sabato 30 maggio 2020

[Recensione] Strade blu - William Least Heat-Moon

Titolo: Strade blu
Sottititolo: Un viaggio dentro l'America
Titolo originale: Blue Highways: A Journey into America
Autore: William Least Heat-Moon
Editore: Einaudi
Pubblicazione: 25 maggio 2016
Prima pubblicazione: 1982
Genere: viaggio
Pagine: 510
Prezzo: 15 euro

Quarta di copertina
È sulle strade blu che si svolge il viaggio di tre mesi di un solitario mezzo pellerossa che, rimasto privo del suo lavoro e della sua donna, va a ricercare un poco di interesse alla vita in un itinerario circolare che lo porta e riporta da Columbia, Missouri a Columbia, Missouri, attraverso le Caroline, il Texas meridionale, lo stato di Washington, il Montana e il New England. E ritrova, ricostruisce, riscopre, l'America periferica.

Recensione
Un bel diario di viaggio di un professore licenziato e mollato dalla moglie che scopre l'America secondaria, ovvero l'America più nascosta e sconosciuto, meno appariscente e per questo davvero autentica.

William è un professore di inglese di origini indiane il quale, all'inizio della primavera del 1978, si ritrova licenziato e con la moglie che lo ha scaricato. E prende una decisione: racimola tutti i suoi risparmi e parte per un viaggio on the road col suo vecchio furgoncino che soprannomina Ghost Dancing (Danza degli spiriti) nel quale ha sistemato un lettino. E così parte per un viaggio interno circolare, che attraversa l'America delle Strade blu, ovvero quelle strade cosiddette secondarie, evitando quelle principali. Un viaggio che durerà tre mesi e nel quale egli visiterà paesi fantasma, villaggi scomparsi, strade dissestate, deserti, foreste, ma soprattutto incontrerà tante persone che diventano veri e propri personaggi da romanzo.

[Recensione] Il Sorcio - Georges Simenon

Titolo: Il Sorcio
Titolo originale: Monsieur La Souris
Autore: Georges Simenon
Editore: Adelphi
Pubblicazione: 22 giugno 2017
Prima pubblicazione: 1938
Genere: giallo
Pagine: 155
Prezzo: 18 euro

Quarta di copertina
Raramente Simenon ha creato un intreccio così ricco e frizzante come in questo romanzo, che è stato definito «un Maigret senza Maigret», e in cui ritroviamo, in compenso, alcuni dei suoi celebri «comprimari»: Lucas, qui promosso commissario, e il perennemente scalognato ispettore Lognon. Sullo sfondo dei quartieri più chic di Parigi, tra i caffè degli Champs-Élysées e gli alberghi di lusso intorno all'Opéra, lo scrittore si diverte a mescolare con spettacolosa abilità la scomparsa di un cadavere, una banda di gangster, una «pupa» che è uno schianto, un faccendiere ungherese, l'alta finanza, l'alta società, la Polizia giudiziaria e un rapimento da film americano. Ma, soprattutto, dà vita a uno dei suoi personaggi più accattivanti: Ugo Mosselbach, detto il Sorcio, un anziano barbone di origine alsaziana (in passato organista e insegnante di solfeggio), il quale, tutt'altro che mortificato dalla sua condizione, è una sorta di guitto beffardo, che Simenon descrive così: «un ometto magro, con due occhi eccezionalmente vivaci e maliziosi, una peluria rossiccia che tendeva al bianco sporco e un modo personalissimo di portare stracci troppo grandi per lui con una dignità che rasentava l'eleganza». La sera in cui trova un portafogli gonfio di dollari, il Sorcio architetta un piano infallibile, che dovrebbe permettergli di comprarsi la vecchia canonica di Bischwiller-sur-Moder dove sogna di finire i suoi giorni. C'è purtroppo un piccolo dettaglio, che complicherà parecchio le cose: il portafogli era accanto a un cadavere. Sarà la curiosità (ma anche la voglia di sfidare l'ispettore Lognon!) a spingerlo a condurre una sua indagine parallela, che lo catapulterà in una sequela di guai. Un romanzo che ha i toni di una commedia poliziesca, magistralmente orchestrata da Simenon su un tempo di allegretto.

Recensione
Giallo senza l'ispettore Maigret, il cui protagonista è un barbone conosciuto da tutti come il Sorcio, che si trova coinvolto, suo malgrado, in un omicidio.
Storia male congegnata, a tratti pasticciata. Peccato davvero, un Simenon non nel suo splendore.
Insomma al povero Sorcio date una canonica, è il suo sogno da una vita!

[Recensione] Il defunto signor Gallet - George Simenon

Titolo: Il defunto signor Gallet
Titolo originale: Monsieur Gallet, décédé
Autore: Georges Simenon
Editore: Adelphi
Serie: Commissario Maigret #3
Pubblicazione: 6 luglio 1994
Prima pubblicazione: febbraio 1931
Genere: giallo
Pagine: 157
Prezzo: 10 euro

Quarta di copertina
Invece di farsi più completo e più decifrabile, il personaggio stava diventando inafferrabile... La fisionomia dell’uomo con la finanziera troppo stretta si andava via via offuscando fino a non avere più niente di umano... «Alla foto, sola immagine tangibile e teoricamente completa che Maigret possedesse, si sostituivano altre immagini sfuggenti che rifiutavano di sovrapporsi, mentre avrebbero dovuto fornire il ritratto di un unico uomo».

Recensione
Stavolta il commissario Maigret deve indagare in un albergo dove è stato ucciso un commesso viaggiatore, il signor Gallet. Seguiremo tutte le sue indagini e il metodo che il poliziotto utilizza è quello di mettersi nei panni del morto e provare a comprendere cosa pensava e come agiva. Il colpo di scena finale non mi è dispiaciuto ma ciò che emerge dalla storia è la profonda solitudine e tristezza che prova l'essere umano.

venerdì 29 maggio 2020

[Recensione] Le cosmicomiche - Italo Calvino

Titolo: Le cosmicomiche
Autore: Italo Calvino
Editore: Mondadori
Pubblicazione: 16 aprile 2013
Prima pubblicazione: 1965
Genere: racconti
Pagine: 160
Prezzo: 12 euro

Quarta di copertina
I grandi miti della fantascienza: astronavi, macchine futuribili, viaggi interstellari, rivisitati e trasformati da una fantasia ironica e intelligente. Una originalissima raccolta di divertenti racconti del grande scrittore.

Recensione
Purtroppo su 12 racconti di questa raccolta ne ho apprezzati soltanto 4, ovvero: La distanza della Luna, Lo zio acquatico, I Dinosauri e Gli anni-luce. Gli altri mi hanno annoiato e spesso irritato. Il più bello resta, per me, La distanza della Luna, dove l'autore immagina che in un lontano passato la Luna fosse così vicina alla Terra che le persone potevano con un semplice balzo entrare nella sua orbita ed esplorarla. Secondo me in questo racconto si sprigiona tutta la magia e l'originalità del Calvino migliore.
Non pensavo che alla Terra. Era la Terra a far sì che ciascuno fosse proprio quel qualcuno e non altri; quassù, strappati alla Terra, era come se io non fossi più quell'io, nè lei per me quella lei. Ero ansioso di tornare sulla Terra, e trepidavo nel timore d'averla perduta. Il compimento del mio sogno d'amore era durato solo quell'istante in cui c'eravamo congiunti roteando tra Terra e Luna; privato del suo terreno terrestre, il mio innamoramento ora non conosceva che la nostalgia straziante di ciò che ci mancava; un dove, un intorno, un prima, un poi.

giovedì 28 maggio 2020

[Recensione] L'abito di piume - Banana Yoshimoto

Titolo: L'abito di piume
Autrice: Banana Yoshimoto
Traduttore: Alessandro Giovanni Gerevini
Editore: Feltrinelli
Pubblicazione: 15 giugno 2017
Prima pubblicazione: 20 gennaio 2003
Genere: romanzo
Pagine: 132
Prezzo: 8 euro

Quarta di copertina
Hotaru torna nel paese natale, un piccolo borgo tranquillo attraversato da un fiume, per dimenticare le sue pene d’amore. Era andata ad abitare a Tokyo dove per otto anni aveva vissuto una relazione sentimentale con un uomo sposato, un fotografo sempre impegnato nel lavoro che inaspettatamente l’abbandona. Il ritorno di Hotaru è un ritorno all’infanzia, un modo per ritrovare pace e serenità tra gli amici e l’affetto della nonna. La madre è morta e il padre, un famoso psicologo, è in viaggio in California. Hotaru trascorre le giornate aiutando la nonna nel suo caffè dall’atmosfera intima e familiare. Rivede luoghi e persone del passato, soprattutto la sua vecchia amica Rumi, dotata di una speciale capacità di intuire ciò che si nasconde nell’animo delle persone. Un giorno, dopo una passeggiata lungo le sponde del fiume, Hotaru incontra Mitsuru, un ragazzo che le lascia una strana sensazione di déjà vu.

Il titolo originale del romanzo, Hagoromo (letteralmente “abito di piume”), indica un particolare tipo di kimono leggerissimo che le tennyo, figure mitologiche dalle sembianze di donne-angelo, indossano per volare tra il mondo terreno e l’aldilà. Guarita dal dolore, Hotaru può indossare il suo “abito di piume” per librarsi in volo verso la vita, rinfrancata e “leggera”, riappropriandosi finalmente della sua gioventù e dei suoi sentimenti.

Recensione
Era dalla lettura di Kitchen che non ritrovavo una Yoshimoto così rilassante e delicata. La storia è un insieme di ricordi della protagonista, Hotaru, che ritorna nel suo paesino natale dopo una brutta delusione d'amore col suo ex. Qua conoscerà un nuovo ragazzo e riabbraccerà una cara amica, ma soprattutto ritroverà se stessa.
Il tema dominante è il tornare in se stessi, il ritrovarsi. Il tutto condito con tanti ricordi (spesso tristi) dei bei momenti passati con le persone a noi più care (soprattutto i genitori e i nonni). Questa lettura mi ha dato la serenità che attendevo, una Yoshimoto in splendida forma. Leggendolo è proprio come se si indossasse un abito di piume, ci si sente coccolati, si rimane incantati dallo scorrere del fiume (evidente simbolo del tempo che va via e passa) e la protagonista ritorna a riconoscere i suoi veri sentimenti.
“Pensai che la gentilezza disinteressata delle persone, le loro parole spassionate, fossero come un abito di piume. Avvolta da quel tepore, finalmente libera dal peso che mi aveva oppresso fino a quel momento, la mia anima stava fluttuando nell’aria con grande gioia.”

mercoledì 27 maggio 2020

[Recensione] Pronto soccorso per scrittori esordienti - Jack London

Titolo: Pronto soccorso per scrittori esordienti
Autore: Jack London
Editore: Minimum Fax
Pubblicazione: 18 novembre 2016
Genere: saggio
Pagine: 114
Prezzo: 9 euro

Quarta di copertina
"E poi lavorate. Scrivetelo in tutte maiuscole: lavorate. Lavorate in continuazione. Imparate a conoscere questo mondo, questo universo; questa energia e questa materia, e lo spirito che attraversando l'energia e la materia traluce dal magnete alla Divinità. E con tutto questo voglio dire lavoro come filosofia di vita." Con frasi di questo genere Jack London rispondeva alle centinaia di aspiranti scrittori che gli chiedevano suggerimenti. Il volume raccoglie una selezione di queste lettere insieme ad articoli apparsi su riviste dell'epoca e a brani tratti dai suoi romanzi. Ne scaturisce un prontuario, in cui London sintetizza con efficacia la sua tecnica e la sua poetica.

Recensione
"Le tre cose importanti sono: buona salute; lavoro; e una filosofia di vita. Potrei aggiungerne, anzi
devo aggiungerne una quarta: la sincerità. Senza quest'ultima, le altre tre non danno nessun risultato; e con essa potrete tenervi stretta la grandezza e sedere in mezzo ai giganti" (Jack London tratto da The Editor, marzo 1903). Leggere questa raccolta di consigli, esperienze personali, aneddoti, dritte letterarie di un grande scrittore americano (uno dei miei primi romanzieri di genere avventura che scoprì da giovanissimo leggendo Zanna Bianca) come lo fu e lo è Jack London mi ha ritemprato. 

martedì 26 maggio 2020

[Recensione] Tutti i racconti - Oscar Wilde

Titolo: Tutti i racconti
Titolo originale: The Happy Prince and Other Tales; A House of Pomegranates
Autore: Oscar Wilde
Editore: Newton & Compton
Pubblicazione: 12 marzo 2012
Prima pubblicazione: 1891
Genere: racconti
Pagine: 192
Prezzo: 3,90 euro

Quarta di copertina
Nei racconti Oscar Wilde si rivela grande narratore non meno che nel Ritratto di Dorian Gray. Autentici pezzi di bravura come Il delitto di Lord Arthur Savile o Il fantasma di Canterville – brillante canzonatura della “imperturbabile” classe dirigente inglese il primo, elegante parodia della letteratura gotica il secondo – hanno conosciuto innumerevoli adattamenti per il teatro, il cinema e la televisione. Le fiabe delle raccolte Il Principe Felice e Una Casa di Melograni racchiudono tutte, dal canto loro, un ammaestramento morale che non oscura mai la limpidezza e la raffinatezza dello stile. Le fantasticherie fiabesche non sono destinate soltanto all’infanzia giacché, come dichiarò lo stesso autore, esse sono state inventate «in parte per i bambini e in parte per coloro che hanno mantenuto la capacità fanciullesca della gioia e dello stupore».

Recensione
In questa raccolta troviamo solo quattro racconti di Oscar Wilde, mentre il resto sono delle fiabe (cosa inedita di Wilde che non conoscevo).
Lo stile di Wilde resta ai massimi livelli, e i primi due racconti (Il delitto di Lord Arthur Savile e Il fantasma di Canterville), soprattutto il secondo, mi sono piaciuti sia per l'ironia che per lo stile dell'autore. Il resto nella media. Le fiabe, si vede, hanno una forte influenza dalla lettura dell'autore de Le mille e una notte.

lunedì 25 maggio 2020

[Recensione] Afrodite bacia tutti - Stefania Signorelli

Titolo: Afrodite bacia tutti
Autrice: Stefania Signorelli
Editore: Prospero Editore
Pubblicazione: 26 maggio 2017
Genere: racconti
Pagine: 184
Prezzo: 9,90 euro

Quarta di copertina
Miti greci sonnecchiano, ma non troppo, in corpi contemporanei. Perché gli dèi non solo non sono morti, ma godono di ottima salute. Abitano in questi tredici racconti "caleidoscopio" Mida, che non è un re ma ha il vizio dell'oro e teme di condividerlo con gli sbarcati; Narciso, che ama solo se stesso e i selfie che lo ritraggono; Ercole, manovale malinconico con ex moglie molto a carico; Penelope, fedele a una città perduta; la bella Elena, che perde, alla lettera, la propria testa per Paride; Achille, responsabile aziendale delle risorse umane più che annoiato dalla mediocrità che lo circonda; Afrodite, sospirata da tutti (marito Efesto compreso); Pandora, che ha per vaso la propria mente e tenta invano di nasconderci ogni paura; Persefone, in crisi matrimoniale; Arianna, che ha perduto sia Teseo che il filo. E se Anchise è parcheggiato in casa di riposo, ovviamente Megera non può che essere un'ex fidanzata vendicativa quanto machiavellica.

Recensione
Leggere questo libretto di racconti mi ha lasciato diverse impressioni, ma ciò che mi ha colpito è stato sicuramente lo stile dell'autrice: una scrittura eccellente e scorrevole, che mette in evidenza i nostri stati d'animo richiamando gli antichi miti greci. A me hanno colpito diversi racconti, tra i quali posso citare quello ambientato nella casa di riposo (luogo che ben conosco visto che i miei nonni ci hanno vissuto, seppur per un breve periodo di tempo) "Anchise ed Enea", in cui esce fuori la solitudine che provano gli anziani che non fanno che pensare alla morte sempre più vicina, e dove io stesso mi sono rivisto nei loro panni da anziano. Oppure il racconto"Storia della ninfa Eco che amò Narciso che amò se stesso (and is I-Phone) in cui una psicologa si innamora perdutamente del suo giovane paziente. Un altro racconto che posso consigliare è La fuga di Teseo, la storia di due innamorati che ricordano i loro primi incontri e nei quali l'amore non è mai svanito.
“Con gli anni è stata solo una sottrazione di possibilità. Quante cose non siamo diventati.”

sabato 23 maggio 2020

[Recensione] L'atroce accademia - Lemony Snicket

Titolo: L'atroce accademia
Titolo originale: The Austere Academy
Autore: Lemony Snicket
Traduttrice: Valentina Daniele
Editore: Salani
Serie: Una serie di sfortunati eventi #5
Pubblicazione: 29 novembre 2012
Prima pubblicazione: 8 agosto 2000
Genere: romanzo per ragazzi
Pagine: 186
Prezzo: 12,50 euro

Quarta di copertina
Violet, Klaus e Sunny Baudelaire sono ragazzi intelligenti e pieni di risorse, e probabilmente vi aspettate che vadano molto bene a scuola. Sbagliato. Per i Baudelaire la scuola si rivela essere un altro sfortunato evento nelle loro vite già abbastanza infelici. Non posso tacerlo, nei capitoli di questa storia spaventosa i bambini affronteranno fastidiosi granchi, severe punizioni, un fungo sgocciolante, esami finali, il programma d'allenamento crampo, e il sistema metrico decimale. E' mio preciso dovere stare sveglio tutta la notte a indagare e a scrivere la storia di questi tre sventurati giovani, ma per voi sarà forse più gradevole trascorrere una buona notte di sonno. In tal caso vi conviene scegliere un altro genere di libro. 

Recensione
Dopo essersi salvati dai terribili eventi narratici ne La sinistra segheria gli orfani Baudelaire vengono portati dal signor Poe in una accademia dove il responsabile, amante suonatore del violino ma stonatissimo, li "accoglie" in un tugurio infestato di granchi e funghi gocciolanti. I nostri protagonisti dovranno sopravvivere a questa orrenda scuola dove tutto si fa tranne che insegnare. E ovviamente a peggiorare le cose arriverà l'onnipresente conte Olaf, stavolta mascherato sotto i panni del sostituto professore di ginnastica.

