi.