venerdì 13 ottobre 2023

[Recensione] L'eleganza del riccio - Muriel Barbery

 


L'ELEGANZA DEL RICCIO || Muriel Barbery || Edizioni e/o || 2006 || 326 pagine

Siamo a Parigi in un elegante palazzo abitato da famiglie dell'alta borghesia. Dalla sua guardiola assiste allo scorrere di questa vita di lussuosa vacuità la portinaia Renée, che appare in tutto e per tutto conforme all'idea stessa della portinaia: grassa, sciatta, scorbutica e teledipendente. Invece, all'insaputa di tutti, Renée è una coltissima autodidatta, che adora l'arte, la filosofia, la musica, la cultura giapponese. Poi c'è Paloma, la figlia di un ministro ottuso; dodicenne geniale, brillante e fin troppo lucida che, stanca di vivere, ha deciso di farla finita (il 16 giugno, giorno del su tredicesimo compleanno, per l'esattezza). Fino ad allora continuerà a fingere di essere una ragazzina mediocre e imbevuta di sottocultura adolescenziale come tutte le altre.
Due personaggi in incognito, quindi, diversi eppure accomunati dallo sguardo ironicamente disincantato, che ignari l'uno dell'impostura dell'altro, si incontreranno solo grazie all'arrivo di monsieur Ozu, un ricco giapponese, il solo che saprà smascherare Renée e il suo antico, doloroso segreto.

RECENSIONE

In questo romanzo seguiamo le vite di due protagoniste: Renée una portinaia vedova divoratrice di libri e Paloma una bambina molto intelligente che vorrebbe togliersi la vita quando compirà tredici anni. Quando entrerà nelle loro vite un signore giapponese, monsieur Ozu, le loro vite si intrecceranno e cambieranno per sempre. 

Ad essere sincero non ho empatizzato con nessuna delle due protagoniste, anzi, ho notato che spesso si contraddicevano, quando parlano dei pregiudizi degli altri e poi sono le prime a crearne loro stesse. Voglio dire: se sei una persona davvero intelligente, addirittura geniale (e quindi migliore degli altri) non puoi cadere nello stesso tranello di chi intelligente non è e vedere e giudicare gli altri creandoci sopra mille stereotipi, non va bene. Poi l'autrice inserisce spesso delle discussioni filosofiche che a lungo andare stancano e rendono la storia più noiosa. E poi sfatiamo un pregiudizio che ricorre in questo libro: tutti i ricchi sono viziati, ignoranti e cattivi. Non è vero, fortunatamente, o almeno la maggior parte non è così. E i poveri sono tutti buoni ma ignoranti (altra falsità). In conclusione: non si può semplicemente dividere il mondo in buoni da una parte e cattivi dall'altra, sarebbe troppo ingenuo e semplicistico, la realtà è molto più complicata di così.