Rispetto ai precedenti quattro romanzi della serie, ho trovato questo capitolo abbastanza noioso. L'autore non credo fosse molto ispirato nello scrivere questo capitolo, e si avverte nella lettura.
Una delle cose positive è stata l'amicizia che i nostri Baudelaire hanno stretto con i due gemelli Pantano, e che finisce non bene, naturalmente.

venerdì 22 maggio 2020

[Recensione] I Goonies - James Kahn

Titolo: I Goonies
Titolo originale: The Goonies Storybook
Autore: James Kahn
Traduttore: Tullio Dobner
Editore: Salani
Pubblicazione: 14 settembre 2017
Prima pubblicazione: 1 gennaio 1985
Genere: avventura
Pagine: 250
Prezzo: 13,90 euro

Quarta di copertina
Le caverne segrete. Il vecchio faro. La mappa perduta. Le trappole insidiose. Il tesoro nascosto. E Sloth... È estate nella piccola cittadina di Astoria. I Goonies - un gruppo di giovani ragazzi del quartiere Goon Docks - devono dare addio alle case dove sono nati e cresciuti: i signorini del club del golf hanno dato lo sfratto alle loro famiglie per radere al suolo il quartiere e costruire nuovi, esclusivi campi da gioco. Poco prima di andarsene, però, uno di loro scopre in soffitta un'antica mappa del tesoro, appartenuta a Willy l'Orbo - un temibile pirata spagnolo del Seicento. Se i Goonies riusciranno a mettere le mani sul bottino del vecchio corsaro potrebbero ancora salvare le loro case!

Recensione
Se avete amato il film, questa fedele trasposizione è ciò che dovete leggere. Consigliata questa lettura nel periodo estivo. Chissà che anche tu non possa scoprire il tesoro dei pirati!

Questo adattamento letterario del film cult omonimo degli anni 80, I Goonies appunto, mi ha conquistato e, sinceramente, mi ha anche fatta venire molta malinconia, perché in fondo (e per fortuna aggiungerei) i Goonies siamo stati tutti noi da bambini, quando sognavamo, nella nostra monotona e ordinaria vita quotidiana, di vivere mille avventure e di trovare tesori nascosti!
Leggere questo romanzo mi ha emozionato, fatto sorridere, fatto tifare per i ragazzini, impaurito di fronte all'ignoto, riempito di coraggio, insomma, mi ha cambiato in meglio (credo sia lo stesso effetto che provoca a chiunque lo abbia amato).
Chi da piccolo non ha mai sognato di trovare un vascello pirata con al suo interno una montagna di monete d'oro? Chi non ha mai sognato di vivere mille avventure coi propri amici del cuore, correndo in bici per il nostro paesino e dimenticando per un pomeriggio la noia dei compiti da fare a casa? Chi non ha mai sognato la prima cotta? Chi non ha mai sognato di diventare grandi (invidiando nostro fratello o sorella maggiore)? Tutto questo (e molto altro) sono i Goonies.
Stra-raccomandato a tutti.

giovedì 21 maggio 2020

[Recensione] C'è un cadavere in biblioteca - Agatha Christie

Titolo: C'è un cadavere in biblioteca
Titolo originale: The Body in the Library
Autrice: Agatha Christie
Traduttore: Alberto Tedeschi
Editore: Mondadori
Serie: Miss Marple #2
Pubblicazione: 7 ottobre 2010
Prima pubblicazione: febbraio 1942
Genere: giallo
Pagine: 208
Prezzo: 10 euro

Quarta di copertina
I Bantry sono a letto e vengono svegliati dalla cameriera che afferma di aver trovato un cadavere in biblioteca. Scendono in biblioteca e vi trovano il cadavere di una ragazza che non conoscono. Chiamata la polizia, si scopre che si tratta del cadavere di Ruby Keene, che lavorava all'Hotel Majestic. In paese si inizia a mormorare che Ruby sia stata amante del signor Bantry e poi lui l'abbia uccisa per coprire la relazione.
La signora Bantry chiama in aiuto la sua amica, Miss Marple, la quale inizia ad investigare parallelamente alla polizia andando al Majestic.

Sarà proprio grazie a lei che la polizia della contea e di Scotland Yard riusciranno a scoprire l'assassino e a chiudere definitivamente il caso. 

Recensione
Primo libro della Christie in cui è protagonista Miss Marple che leggo.
Questo giallo mi ha lasciato poco e devo dire la verità mi ha annoiato.
Al di là del fatto che la vecchietta protagonista non si vede molto nella storia, poi le varie teorie e congetture che vengono fatte ed elaborate per comprendere chi sia o chi siano stati i colpevoli del duplice omicidio oggi non reggerebbero in piedi (una scarpa è una prova? Ma de che?).
Ma la massima della Marple è interessante: "Non ci si può permettere di credere in tutto ciò che dice la gente. Quando c'è qualcosa di sospetto, non credo a nessuno! Conosco troppo bene la natura umana!".
Se devo paragonarlo a una indagine di Poirot, allora mi spiace ma la pettegola Marple perde.
Ciò non significa che non leggerò altri libri con lei protagonista, ma non adesso.

mercoledì 20 maggio 2020

[Recensione] Open: la mia storia - Andre Agassi

Titolo: Open: la mia storia
Titolo originale: Open: An Autobiography
Autore: Andre Agassi
Traduttrice: Giuliana Lupi
Editore: Einaudi
Collana: Super ET
Pubblicazione: 25 giugno 2019
Prima pubblicazione: 9 novembre 2009
Genere: biografia
Pagine: 512
Prezzo: 14,50 euro

Quarta di copertina
Uno dei più grandi campioni di tennis di tutti i tempi si racconta senza pudore in un memoir che ha fatto scalpore nel mondo, non solo in quello del tennis, ed è diventato un caso editoriale senza precedenti.


Un padre ossessivo e brutale che lo vuole numero uno al mondo a ogni costo. Gli allenamenti a ritmi disumani, contro il «drago» sputapalle. La solitudine assoluta in campo che gli nega qualsiasi forma di gioventù. E poi una carriera da numero uno lunga vent'anni e 1000 match. Punteggiata da imprese memorabili ma anche da paurose parabole discendenti. Con l'avversario di sempre: Sampras. E chiacchierati matrimoni: Brooke Shields e Steffi Graf. Una vita sempre sotto i riflettori. Ma non senza dolorosi lati oscuri.

Recensione
Andre ci parla della sua carriera tennistica, da quando, piccolo, veniva allenato in maniera disumana dal padre, fino alle sue prime vittorie e al campione che è diventato. Una lettura incredibile, mi ha catturato molto.

martedì 19 maggio 2020

[Recensione] La sinistra segheria - Lemony Snicket

Titolo: La sinistra segheria
Titolo originale: The Miserable Mill
Autore: Lemony Snicket
Traduttrice: Valentina Daniele
Serie: Una serie di sfortunati eventi #4
Editore: Salani
Pubblicazione: 29 novembre 2012
Prima pubblicazione: 15 aprile 2000
Genere: romanzo per ragazzi
Pagine: 158
Prezzo: 15 euro

Quarta di copertina
"La sinistra segheria" è probabilmente quello che racconta le vicende più infelici degli orfani Baudelaire. Violet, Klaus e Sunny sono spediti a lavorare in una segheria a Meschinopoli, dove incontrano sciagure e disgrazie dietro ogni tronco d'albero. Sono spiacente di informarvi che le pagine di questo libro contengono cose assai sgradevoli, come ad esempio una gigantesca sega circolare, una pentola assordante, un uomo con una nuvola di fumo al posto della testa, un ipnotizzatore, un terribile incidente con feriti, e tanti buoni sconto. Io ho giurato di scrivere l'intera storia di questi tre poveri ragazzi. ma voi non siete obbligati a leggerla, e se preferite storie più piacevoli, sentitevi liberi di sceglierne un'altra.

Recensione
Stavolta gli orfani Baudelaire vengono affidati a un tutore che è il capo di una sinistra segheria, il quale subito li mette a lavorare in un posto davvero pericolo per dei bambini, visto che è pieno di seghe elettriche che tagliano in due i tronchi. E non tarderà a mostrarsi ancora una volta il loro arcinemico conte Olaf, sotto i panni stavolta della segretaria dell'oculista (il conte in versione donna è davvero buffo).

