giovedì 2 luglio 2020

[Recensione] Il serpente dorato - Veronica Elisa Conti

Titolo: Il serpente dorato
Autrice: Veronica Elisa Conti
Editore: Pegasus Edition
Pubblicazione: 23 febbraio 2016
Prima pubblicazione: 15 ottobre 2015
Genere: thriller
Pagine: 182
Prezzo: 13 euro

Quarta di copertina
Darrel Faulkner è un investigatore privato con l’ambizione di diventare attore. Penny Crane una cartomante imbrogliona, tra misteri, morte e esoterismo le loro vite finiranno per legarsi ad un filo velenoso e sottile. Thriller a tinte forti che non mancherà di stupire.

Recensione
Un investigatore privato, Darrell Faulkner, continua le indagini interrotte dal suo collega scomparso e pian piano scoprirà che il caso della famiglia Beaumont è legato alla scomparsa di un altro bambino, più di cento anni prima. E il simbolo e gli indizi che legano entrambi i casi di scomparsa è quel misterioso serpente.

Premetto che non leggo né prediligo questo genere di letture. Non è proprio un poliziesco o una detective stories, ma un insieme di generi che spaziano dal noir al thriller, dall'horror al gotico. Lo stile di scrittura mi è piaciuto molto, l'autrice sa scrivere e spesso l'investigatore da lei tracciato mi ha fatto venire in mente il celebre Humphrey Bogart. E infatti scommetto che l'autrice ama quel genere di film degli anni 40 dove i protagonisti sono i detective squattrinati che camminano per le strade americane in lunghi impermeabili e dove piove sempre (tra l'altro i dialoghi ricordano proprio quei film americani in bianco e nero). La storia ti tiene incollato alle pagine, e non ci vuole molto per comprendere che le cose si metteranno sempre peggio e i vari indizi, a mano a mano che il detective li collega, diventeranno sempre più inquietanti e metafisici. Apparentemente parrebbe il caso, un classico dei gialli del passato, del delitto in una stanza chiusa. Ed è quando si scopriranno strani riti vudù che le cose inizieranno a prendere una piega assolutamente esoterica. Avevo intuito chi ci fosse dietro ai delitti. Peccato per il finale: troppo irreale e inconcludente.