giovedì 20 luglio 2023

[Recensione] Le ali della sfinge - Andrea Camilleri

 


LE ALI DELLA SFINGE || Andrea Camilleri || Sellerio || 2006 || 265 pagine

Non è un buon momento per il commissario Montalbano: con Livia continui litigi, incomprensioni ingigantite dalla distanza, nervosismo. Passato e futuro si ammantano nei suoi pensieri di una vaga nostalgia. E in una di queste serate di malinconia viene chiamato d'urgenza. In una vecchia discarica è stato trovato il cadavere di una ragazza. Nuda, il volto devastato da un proiettile, niente borse o indumenti in giro. Solo un piccolo tatuaggio sulla spalla sinistra - una farfalla - potrebbe favorire l'identificazione della donna. Parte l'indagine con un Montalbano svogliato, stanco di ammazzatine. Ma il caso lo trascina: ci sono altre ragazze con una farfalla tatuata sulla scapola, sono tutte dell'Europa dell'est, hanno trovato lavoro grazie all'associazione cattolica "La buona volontà" che le ha salvate da un destino di prostituzione. Montalbano non è persuaso. C'è qualcosa di poco chiaro all'interno di quell'organizzazione benefica? E mentre l'inchiesta va avanti, il commissario è incalzato da ogni parte: dal vescovo, che non ammette ombre su "La buona volontà", dal questore, che non vuole dispiacere al vescovo, da Livia che vuole partire con lui per ritrovarsi. Tutto si muove sempre più velocemente, alla ricerca della soluzione e il commissario ha fretta, di concludere, di andarsene.

RECENSIONE

Il commissario Montalbano ormai si è sdoppiato e parla con se stesso: c'è il Montalbano più "saggio" che cerca di domare il Montalbano "istintivo" e vedremo che il rapporto con Livia continua ad avere alti e bassi.

Stavolta il nostro commissario si trova davanti all'omicidio di una giovane ragazza che ha uno strano tatuaggio, una sorta di farfalla/sfinge che lo porterà a conoscere altre ragazze che hanno un tatuaggio uguale. Ma gli omicidi non si fermano solo alla ragazza. Cosa ci sarà dietro queste ammazzatine?

Montalbano inizia a sentire gli acciacchi dell'età e si interroga ripetutamente sul suo rapporto con Livia, dopo i tradimenti vicendevoli che hanno avuto nel romanzo precedente (per errore ho saltato la lettura delle due "puntate precedenti", ovvero "La luna di carta" e "La vampa di agosto" ma che recupererò al più presto) e le vicende che viene a conoscere durante le sue indagini non lo aiutano a pensare in modo positivo.

Viviamo purtroppo in una società malata che riguarda tutti i campi, inclusi quelli "religiosi". Mi piace di questo commissario siciliano che privilegia sempre l'umanità, anche compiendo azioni che a livello di legge sarebbero abbastanza criticabili ma, come si suol dire, lui lo fa per salvare delle persone, o comunque per cercare la verità.

Catarella che storpia i cognomi delle persone ormai è diventato un classico, o la pazienza dei suoi collaboratori più stretti e sempre efficienti Augello e Fazio ormai sono un marchio di fabbrica delle storie di Montalbano, con le sue nuotate in mare a Marinella (in realtà siamo a Punta Secca). Il finale poi mi ha fatto sorridere, il fatto che alla fine non è riuscito a incontrarsi con la sua Livia (non aggiungo altro) fa capire tante cose, che il nostro commissario quando c'è di mezzo l'amore va in tilt!

Un altro punto a favore di questo capitolo montalbaniano è stata la scorrevolezza della storia, non riuscivo a chiudere il libro perché volevo sapere come sarebbe proseguita l'indagine nel capitolo successivo. E poi il dialetto inventato da Camilleri ormai mi è familiare, quasi musicale.

Lo consiglio anche a chi non ha ancora letto nulla sul commissario Montalbano, anche se tra i miei preferiti resta assolutamente "Il cane di terracotta".