Quarto romanzo della serie che non mi è dispiaciuto ma mi aspettavo di più. Interessante il fatto che Violet si troverà a mettersi al posto di suo fratello Klaus e viceversa. L'affiatamento tra i tre fratelli aumenta sempre di più.


lunedì 18 maggio 2020

[Recensione] L'impiccato di Saint-Pholien - Georges Simenon

Titolo: L'impiccato di Saint-Pholien
Titolo originale: Le Pendu de Saint-Pholien
Autore: Georges Simenon
Traduttrice: Gabriella Luzzani
Editore: Adelphi
Serie: Commissario Maigret #4
Pubblicazione: 23 gennaio 2012 (nona edizione)
Prima pubblicazione: febbraio 1931
Genere: giallo
Pagine: 139
Prezzo: 10 euro

Quarta di copertina
Brema, una notte di fine novembre. In un albergo di infima categoria, un uomo si spara un colpo di rivoltella in bocca sotto gli occhi di Maigret. Da questo suicidio apparentemente inspiegabile, alla cui origine vi sono eventi che rimontano a quasi dieci anni prima, prende le mosse un’inchiesta che porterà il commissario da Brema a Parigi, da Parigi a Reims, e infine a Liegi, dove lo scioglimento del dramma coinciderà con la scoperta di una società segreta: la Confraternita dell’Apocalisse.

Recensione
L'impiccato di Saint-Pholien è il quarto romanzo dedicato alle inchieste del commissario Maigret ed è basato su un drammatico ricordo di gioventù di Simenon: a Liegi, nei primi anni di università, Simenon aveva infatti partecipato, con un gruppo di compagni, ad una società segreta, La Caque, ispirata ad un libertarismo romantico, anarchico e bohémien. La società venne sciolta quando il giovane pittore Joseph Kleine, si impiccò al portone della chiesa di Saint-Pholien.
Stavolta il nostro commissario si sposta in Germania e assiste a un suicidio di un pover'uomo. La cosa lo incuriosisce e inizia ad indagare sulla sua vita, e pian piano verrà coinvolto in una storia sempre più raccapricciante.
Devo dire che questo giallo mi ha tenuto col fiato sospeso e il metodo di Maigret, al contrario di Sherlock Holmes che era deduttivo, è intuitivo (si muove secondo quello che dice il suo istinto) mi ha appassionato alla storia che pian piano ci viene srotolata fino ai tragici colpi di scena che affondano in un vicino passato.
Simenon in ottima forma, molto consigliato.

sabato 16 maggio 2020

[Recensione] Il giardino segreto - Frances H. Burnett

Titolo: Il giardino segreto
Titolo originale: The Secret Garden
Autrice: Frances Hodgson Burnett
Traduttore: Luca Lamberti
Editore: Einaudi
Collana: ET classici
Pubblicazione: 17 giugno 2014
Prima pubblicazione: 1910
Genere: romanzo
Pagine: 252
Prezzo: 11 euro

Quarta di copertina
Protagonista del Giardino segreto è la piccola Mary Lennox, una bambina di nove anni che, orfana di entrambi i genitori, viene affidata a uno zio, il nobile gobbo lord Archibald Craven che vive in un tetro castello sperduto nella brughiera. Qui Mary scopre che la natura malinconica dello zio è dovuta alla morte della moglie Lilias avvenuta nel loro giardino personale. A causa della disperazione, lo zio Archibald aveva chiuso quel giardino e fatto sotterrare la chiave, così che nessuno potesse mettere piede in quel luogo "sacro". Mary, con l'aiuto del pettirosso del giardiniere, trova la chiave che le occorre per aprire quel misterioso giardino e riesce a penetrarvi. Ma ben presto la piccola orfana si troverà alle prese con un altro insospettato segreto. Con una particolare attenzione al mondo interiore dei personaggi e ai rapporti con la natura Frances Hodgson Burnett, nonostante abbia scritto una tenera e appassionata favola, ha lasciato che la vita vera e reale emergesse da ogni pagina.

Recensione
Un inno alla vita, un piccolo capolavoro da riscoprire.

Togli i pensieri tetri e cattivi dalla tua mente, e apriti alla vita che è bella e va vissuta. Credo sia questa la morale che l'autrice di questo piccolo capolavoro ci ha voluto regalare, e questo è il filo rosso che unisce la piccola Mary, orfana e viziata, che conoscendo suo cugino Colin, anche lui viziatissimo e in balia delle sue paure da ipocondriaco, pian piano riscoprono se stessi e la bellezza della natura che hanno intorno, fino a quando entrambi sbocceranno alla vita. Bellissimo il capitolo finale, completamente descrittoci dal punto di vista del padre di Colin il quale ha vissuto per lunghi anni lontano dal figlio perché lo credeva il colpevole della morte della sua amatissima moglie, morta appunto per averlo fatto nascere. Straordinario il parallelo del giardino segreto, il quale altri non è che la stanza segreta che ognuno di noi ha dentro il cuore, quella stanza che spesso lasciamo chiusa quando ci lasciamo abbattere dai pensieri negativi ma che, non appena si schiude alla vita, ci fa tornare letteralmente in vita.
Piccolo capolavoro da non perdere, una lettura appagante che ci da la speranza in un mondo migliore, anzi, un mondo migliore è possibile solo quando saremo noi ad aprirci agli altri ma prima di tutto a noi stessi. Ho apprezzato anche le descrizioni della natura che, arrivando la primavera, si apre alla vita, simboleggiando appunto una Presenza Invisibile che nulla lascia al caso ma che, col tempo, si fa presente in noi e ci apre a vivere davvero, cancellando ogni bruttura che purtroppo la vita ci pone davanti.

venerdì 15 maggio 2020

[Recensione] Lontano dal pianeta silenzioso - C. S. Lewis

Titolo: Lontano dal pianeta silenzioso
Titolo originale: Out of the Silent Planet
Autore: Clive Staples Lewis
Traduttrice: Germana Cantoni De Rossi
Editore: Adelphi
Collana: Biblioteca Adelphi #251
Pubblicazione: 22 gennaio 2014
Prima pubblicazione: 1938
Genere: fantascienza
Pagine: 212
Prezzo: 12 euro

Quarta di copertina
Lontano dal pianeta silenzioso racconta l’avventura di Elwin Ransom, professore di filologia in vacanza, che due scienziati rapiscono per un loro losco disegno e trasportano sul pianeta Malacandra. Sfuggito ai rapitori il giorno stesso dello sbarco, solo in un mondo dalle tinte di acquerello, dove le foreste sono labirinti di fragili steli violetti alti dodici metri, Ransom incontra Hyoi, del popolo dei hrossa, agricoltori e poeti dal nero corpo lucente, e gli altri abitanti del pianeta: gli altissimi e sapientissimi sorn e i pfifltriggi simili a ranocchi, maestri di tutte le arti della pietra e del metallo. Scoprendo, con il loro aiuto, i segreti del pianeta Malacandra, Ransom scoprirà anche il segreto della Terra, il «pianeta silenzioso» che da millenni ha cessato di conversare con gli altri mondi. Lontano dal pianeta silenzioso (1938), già apparso in Italia nel 1951, viene qui riproposto in una nuova traduzione.

Recensione
«La storia, per un lettore intelligente, ha un gran numero di implicazioni filosofiche e mitologiche tali da attrarre fortemente, senza nulla togliere alla caratteristica più immediata, quella dell’avventura» commenta J. R. R. Tolkien riferendosi a questo romanzo scritto dal suo caro amico e collega filologo C. S. Lewis, conosciuto da tutti per aver scritto Le cronache di Narnia.

giovedì 14 maggio 2020

[Recensione] Fiori sopra l'inferno - Ilaria Tuti

Titolo: Fiori sopra l'inferno
Autrice: Ilaria Tuti
Editore: Longanesi
Collana: La Gaja scienza
Serie: Teresa Battaglia #1
Pubblicazione: 4 gennaio 2018
Genere: thriller
Pagine: 366
Prezzo: 16,90 euro

Quarta di copertina
«Tra i boschi e le pareti rocciose a strapiombo, giù nell'orrido che conduce al torrente, tra le pozze d'acqua smeraldo che profuma di ghiaccio, qualcosa si nasconde. Me lo dicono le tracce di sangue, me lo dice l'esperienza: è successo, ma potrebbe risuccedere. Questo è solo l'inizio. Qualcosa di sconvolgente è accaduto, tra queste montagne. Qualcosa che richiede tutta la mia abilità investigativa. Sono un commissario di polizia specializzato in profiling, e ogni giorno cammino sopra l'inferno. Non è la pistola, non è la divisa: è la mia mente la vera arma. Ma proprio lei mi sta tradendo. Non il corpo acciaccato dall'età che avanza, non il mio cuore tormentato. La mia lucidità è a rischio, e questo significa che lo è anche l'indagine. Mi chiamo Teresa Battaglia, ho un segreto che non oso confessare nemmeno a me stessa, e per la prima volta nella vita ho paura».

Recensione
Un bel thriller di questa esordiente autrice italiana che consiglio.
Di solito non leggo questo genere di storie, di tipo thriller, ma questa volta sono rimasto piacevolmente colpito e sorpreso. Mi sono appassionato alle vicende del piccolo paesino montano in cui il Commissario Teresa Battaglia si trova a fare i conti con un serial killer atipico (anche definirlo così non è corretto) che vive isolato dal mondo e che, scopriremo, ha un terribile passato.
La particolarità delle indagini ti avvolgono, ti fanno scorrere le pagine sempre più veloce, fino ad arrivare a scoprire la verità (amara). E poi lo studioso citato nella storia è esistito realmente: Renè Spitz, psicoanalista austriaco il quale ha elaborato la sindrome da deprivazione affettiva sui neonati, che provoca una depressione anaclitica. Ciò prova che per sopravvivere un bambino necessita anche e soprattutto di stabilire legami affettivi forti e duraturi.

[Recensione] Tokyo Express - Seichō Matsumoto

Titolo: Tokyo Express
Autore:  Seichō Matsumoto
Traduttrice: Gala Maria Follaco
Editore: Adelphi
Collana: Fabula #328
Pubblicazione: 27 febbraio 2018
Prima pubblicazione: 1957
Genere: giallo
Pagine: 175
Prezzo: 18 euro

Quarta di copertina
In una cala rocciosa della baia di Hakata, i corpi di un uomo e di una donna vengono rinvenuti all’alba. Entrambi sono giovani e belli. Il colorito acceso delle guance rivela che hanno assunto del cianuro. Un suicidio d’amore, non ci sono dubbi. La polizia di Fukuoka sembra quasi delusa: niente indagini, niente colpevole. Ma, almeno agli occhi di Torigai Jutaro, vecchio investigatore dall’aria indolente e dagli abiti logori, e del suo giovane collega di Tokyo, Mihara Kiichi, qualcosa non torna: se i due sono arrivati con il medesimo rapido da Tokyo, perché mai lui, Sayama Ken’ichi, funzionario di un ministero al centro di un grosso scandalo per corruzione, è rimasto cinque giorni chiuso in albergo in attesa di una telefonata? E perché poi se n’è andato precipitosamente lasciando una valigia? Ma soprattutto: dov’era intanto lei, l’amante, la seducente Otoki, che di professione intratteneva i clienti in un ristorante? Bizzarro comportamento per due che hanno deciso di farla finita. Per fortuna sia Torigai che Mihara diffidano delle idee preconcette, e sono dotati di una perseveranza e di un intuito fuori del comune. Perché chi ha ordito quella gelida, impeccabile macchinazione è una mente diabolica, capace di capovolgere la realtà. Non solo: è un genio nella gestione del tempo.

Con questo noir dal fascino ossessivo, tutto incentrato su orari e nomi di treni – un congegno perfetto che ruota intorno a una manciata di minuti –, Matsumoto ha firmato un’indagine impossibile, ma anche un libro allusivo, che sa con sottigliezza far parlare il Giappone.

Recensione
Il Poirot giapponese

Non sapevo fosse un giallo alla Poirot ma ambientato in Giappone, e con protagonisti gli orari dei treni. Devo dire che è stata una piacevole lettura, a tratti un po' annoia, visto che si continua a parlare di continui spostamenti tra le città e i paesini dei Giappone e i vari orari, ma il nostro detective non molla e non si arrende e riesce a sbrogliare la matassa del delitto. Se siete appassionati di Poirot ve lo consiglio.

mercoledì 13 maggio 2020

[Recensione] La funesta finestra - Lemony Snicket

Titolo: La funesta finestra
Titolo originale: The Wide Window
Autore: Lemony Snicket
Traduttrice: Elena Spagnol
Serie: Una serie di sfortunati eventi #3
Editore: Salani
Pubblicazione: 31 dicembre 2010
Prima pubblicazione: 2 febbraio 2000
Genere : romanzo per ragazzi
Pagine: 192
Prezzo: 11 euro

Quarta di copertina
"Se non avete mai letto niente riguardo agli orfani Baudelaire, allora è meglio che, prima di affrontare anche solo una riga, sappiate questo: Violet, Klaus e Sunny sono graziosi e intelligenti, ma la loro vita, mi rincresce dirlo, è piena di sfortuna e di miserie. Le vicende dei tre bambini sono sempre tristi e disgraziate, ma questa è la peggiore di tutte. Se non sopportate storie contenenti uragani, dispositivi di segnalazione, mignatte voraci, zuppe di cetriolo fredde, orribili furfanti e bambole di nome Pretty Penny, allora questo libro vi getterà nella più totale disperazione. Da parte mia continuerò a raccontare questi tragici episodi, è il mio compito..."(Lemony Snicket).

Recensione
I fratelli Baudelaire, conosciuti già nei precedenti due romanzi Un infausto inizio e La stanza delle serpi, vengono consegnati dal loro tutore Poe alla zia Josephine (che non è proprio la loro zia ma una lontana parente) la quale vive in una casetta sul picco di una rupe che si affaccia sul Lago Lacrimoso e che ha paura di tutto, al punto che non accende il fornello per cucinare per non incendiare la casa o non risponde al telefono per paura di restarne fulminata. I tre fratelli sembrano trovare una sorta di protezione o comunque di accoglienza a casa di questa zia, quando sul più "bello" non si imbattono nuovamente nel perfido conte Olaf, stavolta travestito da capitano Sham, che farà di tutto per mettere le mani su di loro.

Terzo capitolo della serie sugli orfani Baudelaire, devo dire che continua a piacermi lo stile dello scrittore, sempre coinvolgente e scorrevole, forse fino ad ora uno dei capitoli meglio riusciti. Emerge soprattutto che soltanto unendo le forze i tre fratelli possono riuscire a sfuggire (o almeno ci provano, ma il fato è davvero crudele nei loro confronti) alle grinfie del conte maledetto.

martedì 12 maggio 2020

[Recensione] La voce del violino - Andrea Camilleri

Titolo: La voce del violino
Autore: Andrea Camilleri
Editore: Sellerio
Collana: La memoria #401
Serie: Commissario Montalbano #4
Pubblicazione: 11 giugno 2012 (tredicesima edizione)
Prima pubblicazione: 12 dicembre 1997
Genere: giallo
Pagine: 209
Prezzo: 10 euro

Quarta di copertina
«Il commissario invece era di Catania, di nome faceva Salvo Montalbano, e quando voleva capire una cosa, la capiva». Questo «capire» di Montalbano, essendo fondamentalmente una immersione ambientale, un annusare, un soppesare a occhio, è distante dallo «spiegare» deduttivo dei segugi di impostazione scientifica. Ma non collima neppure col simpatetico «comprendere» dei detectives più filantropi: anzi per il commissario di Vigàta - celebre per il laconico sarcasmo - identificare la molla che fa scattare l'assassinio costituisce «la parte peggiore» della ricostruzione poliziesca. E di comprensione per chi ammazza non se ne parla nemmeno. La voce del violino è la storia di una giovane donna assassinata, di un grande artista che vive da eremita e d'altro ancora. Soprattutto, è una storia di scambi: e Montalbano dovrà decidere se scambiare la propria esistenza per una nuova.

Recensione
Questo è il primo libro di Camilleri che leggo dopo la sua scomparsa. Non so perché, ma non sono più riuscito a leggere nulla di lui fino a questi giorni. Fino ad ora avevo già assaporato il suo stile inconfondibile, che ti fa innamorare di quella terra maledetta e benedetta insieme che è la Sicilia, sempre ricca di contraddizioni così come lo è il popolo siciliano. Fino ad ora il mio preferito della serie del commissario Montalbano è stato Il ladro di merendine, seguito da La forma dell'acqua e da Il cane di terracotta.

lunedì 11 maggio 2020

[Recensione] Pinocchio: un libro parallelo - Giorgio Manganelli

Titolo: Pinocchio: un libro parallelo
Autore: Giorgio Manganelli
Editore: Adelphi
Collana: Biblioteca Adelphi #420
Pubblicazione: 3 aprile 2013 (quarta edizione)
Prima pubblicazione: 1977
Genere: saggio
Pagine: 205
Prezzo: 20 euro

Quarta di copertina
Questa singolarissima opera è un libro nel libro, insieme parassitario e autonomo, in cui il Manganelli scrittore da un lato illumina Pinocchio di una luce nuova e dall’altro dà forma all’ennesimo paesaggio della sua poetica – paesaggio ancora una volta lunare, comico e alieno. Il classico di Collodi diventa così più terrificante ma anche più euforico, più enigmatico ma anche più carico di rivelazioni, più cupo ma anche più ricco di risonanze metaforiche e simboliche. E in particolare il percorso di Pinocchio, personaggio insieme umano, animale, vegetale e ultraterreno, mosso fin dall’inizio da «una vocazione metamorfica e insieme teatrale», da un «occulto, multiforme, futuro». Questo percorso, infatti, altro non è se non l’attraversamento dell’Erebo, del Regno dei Morti, che ha il suo centro nel cuore nero del libro, ma che si estende a tutta la topografia collodiana, dal bosco verde scuro in cui biancheggia la casa mortuaria della Fata alla campagna popolata di faine dove Pinocchio fa il cane da guardia. Libro notturno, di una notte definitiva (dove il giorno è solo «recitato» da sarcastici lampi temporaleschi), il Pinocchio di Manganelli non si chiude con la trasformazione edificante della vulgata, giacché il ragazzo in carne e ossa non sostituisce il burattino e non ne è la resurrezione: dovrà invece conviverci, con quella «reliquia prodigiosa», con quel legno che «continuerà a sfidarlo».

Recensione
Avendo questo libro tra le mani non potevo non leggerlo in parallelo con Pinocchio e così ho naturalmente e piacevolmente fatto (è stata anche una scusa per rileggermi il capolavoro di Collodi).

Immaginavo che in Pinocchio vi fossero tanti significati nascosti ma non pensavo ce ne fossero così tanti e interessanti come quelli che il noto critico letterario Manganelli ci svela in questo straordinario testo assieme ad aneddoti e diversi piani di lettura. Egli commenta quasi frase per frase tutti i capitoli di Pinocchio e ci racconta proprio, come se fossimo seduti attorno al fuoco, la fiaba del burattino di legno che invece di ubbidire a suo padre Geppetto e alla Fata Turchina va dietro a mille rocambolesche e fantastiche avventure. Manganelli scava nel libro e ci mostra cosa nasconde, cosa Collodi volesse dirci, cosa i vari personaggi significano. Scopriamo così che ogni libro che leggiamo in realtà non finisce mai, si dilata, è infinito.

Non voglio aggiungere altro perché vi consiglio di leggere questo testo, vi sorprenderà.

domenica 10 maggio 2020

Seguimi su Anchor!

Ciao, ho da poco conosciuto questo bellissimo sito in cui si possono registrare i propri podcast. Attualmente sto leggendo tutti i capitoli del bellissimo romanzo per bambini (e non)  Alice nel paese delle meraviglie di Lewis Carroll. Mi farebbe tanto piacere che mi seguissi, basta che clicchi in questo sito: Alice nel paese delle meraviglie 
Pian piano caricherò tutti i capitoli, se riesco ne metterò uno al giorno.

Buon ascolto e grazie ancora! 

sabato 9 maggio 2020

[Recensione] Il cane giallo - Georges Simenon

Titolo: Il cane giallo
Titolo originale: Le Chien jaune
Autore: Georges Simenon
Traduttrice: Marina Verna
Editore: Adelphi
Serie: Commissario Maigret #6
Pubblicazione: 27 febbraio 2012
Prima pubblicazione: 1931
Genere: giallo
Pagine: 144
Prezzo: 10 euro

Quarta di copertina
C’era in lei un’umiltà esagerata. I suoi occhi cerchiati, il suo modo di muoversi senza far rumore, senza sfiorare le cose, quel suo fremere d’inquietudine alla minima parola, corrispondevano abbastanza all’idea che ci si fa della serva abituata a ogni durezza. Sotto quelle apparenze si sentivano però come dei sussulti di orgoglio, che lei si sforzava di non lasciar trasparire. «Era anemica. Il suo seno piatto non era fatto per risvegliare i sensi. Eppure c’era qualcosa di attraente in lei, qualcosa di torbido, di avvilito, di vagamente morboso».

Recensione
La prima cosa che mi ha colpito di questa inchiesta di Maigret è stata l'atmosfera che Simenon è riuscito a descriverci: un clima sempre uggioso, personaggi che sembrano apparire e sparire improvvisamente, un continuo punto di riferimento, la locanda, dove si intrecciano i misteri di questo giallo e dove lo stesso giallo si incarna in un cane, appunto, giallo.
Quinta inchiesta del commissario di Maigret che divoro (letteralmente) e continuerò a divorare tutto quello che riesco a trovare di lui, perché credo che Simenon sia uno dei migliori scrittori di gialli. Maigret è il detective più umano che conosca, egli studia i comportamenti dei vari protagonisti, si cala nei panni delle persone, nei loro vizi o nel loro quotidiano, come un bravo psicologo dell'animo umano riesce pian piano, con la calma che lo contraddistingue, e fumando incessantemente la sua cara pipa, a sbrogliare la matassa e spesso, alza le spalle e lascia andare le cose. Ma a lui difficilmente la si fa: arriva al punto che ti mette spalle al muro, e da lì non puoi scappare.
A Maigret non interessa tanto il male quanto la umana fallibilità, i cristiani direbbero senz'altro il peccato, che può portare al crimine anche gli individui più miti e normali. Perciò Maigret ha bisogno di scrutarli, osservarli, prima che interrogarli. Essenziale, per lui, è ambientarsi nel luogo del delitto, percepirne l’atmosfera e impregnarsene. Comprendere, in senso etimologico, è la sua parola-chiave, la sinestesia è la sua figura retorica.
- Cosa ne pensa, commissario?
- Pensare? Io non penso niente!

venerdì 8 maggio 2020

[Recensione] Nero di maggio - Leonardo Gori

Titolo: Nero di maggio
Autore: Leonardo Gori
Editore: TEA
Pubblicazione: 6 settembre 2018
Prima pubblicazione: 2000
Genere: thriller, storico
Pagine: 286
Prezzo: 14 euro

Quarta di copertina
Primavera del 1938: Adolf Hitler e Benito Mussolini cementano le basi della loro funesta alleanza. Preludio simbolico dell’asse è la visita del Führer in Italia: Roma, Napoli e, per ultima, Firenze. Pochi giorni prima dell’arrivo dei due dittatori sulle rive dell’Arno, però,viene scoperto il cadavere di una prostituta. Un caso ordinario, a prima vista. Eppure gli esponenti fiorentini del regime iniziano a tremare... Affetto da un’inguaribile curiosità «professionale», il giovane capitano dei Carabinieri Bruno Arcieri, appena arrivato a Firenze da Milano, dà inizio a un’inchiesta labirintica, paziente, testarda, più volte ostacolata da personaggi oscuri. Colpo di scena dopo colpo di scena, delitto dopo delitto, Arcieri insegue le tracce di un assassino spietato, di un machiavellico disegno criminale, di una verità inconfessabile. E alla fine, nel nome della giustizia, dovrà ingaggiare un’ultima, disperata battaglia contro il colpevole e, allo stesso tempo, contro le tragiche condotte squadristiche che hanno avvelenato la vita quotidiana e politica del nostro Paese durante il lungo ventennio nero.

Recensione
Ho scoperto questo libro consigliato da un amico. Prima opera che leggo di questo autore, Leonardo Gori.

Siamo nella primavera del 1938 a Firenze, esattamente pochi giorni prima della visita che faranno Hitler e Mussolini, quando viene ritrovato il cadavere di una ragazza sulle rive dell'Arno. L'inchiesta di questo assassinio viene data a un giovane capitano dei carabinieri, Bruno Arcieri, appena arrivato da Milano. Egli, con grande acume, indagherà senza sosta e, nonostante i mille ostacoli, riuscirà a seguire le traccie del pericoloso assassino, diventato un "pezzo grosso" del regime fascista.

giovedì 7 maggio 2020

[Recensione] L'assassinio del commendatore - Haruki Murakami

Titolo: L'assassinio del commendatore
Autore: Haruki Murakami
Traduttrice: Antonietta Pastore
Editore: Einaudi
Libro Primo: Idee che affiorano
Libro Secondo: Metafore che si trasformano
Pubblicazione: 16 ottobre 2018 (primo libro); 19 gennaio 2019 (libro secondo)
Pubblicazione originale: primo libro 2017, secondo libro 2018
Genere: romanzo
Pagine: 412 (primo libro); 430 (secondo libro)
Prezzo: 20 euro (a libro)

Quarta di copertina
Una borsa con qualche vestito e le matite per disegnare. Quando la moglie gli dice che lo lascia, il protagonista di questa storia non prende altro: carica tutto in macchina e se ne va di casa. Del resto che altro può fare? Ha trentasei anni, una donna che l'ha tradito, un lavoro come pittore di ritratti su commissione che porta avanti senza troppa convinzione dopo aver messo da parte ben altre aspirazioni artistiche, e la sensazione generale di essere un fallito. Cosí inizia a vagabondare nell'Hokkaidō, tra paesini di pescatori sulla costa e ryōkan (le tipiche pensioni a conduzione famigliare giapponesi) sulle montagne. Finché un vecchio amico gli offre una sistemazione: potrebbe andare a vivere nella casa del padre, lasciata vuota da quando questi è entrato in ospizio in preda alla demenza senile. Il giovane ritrattista accetta, anche perché il padre dell'amico è Amada Tomohiko, uno dei pittori piú famosi e importanti del Giappone: abitare qualche tempo nella casa che fu sua, per quanto isolata in mezzo ai boschi, è una tentazione troppo forte. Quando si trasferisce lí, il nostro protagonista capisce che la sua decisione ha dato il via a una serie di eventi che cambieranno per sempre la sua vita… anzi, la sua realtà. Prima lo intuisce quando scopre un quadro che Amada Tomohiko aveva nascosto nel sottotetto subito dopo averlo dipinto, molti decenni prima: è una scena misteriosa e apparentemente indecifrabile, che però trasuda una violenza maligna e indicibile. Poi ne avrà la certezza quando, una notte, sente il suono flebile eppure inconfondibile di una campanella provenire dal folto del bosco. Facendosi coraggio decide di seguire quel suono che sembra aver attraversato dimensioni sconosciute: dietro un piccolo tempio abbandonato, in mezzo agli alberi, c'è un tumulo di pietre. C'è davvero qualcuno - o qualcosa - che agita una campanella lí sotto?

Recensione
Dopo aver apprezzato L'incolore Tazaki Tsukuru e i suoi anni di pellegrinaggio e, naturalmente, 1Q84: Libro 1 e 2. Aprile-Settembre - 1Q84. Libro 3: Ottobre-Dicembre (per citare solo le ultime due fatiche del Maestro Murakami che, sapete, io adoro,) ho potuto finalmente divorare la sua ultima fatica, L'assassinio del Commendatore. Libro primo: Idee che affiorano, anche in questo caso divisa in due libri, il secondo è uscito a fine gennaio di questo anno: L'assassinio del Commendatore. Libro secondo: Metafore che si trasformano.

Un pittore in crisi - sta divorziando dalla moglie e non trova più la sua vena artistica - decide di tagliare i ponti col passato e si isola in una casa in montagna precedentemente abitata da un famoso artista, il padre del suo amico, del quale ritrova, nascosto, un suo quadro inedito che da il titolo al romanzo: L'assassinio del Commendatore. In questo luogo senza tempo conosce il vicino di casa, un misterioso e ricco signore che gli chiede di fargli il ritratto (personaggio che ricorda il Gatsby di Fitzgerald), dietro un lauto compenso. Da quel momento in poi, di notte, il nostro pittore inizierà ad udire suonare una campanella fino a giungere ad un misterioso tempietto buddista. E noi seguiremo tutta l'evoluzione psicologica del protagonista, fino ad un evento surreale.

mercoledì 6 maggio 2020

[Recensione] Ma gli androidi sognano pecore elettriche? - Philip K. Dick

Titolo: Ma gli androidi sognano pecore elettriche?
Titolo originale: Do Androids Dream of Electric Sheep?
Autore: Philip K. Dick
Traduttore: Riccardo Duranti
Editore: Fanucci
Serie: Blade Runner #1
Pubblicazione: 1 marzo 2012
Prima pubblicazione: 1968
Genere: fantascienza
Pagine: 256
Prezzo: 16 euro

Quarta di copertina
Nel 1992 la Guerra Mondiale ha ucciso milioni di persone, e condannato all'estinzione intere specie, costringendo l'umanità ad andare nello spazio. Chi è rimasto sogna di possedere un animale vivente, e le compagnie producono copie incredibilmente realistiche: gatti, cavalli, pecore... Anche l'uomo è stato duplicato. I replicanti sono simulacri perfetti e indistinguibili, e per questo motivo sono banditi dalla Terra. Ma a volte decidono di confondersi tra i loro simili biologici e di far perdere le loro tracce. A San Francisco vive un uomo che ha l'incarico di ritirare gli androidi che violano la legge, ma i dubbi intralciano spesso il suo crudele mestiere, spingendolo a chiedersi cosa sia davvero un essere umano...

Tragico e grottesco assieme, il romanzo di Philip Dick racconta il panorama desolato della San Francisco del futuro, il desiderio di amore e redenzione che alberga nei più umili, trasformando il genere fantascientifico in un noir cupo e metafisico. Un'opera che ha influenzato la visione della metropoli futura e ha anticipato i dilemmi della bioetica contemporanea.

Recensione
Non posso che confermare che si tratti di un capolavoro della fantascienza moderna, e confermo che Dick era uno scrittore di fantascienza filosofica.

Seconda lettura di questo straordinario romanzo di Philip Dick (purtroppo la prima volta l'ho letto con molta disattenzione).
Dalla rilettura (che mi son deciso di fare anche per meglio prepararmi alla doppia visione del sequel filmico Blade Runner 2049) ho compreso molte cose che mi erano sfuggite alla prima lettura. E anche per questo ho compreso l'importanza di questo capolavoro di Dick, difatti l'ho anche aggiunto ai miei libri preferiti e ho dato la massima votazione (5 stelle su 5).

martedì 5 maggio 2020

[Recensione] Il ladro di merendine - Andrea Camilleri

Titolo: Il ladro di merendine
Autore: Andrea Camilleri
Editore: Sellerio
Serie: Commissario Montalbano #3
Pubblicazione: 31 maggio 2012 (20esima edizione)
Prima pubblicazione: 1 gennaio 1996
Genere: giallo
Pagine: 247
Prezzo: 10 euro

Quarta di copertina
In questo terzo libro della serie, il commissario Montalbano - preoccupato peraltro di evitare la promozione a vicequestore, che significherebbe compromissione burocratica e rinuncia ai propri capricci investigativi - sospetta l'esistenza di un collegamento tra due morti violente: quella di un tunisino imbarcato su di un motopeschereccio di Mazara del Vallo e quella di un commerciante di Vigàta accoltellato dentro un ascensore. Per Camilleri la Sicilia di oggi è fonte continua di ispirazione e di scoperta, di intrecci di romanzo poliziesco e di osservazioni su di un costume magari inquietante ma certamente non statico; soprattutto gli suggerisce un linguaggio, una parlata mai banale né risaputa. Tutto il contrario delle metafore viete e irritanti adoperate dagli uomini dei servizi segreti con i quali Montalbano si trova a scontrarsi duramente: figure retoriche sempre più incapaci di reggere il discorso della «ragion di stato» quando ormai, come osserva il nostro commissario, «praticamente serviamo due stati diversi».

Recensione
Uno dei romanzi con protagonista il celebre commissario Montalbano che mi è piaciuto di più, soprattutto per il fatto che conosciamo la sua umanità.

Il terzo libro del commissario Montalbano mi è piaciuto molto perché vi ho trovato tutta l'umanità del commissario uscire fuori. Si parla addirittura di matrimonio con Livia (poi vedremo che ne passeranno ancora di anni prima che i due dicano Sì!), la morte del padre, i due omicidi che sembrano distinti ma sono collegati. Un Camilleri in grandissimo stato di grazia, al meglio della sua verve creativa e in cui traspare la passione ma soprattutto il divertimento con cui ha scritto quest'opera. Tanti ad esempio i siparietti comici (Montalbano che mente a Livia dicendole di aver mangiato un panino al volo mentre è seduto in una trattoria di pesce, l'odio/amore nei confronti di Catarella, lo stratagemma per evitare di farsi nominare vice questore, eccetera ecc.) che invece di appesantire la trama la rendono frizzante e appassionante. Mai come questa volta non riuscivo ad interrompere la lettura.

lunedì 4 maggio 2020

[Recensione] L'educazione - Tara Westover

Titolo: L'educazione
Titolo originale: Educated
Autrice: Tara Westover
Traduttrice: Silvia Rosa Sperti
Editore: Feltrinelli
Pubblicazione: 16 gennaio 2020
Prima pubblicazione: 20 febbraio 2018
Genere: biografico
Pagine: 378
Prezzo: 11 euro

Quarta di copertina
Tara, la sorella Audrey e i fratelli Luke e Richard sono nati in una singolare famiglia mormona delle montagne dell'Idaho. Non sono stati registrati all'anagrafe, non sono mai andati a scuola, non sono mai stati visitati da un dottore. Sono cresciuti senza libri, senza sapere cosa succede nel mondo o cosa sia il passato. Fin da piccolissimi hanno aiutato i genitori nei loro lavori: in estate stufare le erbe per la madre ostetrica e guaritrice, in inverno lavorare nella discarica del padre, per recuperare metalli. Fino a diciassette anni Tara non aveva idea di cosa fosse l'Olocausto o l'attacco alle Torri gemelle. Con la sua famiglia si preparava alla sicura fine del mondo, accumulando lattine di pesche sciroppate e dormendo con uno zaino d'emergenza sempre a portata di mano. Il clima in casa era spesso pesante. Il padre è un uomo dostoevskiano, carismatico quanto folle e incosciente, fino a diventare pericoloso. Il fratello maggiore Shawn è chiaramente disturbato e diventa violento con le sorelle. La madre cerca di difenderle, ma rimane fedele alle sue credenze e alla sottomissione femminile prescritta. Poi Tara fa una scoperta: l'educazione. La possibilità di emanciparsi, di vivere una vita diversa, di diventare una persona diversa. Una rivelazione. Il racconto di una lotta per l'autoinvenzione. Una storia di feroci legami famigliari e del dolore nel reciderli.

Recensione
Quando le mie mani sono giunte a questo libro non sapevo minimamente di cosa trattasse, difatti io pensavo fosse un romanzo e mai mi sarei immaginato di imbattermi in una biografia di una ragazza (oggi donna).

La storia che Tara (classe 1986) ci narra, dunque, è quella della vita che conduceva nella parte rurale dello stato dell’Idaho, a Buck Peak, dove viveva con la sua famiglia mormone: una famiglia numerosa, ben sei fratelli, con due genitori fuori dal comune, in che senso? Nel senso che immaginatevi il peggio che possiate fare per i vostri figli: non li mandate a scuola, non li registrate al comune (quindi non hanno un certificato di nascita), non li mandate all'ospedale ne dai dottori ma li curate con i vostri unguenti, li indottrinate in una religiosità bigotta ed estremista e, se ancora non vi basta, lasciate pure che vengano picchiati e bullizzati dal fratello maggiore senza che voi muoviate un dito per difenderli ma anzi giustificate il bulletto perché "non può far del male, te lo sei immaginato!". Se ancora non bastasse, andiamo a scoprire che il padre di Tara soffre di un disturbo bipolare della personalità, e non fa che predicare su una imminente fine del mondo. E che la madre giustifica qualunque sua decisione, anche se farebbe del male ai propri figli (è mio marito, non possono non seguire quello che comanda, è illuminato da Dio!). Praticamente il padre lavora in una vera e propria discarica (molto pericolosa per dei bambini piccoli) di automobili e oggetti ferrosi e dove, temendo che il mondo sta per finire, sta costruendo un rifugio dove vi accumula cibo e armi, mentre la madre fa la levatrice e prepara misture a base di erbe (loro non utilizzano medicine).

[Recensione] Il cavallante della Providence - Georges Simenon

Titolo: Il cavallante della Providence
Titolo originale: Le Charretier de la providence
Autore: Georges Simenon
Traduttrice: Emanuela Muratori
Editore: Adelphi
Serie: Commissario Maigret #2
Pubblicazione: 23 aprile 2012
Prima pubblicazione: marzo 1931
Genere: giallo
Pagine: 137
Prezzo: 10 euro

Quarta di copertina
«“Che diavolo ci faceva quella donna in un posto simile?”. «In una stalla, con gli orecchini di perle, il braccialetto firmato, le scarpe di camoscio bianco! «Doveva essere arrivata ancora viva, visto che il delitto era stato commesso dopo le dieci di sera. «Ma in che modo? E perché? E nessuno aveva sentito nulla! Lei non aveva gridato, e i cavallanti non si erano neppure svegliati... «Se non fosse stato per quella frusta che non si trovava, probabilmente sarebbero passati anche quindici giorni o un mese prima che qualcuno scoprisse il cadavere, per caso, nel rivoltare la paglia! «E altri cavallanti sarebbero venuti a russare accanto a quel corpo di donna!».

Recensione
"Tutti si chiedevano cosa pensasse, mentre in realtà non pensava a nulla. Non stava nemmeno cercando di scoprire degli indizi nel vero senso della parola: si limitava lasciarsi permeare dall'ambiente, a cogliere l'essenza della vita del canale, così diversa dalla vita a lui nota."
Il cavallante della "Providence", la seconda inchiesta del commissario Maigret, è stato Composto a Morsang, a bordo dell' 'Ostrogoth', nell'estate del 1930, ed edito per la prima volta nel 1931. Anche in questo caso (caratteristica che diventerà comune via via a diversi se non tutti i romanzi di Maigret) ci si trova di fronte a un personaggio colpito da un evento traumatico capace di metterlo di fronte al suo destino. Le indagini di Maigret sono principalmente dirette verso l'analisi delle personalità di vittime e assassini, per arrivare a sbrogliare il bandolo della matassa.
Confermo quello che ho già detto nel primo romanzo di Maigret, e cioé che Simenon sa scrivere gialli, anzi, direi che è un eccellenza nello scrivere romanzi gialli. In questo romanzo ci presenta un mondo a lui ben noto, quello dei canali di transito delle navi, visto che per due anni ha navigato per quei luoghi della Francia e della Germania con sua moglie e da cui sono nati i suoi primi due romanzi del commissario Maigret. Anche qui ci saranno un paio di colpi di scena e viene fuori la calma ma lucida capacità di Maigret nel risolvere i delitti più complicati.
Peccato che di chiuse non me ne intendo, e mi sono abbastanza annoiato.

domenica 3 maggio 2020

[Recensione] Una testa in gioco - Georges Simenon

Titolo: Una testa in gioco
Titolo originale: La tête d'un homme
Autore: Georges Simenon
Traduttrice: Graziella Cillario
Editore: Adelphi
Serie: Commissario Maigret #5
Pubblicazione: 27 febbraio 2012
Prima pubblicazione: 1931
Genere: giallo
Pagine: 149
Prezzo: 10 euro

Quarta di copertina
Vuole un buon consiglio, commissario?». Radek aveva abbassato la voce e si era chinato verso il suo interlocutore. «Guardi che so perfettamente quello che lei penserà... E del resto, poco me ne importa!... Ma le do lo stesso il mio parere o, se preferisce, il mio consiglio... Lasci perdere!... Si sta mettendo in un terribile pasticcio...». Maigret era immobile, con lo sguardo fisso. «E prenderà un granchio dopo l’altro, perché non ci capisce niente...». Il cecoslovacco si animava a poco a poco, ma in maniera contenuta, molto particolare. Maigret notò le sue mani, che erano lunghe, di una bianchezza straordinaria e picchiettate di lentiggini. Sembravano tendersi, partecipare a modo loro alla conversazione. «Guardi che non sto mettendo in dubbio la sua competenza professionale! Se non ci capisce niente, ma proprio niente, è perché fin dall’inizio lei si è mosso in base a elementi falsati. Di conseguenza tutto è falso, non le pare?... E tutto quello che scoprirà sarà falso dal principio alla fine...».

Recensione
Fino ad ora credo sia il miglior romanzo su Maigret che ho letto (sono ancora sei e per fortuna ne ho ancora moltissimi da divorare, grazie Simenon!). Colpisce innanzitutto per l'incipit che ti fa entrare nella particolarità della storia: Maigret fa evadere un condannato a morte che lui stesso aveva fatto arrestare, perché crede sia innocente. Avrà ragione? Lo fa inseguire e conosceremo altri due protagonisti: il nipote dell'aristocratica uccisa a coltellate e uno straniero che mangia yogurt al bar, Radek, intellettuale che ama scrivere e leggere. E proprio su questo ultimo signore il commissario inizierà una "lotta" psicologica che porterà a capire i fatti realmente accaduti.

[Recensione] Il crocevia delle tre vedove - Georges Simenon

Titolo: Il crocevia delle tre vedove
Titolo originale: La Nuit du Carrefour
Autore: Georges Simenon
Traduttrice: Emanuela Muratori
Editore: Adelphi
Serie: Commissario Maigret #7
Pubblicazione: 26 marzo 2012
Prima pubblicazione: 1931
Genere: giallo
Pagine: 142
Prezzo: 10 euro

Quarta di copertina
Lei veniva avanti, la figura ancora indistinta nella semioscurità. Veniva avanti come la protagonista di un film, o meglio come la donna dei sogni di un adolescente. Era vestita di velluto nero? Fatto sta che era più scura di tutto il resto, che spiccava come un’ombra intensa, sontuosa. E la poca luce ancora sospesa nell’aria si concentrava sui suoi capelli biondi e leggeri, sul viso opaco. «Ho saputo che desidera parlarmi, commissario... Ma la prego, si accomodi...». Il suo accento era più marcato di quello di Carl. La voce cantava, abbassandosi sull’ultima sillaba delle parole. E il fratello le stava accanto come uno schiavo al fianco della regina affidata alla sua protezione.

Recensione
Stavolta il commissario Maigret dovrà affrontare uno strano caso in cui viene assassinato un ricettatore in un crocevia vicino a Parigi e dove in tale contrada ruotano le vite di una misteriosa famiglia danese, un assicuratore con moglie e un troppo loquace carrozziere. Chi sarà il colpevole? E la bella Elsa c'entra qualcosa?

Maigret, con la sua incredibile calma, riesce lentamente a conoscere tutti i protagonisti del crocevia e riesce, tra una fumata di pipa e un'altra, a risolvere anche questo mistero.

sabato 2 maggio 2020

[Recensione] La capanna dello zio Tom - Harriet Stowe

Titolo: La capanna dello zio Tom
Titolo originale: Uncle Tom's Cabin; or, Life Among the Lowly
Autrice:  Harriet Beecher Stowe
Editore: Rizzoli
Pubblicazione: 9 gennaio 2009
Prima pubblicazione: 20 marzo 1852
Genere: romanzo
Pagine: 560
Prezzo: 9,90 euro

Quarta di copertina
Arthur Shelby, possidente gentile di una grande piantagione in America ma debole, decide di vendere il vecchio zio Tom, generoso, gentile schiavo nero a cui è molto affezzionato, a Haley, feroce mercante di schiavi. Tom accetta il suo destino. In viaggio sul fiume con Haley, salva una bambina caduta in acqua, e il padre della piccola lo compera per gratitudine: ne farà il suo cocchiere. Forse per Tom si schiude la promessa di un avvenire migliore.

Recensione
Il romanzo per antonomasia contro ogni forma di razzismo.

Uno dei miei primi romanzi storici che ho letto, ero davvero giovanissimo e la storia mi è rimasta nel cuore, tanto è vero che ne disegnai pure una trasposizione a fumetti (all'epoca era un tipo dalla vena marcatamente artistica, beh in realtà adoro anche ora disegnare). Storia davvero importante sull'antischiavismo statunitense, infatti l'autrice Stowe, un'attiva abolizionista, focalizzò il romanzo sul personaggio dello zio Tom e sulla lunga sofferenza degli schiavi neri attorno alla quale si intrecciano le storie di altri personaggi. Il romanzo raffigura la crudele realtà della schiavitù e afferma che l'amore cristiano può superare la distruzione e la riduzione in schiavitù di altri esseri umani.

[Recensione] Charlie Chan e il cammello nero - Earl Derr Biggers

  CHARLIE CHAN E IL CAMMELLO NERO || E. Derr Biggers || Newton Compton || 2012 || 188 pag. Shelah Fane, celebre star del cinema, viene uccis...